Con
qualche giorno di ritardo, rilanciamo l’editoriale di agosto di Radicati nella
fede nella festa di San Rocco,
confessore.
Francesco da Milano, Trittico dei SS. Rocco, Sebastiano e Nicola da Bari, 1512, Chiesa arcipretale San Tomaso Apostolo, Caneva |
Moretto da Brescia, Madonna con Bambino in trono con i SS. Rocco e Sebastiano, 1528, Chiesa di Sant'Andrea, Pralboino |
Paris Bordon, Madonna in trono con il Bambino e i SS. Sebastiano e Rocco, 1535-1543, Chiesa Santa Maria Assunta, Valdobbiadene |
Giuseppe Sanmartino - Biagio Giordano, statua argentea di S. Rocco, 1793, Concattedrale, Ruvo di Puglia |
“PROFETICO” È CIÒ CHE STA AL
DEFINITIVO E NON AL CAMBIAMENTO
Editoriale
di “Radicati nella fede”
Anno IX n. 8
- Agosto 2016
Profezia è vivere il definitivo e non ciò che cambia.
Profezia è
fedeltà al dogma e non ai tempi.
Ti vogliono
schiacciare in una falsa alternativa tra chi vorrebbe la Chiesa del passato e
chi quella del futuro. No, noi vogliamo la Chiesa di sempre, che è quella
del passato del presente e del futuro.
È opprimente
questo clima instauratosi nella Chiesa cattolica, che continua a porre un falso
problema, quello della alternativa tra passato e futuro, schiacciando la
coscienza dei cattolici in costruiti sensi di colpa, se si attardano al passato
e non si adattano ad un presente rivoluzionario, che dovrebbe preparare il
futuro. Ed è su questi sensi di colpa che annullano una giusta resistenza ai
continui cambiamenti, che stanno smantellando la Chiesa.
Ci dicono
che non dobbiamo essere nostalgici, che la chiesa di un tempo non tornerà, che
dobbiamo riprogrammarci per una chiesa del futuro; e per preparare la chiesa
del futuro ci impongono di “togliere” molte delle cose che hanno fatto la
solidità di generazioni di cristiani. È lo smantellamento, dolce o violento
secondo le circostanze, di ciò che c’è ancora di stabile nel cattolicesimo, i
dogmi - i comandamenti - la disciplina dei sacramenti - la funzione della
gerarchia. Ma questo smantellamento non avviene con violenza, come nella
rivoluzione protestante che eliminò verità di fede, gran parte dei sacramenti e
il sacerdozio gerarchico. No, non avviene con una riforma esplicita, che si
dichiarerebbe da se stessa eretica, ma avviene con la tattica della “fluidità”.
Eh sì, è
proprio così, tutto viene reso fluido, non negato, per essere cambiato. È la
tattica del modernismo, è il modernismo pratico, che da dentro porta alla
metastasi il cancro nella chiesa.
E come ti
rendono fluido il cattolicesimo, i suoi dogmi e la sua morale? Con il super
dogma della Chiesa profetica.
Non se ne
può proprio più! Ogni volta che fai presente che si stanno dimenticando le
verità rivelate, che si sta concedendo diritto di esistenza al peccato mortale,
che si sta favorendo il sacrilegio nell’amministrazione dei sacramenti, che si
sta sostenendo l’indifferentismo facendo credere che tutte le religioni vadano
bene; ebbene, tutte le volte che sollevi questo doloroso problema, ti viene
detto che devi accettare che la chiesa si apra al futuro, che devi accettare
che la chiesa sia profetica non ripetendo il passato, ma cambiando
continuamente.
La stessa
cosa accade quando si fa notare che questi cambiamenti, ammesso che non siano
contro la Rivelazione divina (ma lo sono in evidenza, basta usare la ragione
per capirlo!), non hanno nemmeno prodotto un incremento di vita cristiana, ma
hanno svuotato definitivamente le chiese: anche qui ti dicono che il mutamento
fa parte dell’instaurazione della chiesa del futuro, una chiesa con pochissime
messe, pochissimi sacerdoti, con sacramenti generalizzati e alternativi, pronta
sempre a ripensare se stessa in funzione della società che cambia. Ed ecco la
chiesa del futuro, la chiesa fluida per un cristianesimo fluido.
Ma la
profezia non è questa cosa qui, questa è una schifezza inventata dai nipoti dei
modernisti classici, che stanno portando alla distruzione ciò che ancora resta
del cattolicesimo.
La profezia
invece è riferimento al fondamento che è Cristo.
Profeti si è
in riferimento all’opera di Dio in Gesù Cristo: profeta è chi vive tutto in
Dio; chi sa che “la realtà invece è Cristo” e, vivendo dentro il mondo, fa
della sua esistenza un richiamo per gli uomini, che vivono l’ingannevole
illusione di una vita fuori dalla grazia del Signore. Profeta è chi è stabilito
sulla roccia della fede cattolica, della fede trasmessa una volta per tutte ai
santi, e sa che il futuro dipende dall’obbedienza, in tutto, al Dio che si è
rivelato in Gesù Cristo.
La profezia
sta al fondamento dato, non al cambiamento. La profezia sta alla regola, non
alla confusione. La profezia sta all’obbedienza a Dio e non ai tempi che
cambiano. Per questo i monaci, gli uomini della regola, furono profeti per il
loro tempo ed edificarono la cristianità, cercando solo Dio.
La profezia
sta alla definitività che è Cristo e alla definitività della vita eterna, altro
che al cambiamento!
Occorre avere
una chiara consapevolezza di questo, per non essere ricattati moralmente dai
modernisti pratici, che affollano ciò che resta della struttura della chiesa:
la abitano da padroni per ultimarne lo smantellamento, e poco importa se ne
sono coscienti o no.
La chiarezza
sulla falsità dell’idea di Chiesa profetica, deve portare a considerarne tutta
la portata distruttiva. Questa caratterizzazione di “profetica” coinvolge tutto
e tutto distrugge, a partire dalla gerarchia, passando per il sacerdozio,
giungendo ai fedeli.
In questa
modernizzata mentalità cattolica non hai più il Papato della tradizione, dove
il Papa custodisce il deposito della fede, ma un papato profetico, che dovrebbe
guidare i cristiani di tutto il mondo verso le spiagge di una fede più liberamente
abbracciante tutto e tutti.
In questa
modernizzata mentalità cattolica non hai più il sacerdozio cattolico,
preoccupato di insegnare la fede e di amministrare la grazia dei sacramenti,
curandone la retta ricezione, ma un sacerdozio profetico impegnato in continue
rivoluzioni che dovrebbero rendere più interessante il cristianesimo ai
cattolici borghesi e benestanti, perennemente annoiati.
E alla fine
i fedeli, o i laici come si usa oggi chiamarli, al seguito di un papato e di un
sacerdozio così profetici, scompariranno dentro la palude di un mondo
secolarizzato, che hanno strenuamente copiato per essere appunto profetici.
Si chiude
così la parabola del post-concilio, che vide un chiesa profetica, ma che
dimenticò che la profezia è stabilità e non cambiamento. Stabilità fondata
sulla roccia immutabile che è Cristo.
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