La lista dei Vangeli del manoscritto di Würzburg, quest’oggi, recensisce unicamente, la
festa di sant’Adriano, in onore del quale Onorio I convertì, nel 630, in
basilica cristiana l’antica Curia
Senatus (cfr. M. Armellini,
Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX, Tipografia
Vatican, Roma 18912, pp. 157-159; Ch. Huelsen, Le Chiese di Roma nel
medio evo. Cataloghi ed appunti, Firenze 1927, p. 260-261,
partic. 260). Tale basilica, che sorge nel rione Monti, è chiamata
in tribus fatis, da quel gruppo delle tre Parche che si vedeva ivi,
presso l’antichissimo sacrario di Giano (ibidem),
ovvero in tribus fori, perché al crocevia dei fori romani, o anche iuxta
asylum, in ricordo del famoso asilo romano presso il Campidoglio, come si
legge nell’epistola X dell’antipapa Anacleto (M. Armellini, op. cit., p.
158). Negli anni Trenta del XX sec. la chiesa fu sconsacrata ed,
attraverso criteri archeologici discutibili, spogliata di tutte le strutture
aggiuntesi nei secoli, per riportare alla luce l’antica Curia Julia:
scomparvero le tre navate, la cripta, l’abside, e buona parte degli arredi interni
furono trasferiti nella chiesa di Santa Maria della Mercede e Sant’Adriano
eretta nel quartiere Salario e che dal 1967 ha il titolo di diaconia di “Santa
Maria della Mercede e Sant’Adriano a Villa Albani”.
Sant’Adriano è ora oggetto, in
Oriente, di un culto molto esteso ed è iscritto in quasi tutti i calendari, ma
il suo nome non figura negli antichi documenti agiografici.
Malgrado l’incerta
identificazione, il culto di questo martire a Roma risale al VII sec., venendo
celebrata la sua festa nel giorno anniversario della dedicazione della Chiesa che gli fu consacrata
dal papa Onorio I.
La venerazione verso questo santo era molto
diffusa, sebbene, oltre la sua basilica nel Foro, un oratorio si elevava anche
in suo onore in Vaticano nel quale era sepolto il papa Adriano I (ibidem, p. 726), ed
un’altra chiesa, con un monastero dedicato a sant’Adriano, si trovava sull’Esquilino
presso la basilica Liberiana (ibidem, pp.
235-236; Ch. Huelsen, op. cit., p. 261). Essa
ebbe diversi nomi: Sancti Hadriani in
Massa Juliana, Sancti Hadriani ad duo furna, Sancti Hadriani et Laurentii, Sancti Hadriani S. Mariae Majoris o Sant’Adrianello
(per le sue ridotte dimensioni), ed apparteneva ad uno dei quattro monasteri legati
alla celebrazione degli uffici divini a Santa Maria Maggiore (M. Armellini, op.
cit., p. 235). Questa chiesuola fu distrutta sotto
Nicolò V per far spazio al suo palazzo accanto alla basilica mariana (ibidem, p. 236; Ch. Huelsen, op. loc. cit.).
Dall’introduzione
della festa della Natività della Vergine, il nostro Santo è
solo commemorato.
La messa è la stessa di san
Valentino, il 14 febbraio.
Nella preghiera di colletta,
per l’intercessione del santo, si domanda a Dio di aumentare in noi l’amore del
Suo santo amore. Ecco la vera virtù, che, come la chiama san Paolo, è vinculum perfectionis. Il più
santo non è colui che prega più a lungo, né quello che affligge più duramente
il corpo, ma colui che ama Dio con la maggiore intensità e vive ed agisce in
quest’amore.
Le due altre collette sono le
stesse del 19 gennaio per san Canuto.
Malgrado l’indicazione differente del Messale,
oggi il manoscritto di Würzburg
assegnava per lettura evangelica: Ego sum vitis - gaudium vestrum impleatur (Gv 15, 1-11), che è quella dei martiri durante il tempo pasquale.
Hans Memling, Trittico di Adriaan Reins, con S. Adriano ed Adriaan Reins, Deposizione dalla Croce e S. Barbara, 1480, Memlingmuseum, Bruges |
Martirio di S. Adriano, Libro delle Ore di Enrico VIII, 1500 circa, Pierpont Morgan Library, New York |
Hans Holbein il Giovane, S. Adriano, 1520-22, Louvre, Parigi |
Lorenzo Costa, Martirio di S. Adriano, 1570 circa, Chiesa di S. Barbara, Mantova |
Ambito emiliano, S. Adriano, XVII sec., |
Adrien Sacquespée, Martirio di S. Adriano, 1659, musée des beaux-arts, Rouen |
Biagio Puccini, Martirio dei SS. Adriano e Natalia, 1714-15, Cattedrale di S. Maria, Matelica |
Nicolò Dorigati, Annunciazione con i SS. Adriano e Giovanni Nepomuceno e angeli, 1723, Trento |
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