giovedì 8 settembre 2016

“Hadriánus, jussu Maximiáni imperatóris apud Nicomedíam pérsequens Christiános, cum sæpius eórum in fídei confessióne et tormentórum perpessióne constántiam demirátus esset, veheménter ea re commótus ad Christum sese convértit. Quam ob rem cum áliis vigínti tribus Christiánis conjéctus est in cárcerem; ubi eum vísitans Natália uxor, quæ et ipsa ántea in Christum credíderat, ad martyrium incéndit. Itaque, e custódia edúctus, támdiu flagéllis cæsus est, donec intestína difflúerent. Postrémo, fractis crúribus, mánibus pedibúsque præcísis, una cum multis áliis martyrii certámen felíciter absólvit” (Lect. IX – III Noct.) - SANCTI HADRIANI NICOMEDIAE, MARTYRIS

La lista dei Vangeli del manoscritto di Würzburg, quest’oggi, recensisce unicamente, la festa di sant’Adriano, in onore del quale Onorio I convertì, nel 630, in basilica cristiana l’antica Curia Senatus (cfr. M. Armellini, Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX, Tipografia Vatican, Roma 18912, pp. 157-159; Ch. Huelsen, Le Chiese di Roma nel medio evo. Cataloghi ed appunti, Firenze 1927, p. 260-261, partic. 260). Tale basilica, che sorge nel rione Monti, è chiamata in tribus fatis, da quel gruppo delle tre Parche che si vedeva ivi, presso l’antichissimo sacrario di Giano (ibidem), ovvero in tribus fori, perché al crocevia dei fori romani, o anche iuxta asylum, in ricordo del famoso asilo romano presso il Campidoglio, come si legge nell’epistola X dell’antipapa Anacleto (M. Armellini, op. cit., p. 158). Negli anni Trenta del XX sec. la chiesa fu sconsacrata ed, attraverso criteri archeologici discutibili, spogliata di tutte le strutture aggiuntesi nei secoli, per riportare alla luce l’antica Curia Julia: scomparvero le tre navate, la cripta, l’abside, e buona parte degli arredi interni furono trasferiti nella chiesa di Santa Maria della Mercede e Sant’Adriano eretta nel quartiere Salario e che dal 1967 ha il titolo di diaconia di “Santa Maria della Mercede e Sant’Adriano a Villa Albani”.
Sant’Adriano è ora oggetto, in Oriente, di un culto molto esteso ed è iscritto in quasi tutti i calendari, ma il suo nome non figura negli antichi documenti agiografici.
Malgrado l’incerta identificazione, il culto di questo martire a Roma risale al VII sec., venendo celebrata la sua festa nel giorno anniversario della dedicazione della Chiesa che gli fu consacrata dal papa Onorio I.
La venerazione verso questo santo era molto diffusa, sebbene, oltre la sua basilica nel Foro, un oratorio si elevava anche in suo onore in Vaticano nel quale era sepolto il papa Adriano I (ibidem, p. 726), ed un’altra chiesa, con un monastero dedicato a sant’Adriano, si trovava sull’Esquilino presso la basilica Liberiana (ibidem, pp. 235-236; Ch. Huelsen, op. cit., p. 261). Essa ebbe diversi nomi: Sancti Hadriani in Massa Juliana, Sancti Hadriani ad duo furna, Sancti Hadriani et Laurentii, Sancti Hadriani S. Mariae Majoris o Sant’Adrianello (per le sue ridotte dimensioni), ed apparteneva ad uno dei quattro monasteri legati alla celebrazione degli uffici divini a Santa Maria Maggiore (M. Armellini, op. cit., p. 235). Questa chiesuola fu distrutta sotto Nicolò V per far spazio al suo palazzo accanto alla basilica mariana (ibidem, p. 236; Ch. Huelsen, op. loc. cit.).
Dall’introduzione della festa della Natività della Vergine, il nostro Santo è solo commemorato.
La messa è la stessa di san Valentino, il 14 febbraio.
Nella preghiera di colletta, per l’intercessione del santo, si domanda a Dio di aumentare in noi l’amore del Suo santo amore. Ecco la vera virtù, che, come la chiama san Paolo, è vinculum perfectionis. Il più santo non è colui che prega più a lungo, né quello che affligge più duramente il corpo, ma colui che ama Dio con la maggiore intensità e vive ed agisce in quest’amore.
Le due altre collette sono le stesse del 19 gennaio per san Canuto.
Malgrado l’indicazione differente del Messale, oggi il manoscritto di Würzburg assegnava per lettura evangelica: Ego sum vitis - gaudium vestrum impleatur (Gv 15, 1-11), che è quella dei martiri durante il tempo pasquale.





Hans Memling, Trittico di Adriaan Reins, con S. Adriano ed Adriaan Reins, Deposizione dalla Croce e S. Barbara, 1480, Memlingmuseum, Bruges

Martirio di S. Adriano, Libro delle Ore di Enrico VIII, 1500 circa, Pierpont Morgan Library, New York

Hans Holbein il Giovane, S. Adriano, 1520-22, Louvre, Parigi

Lorenzo Costa, Martirio di S. Adriano, 1570 circa, Chiesa di S. Barbara, Mantova

Ambito emiliano, S. Adriano, XVII sec., 


Adrien Sacquespée, Martirio di S. Adriano, 1659, musée des beaux-arts, Rouen

Biagio Puccini, Martirio dei SS. Adriano e Natalia, 1714-15, Cattedrale di S. Maria, Matelica

Nicolò Dorigati, Annunciazione con i SS. Adriano e Giovanni Nepomuceno e angeli, 1723, Trento

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