Nella festa del Vergine Santissima del Rosario, rilanciamo quest’intervista
del card. Burke, pubblicata anche da Chiesa e postconcilio, quantomeno indicata
nell’odierna ricorrenza della vittoria della flotta cristiana nella terza
battaglia di Lepanto (domenica 7 ottobre 1571) (le precedenti battaglie
risalgono al 1499, nota anche come battaglia di Zonchio, ed al 1500, nota anche
come battaglia di Modone: per riferimenti v. qui).
Nicolaus Safuris, Madonna della Consolazione o di Lepanto, XV sec., Chiesa di Santa Maria Formosa, Venezia |
Madonna del Rosario, Cattedrale di Nostra Signora del Rosario, Diamantina |
Giacomo Colombo, Madonna del Rosario con i SS. Domenico e Rosa da Lima, 1716, Chiesa della SS. Trinità, San Severo |
Ambito lombardo, Battaglia di Lepanto, XIX sec., Bergamo |
Raffaello Resio, S. Pio V in preghiera dinanzi alla Vergine del Rosario ovvero attribuisce alla Madonna del Rosario l'esito felice della battaglia di Lepanto, 1893-1910, Chiavari |
Luigi Gambini, Madonna del Rosario con S. Pio V e la battaglia di Lepanto, 1919, Faenza |
Carmelo Zimatore - Diego Grillo, Battaglia di Lepanto, 1920, Oppido Mamertina |
Amedeo Trivisonno, Battaglia di Lepanto, 1925-49, Campobasso |
“L’Islam è un
pericolo: vogliono sottometterci con le armi e con i figli”
Il prelato: “Quando saranno
maggioranza imporre la sharia al mondo sarà un obbligo”.
Di Fausto Biloslavo
Trieste. L’Islam che vuole
conquistare il mondo, le bandiere nere che puntano su Roma, l’immigrazione che
sovverte la maggioranza, i cristiani sotto tiro pure in Occidente, nessuna alternativa
alla famiglia tradizionale e Vladimir Putin «convertito» sono solo alcune
risposte forti del cardinale Raymond Leo Burke nell’intervista esclusiva a il
Giornale (guarda il
video).
Patrono
del Sovrano Militare Ordine di Malta e membro della Congregazione delle cause
dei santi, il porporato del Wisconsin, classe 1948, è lo stendardo della chiesa
tradizionale. Non pronuncia mai una parola contro Papa Francesco, ma durante
tutta l’intervista naviga fuori dal coro del politicamente corretto a
cominciare dalla difesa a spada tratta della famiglia classica.
Nel
2016 i cristiani sono ancora perseguitati?
«In
certe parti del mondo sono perseguitati e anche espulsi dalle loro terre. E
accade in paesi storicamente importanti dal punto di vista religioso come l’Iraq,
dove arrivò Abramo, terra dei caldei. Ma anche nei paesi del primo mondo, per
esempio nel mio paese (gli Stati Uniti, nda),
c’è il tentativo di negare ai cristiani il diritto di seguire la propria
coscienza. E di resistere all’aborto, alla sterilizzazione o altre prassi
mediche che procurano la morte (eutanasia, nda).
I problemi per i cristiani non riguardano solo il Medio Oriente, ma anche l’Occidente».
La
stessa Unione europea, in nome del politicamente corretto, spesso chiude gli occhi
sulle minacce ai cristiani. Cosa ne pensa?
«È
chiaro che i musulmani hanno come obiettivo finale conquistare il potere sul
mondo. L’Islam attraverso la sharia, la loro legge, deve governare il mondo e
permette atti di violenza contro gli infedeli, come i cristiani. Ma noi
stentiamo a riconoscere questa realtà e a reagire difendendo la fede
cristiana».
Lei
sostiene che chiudiamo gli occhi?
«Sì
e penso che le ragioni siano molte. In tanti non capiscono cos’è veramente l’Islam.
E creano questi slogan, che crediamo tutti nello stesso Dio, che siamo tutti
quanti uniti dall’amore e così via. Non è vero. Un’altra ragione è che i
cristiani hanno molto trascurato una verità fondamentale: c’è un solo salvatore
del mondo, Gesù Cristo. Non dobbiamo fare proselitismo imponendo la cristianità,
ma se crediamo in Gesù è nostro dovere darne testimonianza. Penso che questa
testimonianza non sia più molto forte anche nei paesi che un tempo venivano
chiamati cristiani, come le nazioni europee».
Lei
ha appena scritto un libro, «Hope for the
world: to unite all things in Christ», che parla anche di Islam.
«L’Islam
è una minaccia nel senso, che per il vero musulmano Allah deve governare il
mondo. Cristo nel Vangelo disse date a Cesare quello che è di Cesare. Al
contrario la religione islamica che si basa sulla legge del Corano punta a
governare nel Paese dove si trovano i musulmani. Fino a quando sono minoranza
non possono insistere, ma quando diventano maggioranza devono applicare la
sharia. Oggi ci sono enclave, interi quartieri, in Europa dove vige di fatto il
regime musulmano».
Si
riferisce a Molenbeek, le banlieue, quartieri in Inghilterra e paesi del Nord,
villaggi in Bosnia. Rappresentano dei tentativi di integrazione falliti?
«È
un fallimento perché si tratta di uno Stato dentro uno Stato. Il problema è che
i musulmani puntano all’espansione. Tutta la storia della presenza islamica in
Europa è un tentativo di conquistarla. Abbiamo appena celebrato l’8 settembre
la vittoria dei cavalieri di Malta dopo tre mesi di assedio dei musulmani nel
1565. Malta sarebbe stato il trampolino di lancio verso l’Europa».
Sui
muri di Sirte, ex roccaforte delle bandiere
nere in Libia, c’erano tante scritte dello Stato islamico sulla conquista di
Roma.
«È
un pericolo reale. L’Islam si realizza nella conquista. E qual è la conquista
più importante nei confronti dei cristiani? Roma».
In
Siria e Iraq i cristiani rischiano di scomparire?
«Certo.
Esiste un piano per sradicarli. I paesi cosiddetti cristiani insistono sull’eguale
diritto per tutte le religioni, ma in determinate nazioni musulmane non si può
neppure costruire una chiesa o professare il proprio credo in pubblico».
Contro
lo Stato islamico bisogna intervenire militarmente?
«Bisogna
fermarlo con i giusti mezzi a nostra disposizione trattandosi di criminali
della peggior specie».
Il
nostro giornale ha lanciato una campagna con il
sostegno dei lettori
per raccontare la tragedia attuale dei cristiani. Che ne pensa?
«Apprezzo
quello che il Giornale sta facendo
per rendere nota la persecuzione dei cristiani. Il vero servizio dei media non
è ripetere le cose che piacciono alla maggioranza, ma rincorrere la verità dei
fatti. Negli Stati Uniti, ma non solo, la gente non sente mai una voce diversa,
fuori dal coro».
L’immigrazione
è una risorsa o un pericolo?
«Ho
sentito diverse volte degli islamici che spiegavano: Quello che non siamo
riusciti a fare con le armi in passato lo stiamo facendo oggi con la natalità e
l’immigrazione. La popolazione sta cambiando. Se va avanti così, in paesi come
l’Italia, la maggioranza sarà musulmana».
Se
così fosse siamo noi troppo deboli?
«Tutto
questo accade per la corruzione dell’Occidente. Non ci sono più famiglie
sufficientemente numerose. In maniera supina accettiamo prassi che sono
contrarie alla legge naturale come l’aborto o il cosiddetto matrimonio fra
persone dello stesso sesso. È la dimostrazione che non siamo più forti nelle
fede. Ed una facile preda per la conquista».
Lei
è americano. Vladimir Putin, il presidente russo, ex ufficiale del Kgb, è una minaccia
o l’ultimo difensore di valori tradizionali?
«Sono
molto soddisfatto della sua difesa della vita e della famiglia, come Dio ha
creato dall’inizio con un uomo e una donna. Non possiamo negare ad un persona
come Putin la conversione. È possibile che oggi abbia capito quello che non
capiva 30 anni fa (ai tempi del Kgb, nda)».
Fonte: Il Giornale, 4.10.2016
Nessun commento:
Posta un commento