sabato 15 ottobre 2016

"La farfalletta è morta, felicissima d’aver trovato il suo riposo, e Cristo vive in lei" (Castello interiore, settime mansioni, III, 1) - SANCTÆ TERESIÆ A JESU, VIRGINIS

«Yo, Teresatú eres toda mia y yo soy todo tuyo. Te amo tanto, que si no hubiera creado el cielo, por tí sola lo crearía», cioè «Io sono tutto tuo, e tu sei tutta mia, se non avessi creato il Cieloper te sola lo creerei», disse un giorno Gesù alla sua cara sposa Teresa d’Avila, nel 1572, avendola trasportata in cielo. La frase pronunciata dal Divin Maestro non si trova negli scritti della Santa, ma nella storia dei Carmelitani scalzi, e rinviene da testimonianze di persone degne di fede, che hanno deposto durante il processo di canonizzazione di Teresa. La nostra Santa comunque riporta nei suoi scritti la confidenza di Gesù: «Ya eres mía y Yo soy tuyo», «Sei già mia ed io sono tuo» (Santa Teresa d’AvilaLibro della mia vita, Milano 2006, cap. XXXIX, § 21, p. 371). Santa Teresa, al secolo Teresa de Cepeda y Ahumada, meritò, in effetti, le grazie più sublimi della vita mistica, perché lasciò ardere il suo cuore dell’incendio del divino amore.
Invisibilmente ferita da un angelo con il dardo della carità divina, come abbiamo ricordato nella memoria liturgica della festa della transverberazione, Teresa fu da allora come un olocausto immolato nella fiamme della santità di Dio. Come sposa, Teresa non visse che per il suo Sposo, e, per procurargli gloria, ella non si prese cura né dei pericoli né delle fatiche. Povera e contraddetta, ella poté, prima di morire, fondare più di trenta monasteri della sua riforma. Come confidente, Teresa mise per iscritto i segreti di questa scienza mistica alla quale Dio l’aveva iniziata nei suoi colloqui ed i volumi che ella compose sono tali che le hanno meritato la rinomanza di dottore della vita spirituale.
Come vittima, infine, quando l’incendio dell’amore divino ebbe preso in lei tali proporzioni, che consumò il suo cuore, la natura troppo debole soccombé e l’anima, ormai libera, s’involò verso lo Sposo in Paradiso.
La morte di Teresa, infatti, fu di natura mistica. È nota la causa naturale: il faticoso viaggio da Burgos ad Avila, compiuto in pessime condizioni, le causò un flusso di sangue, facendole rendere placidamente l’anima a Dio, posando dolcemente la testa sulle braccia della consorella infermiera. In realtà, la causa ultima fu di natura mistica: fu l’ultimo assalto dell’amore divino, che ruppe la debole tela del suo corpo, ricongiungendo nell’eternità l’eletta al Suo Amato Sposo. Questa è peraltro la versione indicata dalla Bolla di Canonizzazione della Santa: cioè la sua fu una morte per amore.
Si legge «quin etiam post mortem – cuidam moniali per visum manifestavit se non vi mortis, sed ex intolerabili divini amoris incendio vita excessisse» (la suora a cui si accenna è suor Caterina di Gesù del monastero di Bea, monaca dotata di grandi virtù).
Il desiderio di morire per amore, del resto, emerge in una preghiera che la Santa era solita recitare, prima di morire:

«Mio Signore e mio Sposo!
È giunta l’ora tanto desiderata.
Finalmente è giunta l’ora di vederci.
Mio amato, mio Signore,
è giunta l’ora di partire.
È giunta l’ora.
Sia fatta la vostra volontà!
Sì, è giunta l’ora che io lasci quest’esilio
E che la mia anima goda di Voi,
che ho tanto desiderato».

Il Signore la ascoltò. Era la mattina del 4 ottobre 1582, festa di San Francesco d’Assisi, un altro ferito d’amore come lei. Il giorno dopo, per la correzione gregoriana del calendario, diventò il 15 ottobre.
Cinque anni prima della morte, Santa Teresa aveva descritto la sua morte con parole altamente poetiche: «La farfalletta è morta, felicissima d’aver trovato il suo riposo, e Cristo vive in lei» (Castello interiore, settime mansioni, III, 1).
San Giovanni della Croce, avendo dinanzi agli occhi l’esperienza di Teresa, dirà che la fiamma d’amore, che investe le anime trasformate, spezza la tela del corpo e «si porta via il gioiello dell’anima».
La festa di quest’anima serafica del Carmelo, canonizzata nel 1622 da Gregorio XV, fu introdotta da Urbano VIII nel Messale nel 1636 con rito semidoppio ad libitum; semidoppio nel 1644, doppio nel 1668. Roma cristiana ha dedicato alla nostra Santa una basilica minore nel quartiere Pinciano, costruita tra il 1901 ed il 1902. Dal 1962 è titolo presbiterale cardinalizio (Santa Teresa al Corso d'Italia).








Fray Juan de la Miseria, Ritratto dell’allora Beata Teresa d’Avila all’età di 61 anni, 1576

Autore anonimo, S. Teresa, XVII sec., Ayuntamiento de Sevilla, Siviglia


Cornelis Galle il Vecchio, S. Teresa, XVII sec.



Ritratto autentico di S. Teresa, XVI sec.

Gerard van Honthorst (Gherardo delle Notti), S. Teresa d'Avila, XVII sec.

Alonso Cano, Apparizione del Crocifisso a S. Teresa, 1629, Museo del Prado, Madrid

Alonso Cano, Apparizione del Salvatore a S. Teresa, 1629, Museo del Prado, Madrid

Anonimo, S. Teresa, XVII sec., Museo del Prado, Madrid

Jusepe de Ribera, S. Teresa, Museo de Bellas Artes, Valencia


Jusepe de Ribera, S. Teresa, 1630, Museo de Bellas Artes, Siviglia

Bartolomé Pérez, S. Teresa in ghirlanda di fiori, XVII sec., Museo del Prado, Madrid


Autore anonimo, Madonna con Bambino tra i SS. Adriano martire e Teresa d'Avila, XVII, museo diocesano, Senigallia

Antonio Acisclo Palomino, S. Teresa scrive ispirata dallo Spirito Santo, XVIII sec.

Corrado Giaquinto, S. Teresa d'Avila, XVIII sec., collezione privata

Eduardo Balaca y Orejas-Canseco, S. Teresa, XIX sec., Museo del Prado, Madrid

Jérôme-Marie Langlois, Estasi di S. Teresa, 1836

Parte anteriore del Sepolcro di S. Teresa - Basilica di S. Teresa, Alba de Tormes

Parte posteriore del Sepolcro, avvicinabile da parte dei fedeli

Accesso alla parte posteriore del sepolcro

1 commento:

  1. Esplendida la galeria iconografica! Congratulazioni! Oggi, Festa di Santa Teresa di Gesu, la Chiesa essulta di gioia. La Santa ci aiuti in questi momenti. Ella,la quale avrebbe sofferto il martirio per la piu piccola Cerimonia della Chiesa come si legge nelle sue Opere.
    Oh Virgen de Castilla, que desfalleces de mal de Amores, aqui nos tienes, con nuestras manos llenas de flores!
    E finisco con sue ultime parole:
    En fin, soy hija de la Iglesia!
    Alla fine, sono figlia della Chiesa!

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