Rilanciamo, come di consueto, l’editoriale
del mese di ottobre di Radicati nella fede, pubblicato anche da Riscossa cristiana, nella festa di S. Teresa del Bambin Gesù e del Volto Santo (di
Lisieux), vergine.
Ambito lombardo, S. Teresa di Lisieux, XX sec., Bergamo |
Giuseppe Rivani, S. Teresa di Lisieux, 1923, Bologna |
Silvio Travaglia, S. Teresa di Lisieux, 1925, Padova |
Corsiera Sacchi Cavallina, S. Teresa di Lisieux, 1928, Bergamo |
Antonio Soranzo, S. Teresa di Lisieux, 1930, Padova |
Camillo Bernardi, Pala di S. Teresa di Lisieux, 1936, Trento |
Camillo Bernardi, S. Teresa di Lisieux, 1937, Trento |
Bottega Gardenese, Madonna con Bambino e S. Teresa di Lisieux, 1942-43, Trento |
Giovanni Gasparro, S. Teresa di Lisieux, 2014, collezione privata |
LA
REALTÀ È DI DIO:
L’OBBLIGATORIETÀ DELLA MESSA
Editoriale
di “Radicati nella fede”
Anno
IX n.10 - Ottobre 2016
Hanno umanizzato la Messa e poi l’hanno
resa facoltativa: potremmo sintetizzare così la tragica parabola discendente
del cattolicesimo ammodernato.
Intanto urge ricordare che la
Messa cattolica, quella vera, poggia tutta sulla realtà e non su moti spirituali
soggettivi.
È reale il mondo che non si è
fatto da sé; è reale Dio, Creatore e Signore di tutto ciò che esiste. È reale,
realissimo, che il mondo, dopo la caduta del Peccato Originale, è salvato da
Gesù Cristo. Attenti però: il mondo è salvato da Cristo in modo reale, non
retorico cioè per modo di dire; è salvato con una azione storica redentiva: la
sua Incarnazione Passione e Morte al Calvario.
L’azione salvifica di Gesù Cristo
poi risponde al realismo della riparazione: Dio è stato offeso in modo inaudito
dagli uomini, e solo il Dio fatto uomo può riparare una simile offesa,
sostituendosi a noi sulla Croce.
La Messa cattolica è la
perpetuazione di questa riparazione che salva: Gesù Cristo continua ad offrirsi
al Padre in sacrificio propiziatorio affinché per noi ci sia il perdono del
Padre; e la propiziazione continua, lungo la storia, su tutti gli altari
cattolici del mondo.
Il cristiano di duemila anni ha
vissuto dentro questo realismo che riconosce che tutto è fatto e dipende da
Dio; e che tutto può rinascere dopo il peccato solo nel sangue di Cristo offerto.
È per questo realismo che al
centro di tutto il Cristianesimo mise la Messa, e non si sognò mai di renderla
facoltativa.
E il Cristianesimo diffuse la celebrazione della Messa in tutto il mondo facendola diventare il centro della vita degli uomini, delle loro giornate e del loro tempo; la fece il centro della Civiltà umana e non solo della Chiesa. Anche la struttura delle città e dei villaggi fu intorno alle Chiese, perché dentro vi si celebrava quotidianamente la Messa.
E il Cristianesimo diffuse la celebrazione della Messa in tutto il mondo facendola diventare il centro della vita degli uomini, delle loro giornate e del loro tempo; la fece il centro della Civiltà umana e non solo della Chiesa. Anche la struttura delle città e dei villaggi fu intorno alle Chiese, perché dentro vi si celebrava quotidianamente la Messa.
E ogni atto della vita degli
uomini fu segnato dalla Messa cattolica.
Sì, perché la Messa vive di
questi due riconoscimenti: Dio Creatore e Cristo Redentore.
E il cristiano, ragionevolmente
realista, non si è mai sognato che qualcuno, normale di mente, potesse mettere
in dubbio che tutta la realtà dipenda da Dio. A tal proposito San Paolo scrive:
“Essi sono dunque inescusabili, perché, pur conoscendo Dio, non gli hanno
dato gloria né gli hanno reso grazie come a Dio, ma hanno vaneggiato nei loro
ragionamenti e si è ottenebrata la loro mente ottusa” (Rm 1,21). Il
Concilio Vaticano I cita proprio questo brano di San Paolo per ricordare che l’esistenza
di Dio può essere riconosciuta con la ragione e che l’uomo è quindi inescusabile quando
professa una laicità atea o agnostica.
Ma qualcosa di strano è accaduto
nel mondo cattolico: hanno voluto umanizzare la Messa, e questo realismo è
naufragato nel soggettivismo.
Hanno, ed è evidente nella
riforma liturgica di fine anni ‘60, incentrato la Messa sull’uomo che prega e
non su Dio che salva. Hanno così trasformato l’azione di Cristo, che salva dall’abisso,
in un incontro personale dell’uomo che cerca Dio. È il grande inganno: la nuova
messa diventa un’azione puramente religiosa che nasce da una fede individuale;
e non è più principalmente l’azione di Dio che fa esistere il mondo.
Padre Pio diceva: “Il mondo può stare anche senza il sole, ma non senza la santa Messa”.
Padre Pio diceva: “Il mondo può stare anche senza il sole, ma non senza la santa Messa”.
Una messa ridotta a preghiera
dell’uomo può benissimo diventare facoltativa, anzi lo è già ampiamente diventata.
Una messa così mutilata può essere una delle tante preghiere inventate dall’uomo
che cerca Dio, e diventa spaventosamente facoltativa, destinata solo a chi ne
sente il bisogno.
Ma la Messa di Cristo, che
sostiene e salva il mondo, facoltativa non lo sarà mai, anche se preti e fedeli
moderni inneggeranno alla libertà di coscienza. Non sarà mai facoltativa per l’uomo
e per la Chiesa che riconoscono la realtà.
Le recenti polemiche sulle
mancate messe d’inizio anno nelle scuole di stato, in nome della laicità
italiana, rivelano pienamente questa crisi.
È una crisi che nasce tutta in
casa cattolica: il cristianesimo ammodernato ha reso tutto spiritualista e soggettivo,
per cui gli alunni che riconoscono ancora Dio devono andare a Messa fuori dall’orario
scolastico. E magari uno stuolo di ecclesiastici sosterrà che questo è giusto
per rispettare le libertà individuali.
Però questo non sarà mai il
cattolicesimo.
Il cattolicesimo di sempre dice
invece che la virtù di religione nasce dalla giustizia: l’uomo che non si è
fatto da sé, e che non si può salvare con le sue forze dalla morte, deve pubblicamente
compiere il suo omaggio a Dio, rendendogli un culto pubblico. E la ragione deve
riconoscere la fondatezza della Rivelazione cristiana, storicamente
verificabile, e quindi riconoscere pubblicamente il Dio di Gesù Cristo. Solo così
l’uomo sarà giusto.
Uno stato che rende invece
privato tutto questo, non può essere uno stato giusto. Mina al fondamento la
possibilità della civiltà; e rende impossibile la cultura, che nasce dall’intelligenza
dell’uomo.
Il mondo può stare anche senza il
sole, ma non senza la santa Messa: e la
nostra civiltà e cultura sono già finite perché si sono private di questo sole.
Come ci piacerebbe poter
discutere di questo con tanti, che hanno ormai ceduto al fideismo dei nuovi
dogmi laici. Ci piacerebbe poterne parlare con i preti, con i genitori cattolici,
con i politici, con tutte le persone di buona volontà che stanno rassegnandosi
a questa tragica deriva.
Chi mi riconoscerà davanti agli
uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli: è chiaro che Nostro Signore Gesù Cristo posa tutto sul
riconoscimento della realtà e della Sua presenza, contro tutte le fantasie
delle mode ideologiche del momento.
La Chiesa è posta nel mondo per
riportare gli uomini alla realtà che è Dio, non per osannare le libertà individuali.
La Chiesa è posta nel mondo per porre la centralità e l’obbligatorietà della Messa.
La Chiesa è posta nel mondo per porre la centralità e l’obbligatorietà della Messa.
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