Dopo
l’articolo di domenica scorsa pubblicato su ben due paginoni centrali dal
quotidiano de La Stampa, per parlare di un movimento – asseritamente
marginale all’interno della Chiesa – di contrasto al Vescovo di Roma, il
co-autore dott. Galeazzi è ritornato sul tema con una sua intervista: Pierluigi Miele, La “Cyber guerra”
contro Papa Francesco. Intervista a Giacomo Galeazzi, in Rainews, 18.10.2016. Ci sarebbe da dire: se il fantomatico movimento oppositivo fosse
marginale, o pressoché irrilevante, l’enfasi che se ne è data è certamente
controproducente, poiché significa tirarlo fuori da quella presunta
marginalizzazione o irrilevanza in cui sarebbe confinato, dandogli notorietà
(cfr. Goffredo Pistelli, La
Stampa cala l’elmo in difesa di Papa Francesco dai putiniani, in Italiaoggi, 20.10.2016). Forse era questo il vero intento dei dott.ri Tornielli e
Galeazzi? Cioè tirar fuori dall’anonimato ed indistinto quel movimento
variopinto? Non si attacca se non chi si teme o, forse, guardando al subconscio,
quelli che, segretamente, si ammirano o, forse, ancora si bacchettano questi
movimenti “marginali”, ma in realtà si vorrebbe bacchettare il Vescovo di Roma
… secondo l’adagio Parlare a nuora, perché suocera intenda.
Non
abbiamo il tempo di seguire le reazioni a quest’articolo né vogliamo esprimere
dirette considerazioni, benché ce ne sarebbero. Francamente, però, questa
dimostrazione di “muscoli” non ci interessa, preferendo seguire la nostra
strada.
Per
chi, con animo più battagliero del nostro, voglia seguire un po’ da vicino
queste vicende rinviamo volentieri ai vari aggiornamenti forniti da MiL
(v. Lista di proscrizione sui cattolici “cattivi”: numeri di lettori dei
blog, altre considerazioni e secondo aggiornamento, in blog MiL – Messa in latino, 20.10.2016; Aggiornamenti sugli articoli de La Stampa e La
Nuova Europa, ivi, 17.10.2016; Articolo de La Stampa di oggi sui
tradizionalisti: alcune nostre riflessioni, ivi, 16.10.2016; MiL
annoverato tra gli “adoratori” di Putin antibergogliani. (La Stampa 16.10.2016),
ivi. Qui rilancia le risposte di don Nicola Bux già da noi pubblicate qualche giorno fa e che sono state parimenti pubblicate, riprese dal nostro blog, da Chiesa e postconcilio e da Cristianesimo cattolico) così come a Chiesa e postconcilio (La Stampa:
Tornielli, Galeazzi & Introvigne inseriscono CHIESA E POSTCONCILIO nel “grande
gombloddoh” antibergogliano, in Chiesa e postconcilio, 16.10.2016), a
Radiospada (Cristiano Lugli, Le
comiche: ‘La Stampa’ e i suoi strafalcioni su Radio Spada & co., in Radiospada, 18.10.2016), a Riscossa cristiana (Alessandro Gnocchi, Fuori moda - La posta di A. Gnocchi, in Riscossa cristiana, 20.10.2016; Paolo Deotto, La Stampa, Galeazzi, Tornielli, Introvigne. C’è un nuovo “cattivo” da mettere alla gogna: chi critica Bergoglio e apprezza Putin. Ma soprattutto c’è il tentativo (goffo) di inoculare un veleno più sottile, in ivi, 17.10.2016), a Libertà e persona (Francesco
Agnoli, Le terribili poltiglie di Andrea Tornielli, in Libertà e persona, 16.10.2016; Id., Gli
adoratori di Putin (anche Benedetto XVI e Francesco?), ivi, 17.10.2016; Asianews risponde alle accuse, ivi, 18.10.2016; Caius, Critica a Galeazzi:
disinformazione, calunnia e diffamazione?, ivi, 19.10.2016), a
Sandro Magister (il quale non ha mancato di sottolineare gli errori dozzinali
in cui è incorso il Vescovo di Roma: Quanti errori, Santità. E qualcuno da
matita blu, in blog www.chiesa, 19.10.2016) ed agli amici Francesco Colafemmina (Vatikan Pravda,
in Fides et forma, 16.10.2016) ed Antonio
Socci (Ecco perché gli italiani non credono ai giornali (e non li
leggono). Ed ecco perché l’opposizione a Bergoglio è esplosa sui siti internet,
in Lo Straniero, 20.10.2016). Questi sono molto più qualificati di noi
per replicare, punto per punto, come merita l’articolo de La Stampa. L’unico
rammarico è che il nostro blog non è stato neppure menzionato, benché spesso
sia stato evocato da altri … Forse siamo ancor più marginali. Ed insignificanti.
Meglio così. In una prospettiva evangelica ciò che è disprezzato, è appunto
marginale, diviene fermento e creta malleabile per essere forgiata da Dio
stesso per i suoi fini.
Ah
… dimenticavamo: anche Il Sussidiario si scopre essere un fan di Putin …
(v. Carl Larky, Il gioco
pericoloso di Obama per incastrare Trump e aiutare Hillary, in Il Sussidiario, 19.10.2016).
No.
A noi non interessano molto questi discorsi. A noi è più congeniale un profilo
più discreto, più attinente alla dottrina. Per questo riprendiamo dall’articolo
di Miele l’intervista al dott. Galeazzi semplicemente per sfatare un mito: che
cioè il sostegno di una maggioranza voglia significare giustezza delle ragioni
e che una minoranza si coniughi necessariamente e sempre con il torto.
E questo
mito va subito sfatato per una serie di ragioni:
1.
in primo luogo non può sfuggire come questa maggioranza/minoranza sia governata
dal notevole impatto mass-mediatico che Francesco riceve. Indubbiamente si
tratta di un personaggio che gode un forte favore sui maggiori mass-media. Chi
lo nega? I media, non servono analisi sociologiche al riguardo, sono in grado
di creare la fortuna o la sventura di una persona, buona o pessima che sia. E
miti. E così ad es. si è imposto il mito di un “Papa amante dei poveri” o di “Papa
ecologico” o altre amenità. Eppure si dimentica che proprio questo papa, o chi
per lui (visto che chi lo fa, lo compie in suo nome), non disdegna di voler
dare in locazione un enorme immobile a Borgo, nella Città Leonina, alla multinazionale
Mac Donald, non certo famosa per il rispetto della biodiversità e l’impegno
ecologico, suscitando l’irritazione anche di alcuni prelati; o permettere di
aprire in via della Conciliazione un locale di movida dell’Hard rock Cafe
in luogo della sacra Elledici. Non si può ancora dimenticare l’affitto,
alla nota casa automobilistica Porsche, per un evento mondanissimo …
ovviamente “per i poveri”, della Cappella Sistina … quasi che la stessa non
fosse più luogo di preghiera, ma auditorium per eventi mondani
asseritamente benefici (Domus mea domus orationis vocabitur e non già speluncam
latronum, esclamerebbe il Salvatore!).
Sempre il nostro vuol degradare
Castel Gandolfo a museo, cercando di captare, dietro ovviamente esborso di
denaro, le pruriginose curiosità del pubblico odierno dei media che accorrerà,
sulle prime, a vedere dove (ci sia permesso usare il tono ironico-sarcastico!) il buongustaio Pio XI pranzava, o dove singhiozzava
il discusso Pio XII o i passaggi, più o meno segreti, del bonaccione
Giovanni XXIII o il letto magnificentissimo in cui l’efferato Benedetto
XV passava i suoi ozi o, infine, lo studio in cui il perfido Paolo VI
compose l’Humanae vitae, per poi - dopo qualche mese - reputare tutto un
piccolo ammasso di anticaglie e lasciar perdere e magari mettere all’asta per
rastrellare il fondo del barile … ovviamente sempre per … i poveri …. dando
ovviamente alla notizia la massima enfasi mass-mediatica.
Resterebbe
aperto, dunque, l’interrogativo se le figure costruite dai mass-media siano
reali o meno. Ma questo sarebbe un altro discorso.
2.
In secondo luogo, va rammentata la prospettiva evangelica. Questo consenso “mondiale”,
questo plauso coniuga forse l’ottica evangelica? A noi sembra proprio di no.
Chi poco poco conoscesse il Vangelo saprebbe benissimo che il consenso “di
questo mondo” è, anzi, guardato con estremo sfavore. “Questo mondo”, infatti, è
al servizio di colui che Gesù stesso affermò essere il “principe di questo
mondo”: quest’ultimo, nelle celebri Tentazioni, volle offrirglielo, perché,
diceva: “è stata messa nelle mie mani e io la do a chi voglio” (Luc. 4, 6) …. a
condizione che, prostrandosi, lo adorasse. In una prospettiva, dunque, evangelica,
il plauso “di questo mondo” dovrebbe far inorridire un cattolico e non
compiacere. Gesù indica chiaramente, non a caso, la strada del vero discepolato:
“Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del
mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma
io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia” (Johan. 15, 18-19). La
parola del Signore, dunque, non lascia dubbio alcuno: il mondo ama ciò che è
suo, ciò che gli appartiene e gli è proprio e congeniale. Ognuno, dunque, ne
tragga le debite e logiche conseguenze. La minoranza, asseritamente di “oppositori”,
perciò, lungi dall’essere capodica, è, anzi, composta di quei pochi che, non facendosi
abbagliare dalle luci della ribalta e dalle luci del mondo, cerca di leggere
gli eventi con obiettività, tenendo, o cercando di tenere, innanzi agli occhi
il Vangelo e la Verità.
3.
In terzo luogo, ci sarebbe da domandarsi in che misura questo consenso “mondiale”
sia sincero. Bisognerebbe domandarsi quanta parte di questo plauso non sia
interessato; interessato non al bene delle anime, cioè alla loro salvezza
eterna, ma per godere di più limitati e contingenti benefici. Bisognerebbe
vedere quanti, ad es., nel clero – a differenza di quanto avveniva in passato –
pur consapevoli dell’infondatezza e dell’erroneità delle ragioni del Vescovo di
Roma manifestino nondimeno un consenso apparente, magari per beneficiare di
qualche promozione ecclesiastica presso la nuova corte dei miracoli o, più
semplicemente, per “non avere noie” dai propri superiori. Quanti fedeli, poi,
più o meno lontani dalla regolare pratica religiosa e dal depositum fidei,
e quindi fedeli solo in quanto registrati nei registri di battesimo, sarebbero
consapevoli della fondatezza/infondatezza delle motivazioni del Vescovo di
Roma? Francamente ci riesce difficile immaginare che un fedele, che, a malapena
fosse in grado di segnarsi con la Croce, poi riesca ad esprimere un consenso o
un dissenso consapevoli. Quel che si vuol dire insomma è quanta parte di questo
consenso sia costituita da una massa informe ed anodina di “pecore matte” di
dantesca memoria, manipolata dai mass-media ed affascinata da zuccherosi, e
poco virili, abbracci e bacetti? Quanta poi, in situazione irregolare, esprime
un consenso decisamente interessato, pensando al proprio particulare?
Per
cui, non si dovrebbe equiparare una minoranza al torto delle ragioni: ciò che
certamente non si può fare è l’equiparazione contraria, cioè attribuire al
consenso della maggioranza la correttezza delle motivazioni.
Un
dettaglio non secondario abbiamo dimenticato: l’analisi dei dottori
Tornielli-Galeazzi è parziale perché circoscritta solo al fenomeno italiano,
forse neppure molto rappresentativo. Dovrebbero estenderla anche a livello più
universale per avere uno sguardo più completo.
Augustinus
Hipponensis
Il mio sito era fra i nominati, però nel dossier de "La Nuova Europa", di cui, sicuramente per mio difetto, ignoravo persino l'esistenza.
RispondiEliminaPerò vorrei dire che ci siamo confrontati in vari "proscritti", grandi e piccoli, e di prima botta non è stato proprio un buonumore.
Poi alla fine ci si vede il lato positivo e si riesce anche a fare dell'umorismo.
Scuola Ecclesia Mater era fra gli "ecc.", spesso ripetuti, evidentemente.
Concordo con la disamina di Augustinus Hipponensis (perché usare uno pseudonimo?), andiamo avanti per la nostra strada, cercando di essere uniti e solidali tra noi, perché stiamo servendo lo stesso Padrone.