“Queste
risposte non s’hanno da dare”, parafrasiamo così una nota frase della
letteratura manzoniana. Si tratta della sostanza dell’ordine dato dal vescovo
di Roma al card. Müller, prefetto della Congregazione per la dottrina della
fede. I dubia? Finiscano nella catasta di altri dubbi e perplessità
giunte presso la Congregazione per la dottrina della fede sempre in merito
all’esortazione Amoris laetitia! Per un commento su ciascuno dei
cinque dubbi, si rinvia a don
Alfredo M. Morselli, Amoris laetitia: la prima domanda dei Cardinali,
in blog MiL,
Messa in latino, 15.11.2016; Amoris laetitia: la seconda domanda dei
Cardinali, ivi,
16.11.2016; Amoris laetitia: la terza domanda dei Cardinali, ivi,
18.11.2016; Amoris laetitia: la quarta domanda dei Cardinali, ivi,
21.11.2016; Amoris laetitia: la quinta domanda dei Cardinali, ivi,
22.11.2016).
La
polemica intorno ai quesiti posti dai quattro cardinali non sembra cessare.
Anzi, si accresce. Il vescovo di Roma ha accusato il colpo. Da alcune fonti,
interne al Vaticano, si apprende che lo stesso sarebbe «bollente di rabbia»
(così Claire Chretien, Vatican
expert: Sources say Pope Francis ‘boiling with rage’ over Amoris criticism,
in Lifesitenews,
Nov. 18, 2016), rimproverando i quattro porporati di «legalismo» (Id., BREAKING: In wake of 4
Cardinals letter, Pope Francis rebukes ‘legalism’ of Amoris
Laetitia critics, ivi).
Non si accetta la correzione fraterna, così come la fece San Paolo nei riguardi
di San Pietro: cfr. Umiltà di San Pietro nell’accettare la correzione
di San Paolo, in blog MiL
Messa in latino, 17.11.2016; S. Tommaso d’Aquino: “Paolo recò
un vantaggio a Pietro correggendolo”, ivi,
19.11.2016. V. anche Benedetto
XVI, Il “Concilio” di Gerusalemme e l’incidente di Antiochia, ud.
gen. 1.10.2008).
C’è anche
chi, vicino al vescovo di Roma, ha persino adoperato espressioni chiaramente
offensive verso i quattro cardinali (cfr. Pete
Blakinski, Famed papal ‘mouthpiece’ compares 4 Cardinals to
‘witless worm’ in stream of tweets, in Lifesitenews,
Nov. 18, 2016) o li ha accusato di chissà quali trame (cfr. Sandro Magister, Il papa tace,
ma il neocardinale suo amico parla e accusa. Non c'è pace su "Amoris laetitia",
in blog Settimo
cielo, 18.11.2016). Anche lo stesso vescovo di Roma, non ha mancato di
alludere a questi parlando di “sopportare le persone moleste” (cfr. Steve Skojec, Actual Headline:
“Pope Francis Explains How to Put Up With Annoying People”, in Onepeterfive,
Nov. 16, 2016).
Del resto,
in una lunga intervista al quotidiano Avvenire, egli afferma di non
comprendere simili critiche, atteso che non starebbe “svendendo” la dottrina,
ma starebbe solo attuando il Concilio Vaticano II sino in fondo e che la
Chiesa non sarebbe «una squadra di calcio in cerca di tifosi» (Stefania Falasca, L’intervista
integrale. Papa Francesco: non svendo la dottrina, seguo il Concilio,
in Avvenire,
17.11.2016; Andrea Tornielli, Il
Papa: “La Chiesa non è una squadra di calcio che cerca tifosi”, in Vatican
Insider, 18.11.2016. Sull’intervista, v. Tre postille
all’intervista del 17 novembre 2016, in Chiesa
e postconcilio, 10.12.2016. Cfr. Matteo
Matzuzzi, Il Papa: “Tante critiche non sono oneste, vogliono
fomentare la divisione”, in Il
Foglio, 18.11.2016. Quest’ultimo articolo è riprodotto col titolo Bergoglio
conferma ciò che abbiamo sempre detto: ‘è il cammino del Concilio, non sono io’,
in Radiospada,
18.11.2016).
Quasi
contestualmente alla pubblicazione dei “dubia”, lo stesso card. Burke
rilasciava due distinte interviste. Nella prima illustrava a Catholic
Action il senso dell’appello alla chiarezza (Exclusive Interview:
Cardinal Burke Explains Plea to Pope for Clarity, in Catholic
Action, Nov. 14,2016; Intervista esclusiva: il Cardinal Burke
spiega l’appello alla chiarezza rivolto al papa, in Chiesa
e postconcilio, 15.11.2016). Nella seconda, ricordava che qualora il
vescovo di Roma decidesse di non fornire alcun chiarimento, i Padri Cardinali
avrebbero assunto dei provvedimenti conseguenti per correggere il “grave
errore” (Edward Pentin, Cardinal
Burke on Amoris Laetitia Dubia: ‘Tremendous Division’ Warrants
Action, in NC
Register, Nov. 15, 2016; Cardinal Burke: “Se il Papa non
fornirà i chiarimenti richiesti, i Cardinali potrebbero adottare un atto
formale di correzione di errore grave”, in Chiesa
e postconcilio, 16.11.2016; Cardinal Burke: “Se il Papa non
chiarirà l’errore grave, i Cardinali potrebbero compiere un atto formale di
correzione”, in blog MiL
Messa in latino, 16.11.2016).
Cfr. su
queste interviste Andrea Giacobazzi, Non
di sole critiche vive l’uomo, in Radiospada,
18.11.2016; Gabriele Colosimo, Cardinali
“ribelli”, resistenza e scissione dell’atomo, ivi,
17.11.2016; Monizioni canoniche: alcuni cardinali stanno per
compiere un ‘atto di correzione formale’ verso Bergoglio?, ivi,
16.11.2016; Ripercussioni dell’appello dei quattro cardinali,
in Corrispondenza
romana, 17.11.2016; Emanuele
Barbieri, Cardinale Burke: un atto di correzione al Papa è
possibile, ivi; Benedetta Frigerio, Burke spiega
i dubia: “In atto una divisione tremenda”, in LNBQ,
17.11.2016).
La
situazione è assai grave, essendo sull’orlo di uno scisma (Steve Skojec, A Rapidly Emerging
Schism, in Onepeterfive,
Nov.15, 2016; nonché in versione italiana, Uno scisma che sta
venendo rapidamente alla luce, in blog MiL,
Messa in latino, 17.11.2016), essendo emerse le forti contrapposizioni
all’interno della Chiesa (cfr. Maike
Hickson, The Return of the Sankt Gallen “Mafia” – And The Loyal
Opposition, in Onepeterfive,
Nov. 18, 2016) sarebbe stato creato uno strano organo, non molto ben
definito, per l’attuazione della riforma voluta dal vescovo di Roma (cfr. Sandro Magister, “Sodalitium
Franciscanum”, aspiranti spie a cattivo servizio. Con un Post Scriptum, in
blog Settimo
cielo, 15.11.2016; Incredible - Sandro Magister reveals: A
Banana-Republic Gestapo for Francis: Either Defend Amoris Laetitia, or
You’re In Trouble, in Rorate caeli, Nov.
15, 2016).
Per alcuni
commenti sui dubbi proposti, v. Stefania Venturino, “Dubia”, I quattro
cardinali hanno ragione, in LNBQ,
17.11.2016; Paolo Pasqualucci, I
cinque “DUBIA” dei quattro cardinali. Riflessioni ad una prima lettura,
in Chiesa
e postconcilio, 14.11.2016; Chi è che fa finta di non capire, ivi,
16.11.2016; Marco Tosatti, Uno
strano Concistoro senza incontro con i Cardinali da tutto il mondo. Per non
rispondere ai “Dubia”?, in Stilum
Curiae, 17.11.2016; nonché in Chiesa
e postconcilio, 17.11.2016 ed in Radiospada,
17.11.2016; Lorenzo Bertocchi, Via
al Concistoro, con l’ombra dei dubia, in LNBQ,
18.11.2016. In senso critico verso i dubia, cfr. Andrea Grillo, La recezione di “Amoris
Laetitia”: Studenti di diritto canonico rispondono ai cardinali!,
in Munera,
17.11.2016; Pierluigi Consorti, Quattro
cardinali dubbiosi, in Università
di Pisa, 15.11.2016. Da parte la circostanza che questi due autori,
nelle loro critiche non risparmiano espressioni anche termini al limite
dell’offensivo, va posto in luce che i dubia non lamentano, di
per sé, la scarsa chiarezza dell’Amoris laetitia, ma
interrogano il vescovo di Roma se vi sia stato o no un mutamento di dottrina
ovvero se debbano considerarsi ancora valide e vigenti le prescrizioni per lo
più contenute nella Familiaris consortio di Giovanni Paolo II.
Non solo. Ci sono diverse problematicità nel discorso del giurista, a cui se
avremo tempo, vorremmo rispondere. Qui basti evidenziare qualche aspetto. I
quesiti dei cardinali non esprimono alcun legalismo, ma allo stesso tempo
neppure le istanze di antigiuridicismo presenti in Amoris laetitia.
Il Divin Maestro non accompagna (non si capisce peraltro dove ….), va sì in
cerca della pecorella smarrita, ma non può far nulla se questa non vuole
salvarsi. Direbbe S. Agostino: «Colui che ha creato te senza di te, non può
salvare te senza di te». La verità è che la misericordia a cui allude il
vescovo di Roma, e che costituisce il leitmotiv del suo magistero, non sembra
essere quella di Cristo, che perdona, sì, ma che rimprovera, che sana e che
guarisce dal peccato. La concezione, che emerge da Amoris laetitia (e
non solo), pare essere molto affine a quella luterana, del mantello dei meriti
di Cristo posato sulle miserie di un uomo, il quale non può non peccare e,
pertanto, non vuole smettere di peccare, anzi che si vanta del peccato, come è
stato più volte affermato (cfr., tra i tanti, il discorso
del 9.2.2016), fraintendendo un testo paolino nel quale l’Apostolo delle
Genti dichiara di vantarsi, non già delle sue offese a Dio, ma delle sue
debolezze. Il termine greco adoperato è astheneia, cioè debolezza,
e non hamartia, cioè peccato.
A tutti,
divorziati risposati, radicali, ex preti, ecc. – col Vangelo – «neppure
io ti giudico»; a nessuno però sono state aggiunte le parole di Cristo: «va, e
non peccare più».
Intanto,
altri insigni teologi hanno espresso le loro riserve sull’esortazione
incriminata (cfr. Benedetta Frigerio, Anche il teologo Livi ha “dubia” sull’Amoris Laetitia, in LNBQ,
18.11.2016). Intanto la Chiesa soffoca nella confusione e nell’errore:
cfr. Riccardo Cascioli, I vescovi italiani non hanno
dubbi: gli attivisti gay entrano nei piani pastorali, ivi,
17.11.2016; Cristiano Lugli, La
CEI e la netta ammissione dell’omosessualità come punto di partenza nella
Chiesa, in Osservatorio
Gender, 19.11.2016.
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