Nella festa di S. Genoveffa,
vergine, rilanciamo l’editoriale di Radicati nella fede, ripreso da Radiospada.
Sébastien-Melchior Cornu, S. Genoveffa, XIX sec., musée du Louvre, Parigi |
Jules Elie Delaunay, S. Genoveffa calma i parigini su come affrontare Attila, XIX sec. |
DI COSA VI STUPITE? HANNO
CAMBIATO PRIMA LA MESSA!
Editoriale di “Radicati nella
fede”
Anno X n. 1 - Gennaio 2017
Iniziamo un nuovo anno, come
sempre carico di attese.
Insieme ad attese è però anche
carico di timori, visto il mare incostante di confusione dentro il quale siamo
ormai immersi.
Confusione perché quasi più nulla
è stabile nel mondo e, ed è infinitamente peggio per noi, nella Chiesa.
Un tempo la confusione del mondo
si infrangeva difronte alla stabilità, rocciosa, della Chiesa di Dio. E gli
uomini, che per costruire hanno bisogno di una roccia sicura, dentro la Chiesa
ritrovavano quella compostezza stabile che dava loro la sicurezza necessaria
per affrontare la lotta nel tempo.
I tempi possono essere insicuri e
confusi; le anime possono attraversare momenti di incertezza nella lotta che
dentro di loro passa tra grazia e peccato; ma la Chiesa no! La Chiesa che ti
parla di Dio e che ti dà Dio, deve essere la Madre che nel turbine del tempo
sta ferma, porto sicuro nel travaglio della vita.
E che ne sarà delle anime
impegnate nella lotta dentro il tempo, se non avranno più questo porto sicuro?
Che ne sarà di loro se, per
fuggire dalla confusione del peccato, troveranno una Chiesa perennemente in
cantiere, impegnata a cambiare e modificare continuamente tutto dentro una
irrequieta ansia di novità?
Una casa in cantiere non è una
dimora abitabile, non è vivibile: le anime ci passano per un po’, se ne partono
e non vi ritornano più.
È proprio quello che si vive
nella Chiesa di oggi: morale fluttuante, disciplina incerta, amministrazione
dei sacramenti pasticciata, liturgia raffazzonata, autorità assente... una vita
ecclesiale piena di “dipende”, “bisogna vedere”, “occorre adattarsi”, “va
interpretato”, “non bisogna esagerare”, ecc... non c’è che dire, il contrario
di una casa piena di composta pace in Dio.
Molti se ne stanno accorgendo che
questa situazione non è normale, non è cattolica!
Molti se ne stanno accorgendo;
incominciano a dirlo, con il rischio però di non andare fino in fondo.
Fanno tenerezza tutti quei “conservatori
devoti” che si sono allarmati per la confusione del dopo Amoris
Laetitia, delle incertezze intorno alla disciplina del matrimonio
cristiano, ma non si stupirono prima della Messa nuova.
Fanno tenerezza, e anche un po’
rabbia, tutti quelli che vorrebbero un ritorno della Chiesa alla sua nobile
stabilità, ma non hanno mai affrontato compiutamente il problema della riforma
liturgica.
Sì, questi conservatori devoti
fanno tenerezza e rabbia insieme perché, non arrivando al dunque nel loro grido
di allarme, contribuiscono alla fine ad alimentare la confusione che già
abbonda nella Chiesa.
Ci viene da dire loro, con
cuore,: “Ma di cosa vi stupite, se hanno prima cambiato la Messa?”
Quale confusa rivoluzione sarà
impossibile nella Chiesa, da parte di coloro che non ebbero scrupolo a
rivoluzionare la Messa?
Quale aspetto della vita
cristiana potrà restare fermo, se non è rimasta tale la Messa di Cristo e della
Chiesa?
Lungo i secoli si introdussero di
tanto in tanto delle aggiunte al rito della Messa cattolica, certo! Il testo
dell’offertorio è ad esempio medievale, il gloria non
fu agli inizi... ma tutti i “cambiamenti” non cambiavano nulla: semplicemente
chiarivano la Messa che c’era già, la liberavano da possibili ambiguità di
interpretazioni del tempo, ne approfondivano la coscienza nel celebrante e nei
fedeli.
In una parola, le aggiunte non
aggiungevano nulla nella sostanza, e i lievi cambiamenti non cambiavano nulla.
Non così con l’ultima riforma
post-conciliare: ha operato una rivoluzione che ha modificato le coscienze. Chi
la accetta, deve poi accettare che la vita della Chiesa si concepisca al di là
della Rivelazione, in un perenne cambiamento senza fine e limiti. La
Rivoluzione è progressiva, è solo questione di tempo.
Non scandalizzatevi della
confusione, preoccupatevi della Messa!
All’inizio di un nuovo anno
ribadiamo la nostra fedeltà alla roccia della Messa di sempre, unica pace per
ogni fedele.
Sì, alla Messa di sempre, che non
fu mai cambiata né rivoluzionata, ma esplicitata e purificata dalle aggiunte
estranee. Sì, alla Messa di sempre, anche se l’ultima generazione di liturgisti
ride di questo termine. Ridono per non affrontare il problema, per non
studiarlo fino in fondo, per non uscire dalla “corte” degli esperti che
contribuiscono alla menzogna, quella di una Chiesa che può fare ciò che vuole
di ciò che ha di più prezioso da Cristo, “Fate questo in memoria di me”.
Unica pace la Messa di sempre;
unica pace per ogni fedele che voglia davvero essere di Cristo.
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