mercoledì 31 maggio 2017
martedì 30 maggio 2017
domenica 28 maggio 2017
"Exáudi, Dómine" - Antifona di Introito per la Messa nell'Ottava dell'Ascensione
giovedì 25 maggio 2017
"Viri Galilaei" - Antifona di Introito per la Messa dell'Ascensione
domenica 21 maggio 2017
sabato 20 maggio 2017
Presentazione del libro "On ne plaisante pas avec les sacrements", Parigi, Domenica 21 maggio 2017
Don Nicola Bux a Parigi per la presentazione della traduzione in francese del libro "Con i Sacramenti non si scherza":
Fonte: Riposte catholique, 17 Mai 2017.
Per acquistare il libro, qui.
Fonte: Riposte catholique, 17 Mai 2017.
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domenica 14 maggio 2017
"Cantate Domino canticum novum" - Antifona di Introito per la Messa della IV Dominica dopo Pasqua
sabato 13 maggio 2017
Fatima ci insegna a scrutare il Cielo
E così
siamo giunti al centenario delle Apparizioni della Santa Vergine, su un piccolo
elce verdeggiante, ai tre pastorelli di Fatima, dei quali due sono in data
odierna canonizzati (cfr. Cristina Siccardi, La canonizzazione di Francesco e
Giacinta di Fatima, in Corrispondenza
romana, 10.5.2017; Luisella Scrosati, Giacinta e Francesco,
canonizzazione straordinaria, in LNBQ,
13.5.2017).
E vi siamo
giunti nonostante le “profezie” di molti falsi profeti, che, abbinando Fatima
alla visione di papa Leone XIII, vedevano in quest’anno centenario la fine
dell’attuale sistema, con la sconfitta definitiva di Satana ed il trionfo del
Cuore Immacolato di Maria.
Vi siamo
giunti anche nella consapevolezza del mistero, che tuttora avvolge quel che
avvenne a partire da quella domenica 13 maggio 1917, V domenica dopo Pasqua,
verso le 17,00 (la stessa ora in cui, nello stesso giorno, nel 1981, Giovanni
Paolo II subì l’attentato!), a Cova da Iria, nei pressi del villaggio montano
di Fatima, in Portogallo (per il racconto della prima apparizione, cfr. Fatima: 100 anni di speranza!
"Alla fine il mio Cuore immacolato trionferà"!, in Una
Fides, 13.5.2017); un mistero che di recente è stato riproposto da uno
scritto, che gli esperti attribuiscono a Suor Lucia, e che conterrebbe un
frammento della terza parte del famoso segreto (noto come Terzo Segreto) (cfr. Marco
Tosatti, Nuova
rivelazione su Fatima, l'apostasia nella Chiesa, in LNBQ,
21.3.2017, nonché in Stilum
Curiae, 21.3.2017; Rivelazioni
di oggi sul VERO segreto di Fatima. Un libro di RS del 2015 già illustrava la
cosiddetta ‘rimozione dell’Autorità’, in RS,
21.3.2017; Fatima, de
Mattei: la profezia incompiuta. Segreto non svelato. Il perito calligrafo
conferma: è la mano di suor Lucia, in Corrispondenza
romana, 10.5.2017; Matteo Carletti, Fatima, un mistero lungo cento anni,
in Libertà
e persona, 8.5.2017; Il
III segreto di Fatima: una grave crisi nella Chiesa?, ivi,
11.5.2017; Antonio Socci, La profezia nascosta di Fatima:
arriva la terza guerra mondiale, in Libero,
13.5.2017; Giuliano
Zoroddu, Fatima: la luce della Fede nell’ora delle tenebre,
in RS,
13.5.2017); un mistero nel quale entrano, a pieno titolo, fenomeni fisici,
astronomici e metereologici come le note aurore boreali, che preannunciarono la
II guerra mondiale (cfr. Fatima: le due aurore boreali che
annunciarono la II guerra mondiale (e il mistero della Russia), in Libertà
e persona, 11.5.2017); un mistero nel quale ai pastorelli fu
concesso dalla Vergine di vedere l’Inferno (cfr. C’è una parte di Fatima che anche
nel 100° anniversario turba ed è sottaciuta: la visione dell’Inferno, in Il
Timone, 12.5.2017); un mistero che, specie in occasione del centenario, ha visto
una produzione micotica di letteratura, di testi e studi (cfr. Cristina
Siccardi, Sempre più ricca la letteratura su
Fatima, in Corrispondenza
romana, 12.4.2017).
Un
mistero, dunque.
Non diverso però da quello dello stesso Redentore, di Colui,
cioè, che è il “Frutto benedetto” di Quella stessa Donna apparsa a Fatima nel
’17, il quale regna dal legno della Croce, che continua ad essere scandalo per
i giudei e stoltezza per i pagani (cfr. 1 Cor. 1, 23). Fatima, dunque, continua
ad essere scandalo e mistero d’amore di quella Donna, che apparve – secondo la
testimonianza dei pastorelli - «tutta bianca, più brillante di un raggio di
sole, più chiara e più viva di un calice di cristallo ripieno di acqua
limpidissima, penetrato dai raggi del sole più splendente», raccolse sul
Golgota il testamento del moribondo Figlio Salvatore, che la faceva Madre dei
discepoli del Signore (cfr. Riccardo Caniato, Fatima: scandalo o Mistero d’amore?,
in LNBQ,
12.5.2017).
Fatima ci insegna a scrutare il
Cielo
di Roberto de Mattei
da Radici Cristiane, n. 121 – febbraio 2017
Le apparizioni di Fatima del 1917 ci trasmettono,
cento anni dopo, ancora molti insegnamenti. Uno di questi è l’invito a saper
leggere i segni del Cielo. A Fatima ogni apparizione della Madonna ai tre
pastorelli fu accompagnata da fenomeni atmosferici.
Il più straordinario fu quello del 13 ottobre 1917. La
Madonna stessa annunziò alla piccola Lucia, l’unica dei tre veggenti con cui
parlava, che le sue apparizioni si sarebbero concluse con un miracolo, affinché
tutti fossero convinti dell’autenticità del messaggio: «L’ultimo mese farò
il miracolo perché tutti credano». Decine di migliaia di persone tra
pellegrini e scettici, che volevano dimostrare la falsità delle apparizioni,
accorsero il 13 ottobre alla Cova da Iria. I quotidiani del tempo parlarono di
40-50 mila presenti, ma il numero fu probabilmente molto maggiore. Alla fine
dell’ultimo colloquio di Lucia con la Madonna, nel momento in cui la santissima
Vergine si elevava verso il Cielo, si udì il grido della pastorella: «Guardate
il sole!».
Le nuvole si aprirono, lasciando vedere il sole che
brillava di un’intensità mai vista, ma senza accecare gli occhi. «La cosa
più stupefacente era il poter contemplare il disco solare per lungo tempo,
brillante di luce e calore, senza ferirsi agli occhi o danneggiare la retina»,
testimoniò José Maria de Almeida Garrett, professore di scienze naturali presso
l’Università di Coimbra.
Il giornalista Avelino de Almedia, redattore-capo di O
Sèculo, quotidiano socialista di Lisbona, che aveva fino ad allora
ridicolizzato gli eventi, scrisse il 15 ottobre sul suo giornale: «L’immensa
moltitudine si volta verso il sole, che si mostra libero dalle nuvole, nello
zenit. L’astro sembra un disco di argento scuro ed è possibile fissarlo senza
il minimo sforzo. Non brucia, non acceca. Si direbbe realizzarsi un’eclissi. Ma
ecco che un grido colossale si alza e dagli spettatori che si trovano più
vicini si ode gridare: “Miracolo, Miracolo! Meraviglia, meraviglia”».
Antonio Borelli Machado descrive il fenomeno in questi
termini: «Il globo solare cominciò a roteare vertiginosamente, i suoi bordi
divennero scarlatti e si allontanò nel cielo, come un turbine, spargendo rosse
fiamme di fuoco. Questa luce si rifletteva sul suolo, sulle piante, sugli
arbusti, sui volti stessi delle persone e sulle vesti assumendo tonalità
scintillanti e colori diversi. Animato per tre volte da un movimento folle, il
globo di fuoco parve tremare, scuotersi e precipitarsi zigzagando sulla folla
terrorizzata. Il tutto durò circa dieci minuti».
L’avvocato Dominhos Pinto Coelho scrisse sul
quotidiano cattolico O Ordem: «Il sole a momenti era circondato
da fiamme cremisi, in altri aveva un’aureola di giallo e rosso, in altri ancora
sembrò roteare rapidissimo e poi ancora sembrò che si distaccasse dal Cielo per
avvicinarsi alla terra». Manuel Nunes Formigao, sacerdote del seminario di
Santarem, racconta da parte sua: «Il sole iniziò a girare vertiginosamente
sul suo asse, come il più magnifico fuoco d’artificio che si possa immaginare,
assumendo tutti i colori dell’arcobaleno e lanciando bagliori di luce
multicolore. Questo sublime e incomparabile spettacolo, che si è ripetuto tre
volte, è durato per circa dieci minuti. L’immensa moltitudine, sopraffatta
all’evidenza di tale tremendo prodigio, si gettò in ginocchio». Finalmente
il sole tornò zigzagando al punto da cui era precipitato, restando di nuovo
tranquillo e splendente, con lo stesso fulgore di tutti i giorni.
La “danza del sole” del 13 ottobre è un fatto storico,
attestato da migliaia di persone, che lo hanno descritto nei minimi dettagli.
Nel 1967 il canonico Martins dos Reis ha dedicato un’intera opera allo studio
di questo prodigio (O Milagre do Sol e o Segredo de Fátima, Ed.
Salesianas, Porto, 1966). Ma la Madonna annunziò ai tre pastorelli anche un
altro fenomeno celeste. Il 13 luglio disse loro: «Quando vedrete una notte
illuminata da una luce sconosciuta, sappiate che è il grande segno che Dio vi
dà che sta per castigare il mondo per i suoi crimini, per mezzo della guerra,
della fame e delle persecuzioni alla Chiesa e al Santo Padre».
Il 25 gennaio 1938 il cielo di tutta Europa fu
illuminato da una grandiosa aurora boreale. I giornali parlarono di evento «eccezionale»,
«rarissimo» e «visibile in tutta Europa». Suor Lucia era convinta
che si trattasse del segno premonitore indicato dalla Madonna. Gli storici oggi
concordano nel ritenere che la guerra in Europa iniziò di fatto nel 1938,
l’anno dell’annessione dell’Austria (marzo) e dell’occupazione dei Sudeti
(ottobre) da parte della Germania hitleriana.
Una seconda aurora boreale illuminò il cielo il 23
settembre 1939: «Quella notte – racconta nelle sue Memorie il
gerarca nazista Albert Speer – ci intrattenemmo con Hitler sulla terrazza
del Berghof ad ammirare un raro fenomeno celeste: per un’ora circa, un’intensa
aurora boreale illuminò di luce rossa il leggendario Untersberg che ci stava di
fronte, mentre la volta del cielo era una tavolozza di tutti i colori
dell’arcobaleno. L’ultimo atto del ‘Crepuscolo degli dei’ non avrebbe potuto
essere messo in scena in modo più efficace. Anche i nostri volti e le nostre
mani erano tinti di un rosso innaturale. Lo spettacolo produsse nelle nostre
menti una profonda inquietudine. Di colpo, rivolto a uno dei suoi consiglieri
militari, Hitler disse: “Fa pensare a molto sangue. Questa volta non potremmo
fare a meno di usare la forza”».
Proprio quella notte avvenne il patto von
Ribbentrop-Molotov, che sancì la sciagurata alleanza tra Hitler e Stalin, punto
culminante della guerra che deflagrava. Le terribili sofferenze della seconda
guerra mondiale non furono però sufficienti a far ravvedere l’umanità che,
negli ultimi settant’anni, è andata precipitando sempre di più in un abisso di
peccati pubblici di ogni genere. Lo scenario che il Signore rivelò a suor Lucia
il 3 gennaio 1944 appartiene purtroppo al nostro futuro: «Ho sentito lo
spirito inondato da un mistero di luce che è Dio e in Lui ho visto e udito:la
punta della lancia come fiamma che si stacca, tocca l’asse della terra ed essa
trema: montagne, città, paesi e villaggi con i loro abitanti sono sepolti. Il
mare, i fiumi e le nubi escono dai limiti, traboccano, inondano e trascinano
con sé in un turbine, case e persone in un numero che non si può contare, è la
purificazione del mondo dal peccato nel quale sta immerso».
Le guerre e le persecuzioni predette dalla Madonna a
Fatima si accompagneranno a terribili sconvolgimenti atmosferici, ma tutto
questo sarà verosimilmente preceduto da un grande segno del Cielo, di cui le
aurore boreali del 1938-1939 furono solo una prefigurazione. Il 3 gennaio 1944,
nel palpitare accelerato del cuore e nel suo spirito, suor Lucia udì una voce
leggera che diceva: «Nel tempo, una sola fede, un solo battesimo, una sola
Chiesa, Santa, Cattolica, Apostolica. Nell’eternità il Cielo! Questa parola
‘Cielo’ riempì il mio cuore di pace e felicità, in tal modo che, quasi senza
rendermi conto, continuai a ripetermi per molto tempo: il Cielo, il Cielo!».
Il nostro sguardo deve essere rivolto sempre verso il
Cielo, perché i Cieli narrano la gloria di Dio (Salmo 18, 2) e in
Cielo, annunzia l’Apocalisse (12, 1), apparirà un grandioso segno:
una Donna rivestita di sole. Scrutando il Cielo, che è un luogo spirituale
prima che fisico, riusciremo a prevedere l’ora tragica del castigo e quella splendente
del trionfo del Cuore Immacolato di Maria.
venerdì 12 maggio 2017
Decreto della Commissione Ecclesia Dei per il 13 maggio 2017
Cfr. Gregory Di Pippo, Ecclesia Dei Commission Decree on Fatima Centenary, in New Liturgical Movement, Apr. 5, 2017
Ecclesia Dei e Fatima: autorizzata la Messa votiva in rito antico nel C anniversario della prima apparizione. Il Decreto in esclusiva su MiL, in MiL, 6.4.2017.
Come spiega puntualmente un commentatore di MiL: Certo che c'è il bisogno dell'autorizzazione: il 13 maggio è giorno di III classe, festa di s. Roberto Bellarmino, quindi non è possibile celebrare né la messa "de s. Maria in sabbato" (n. 78) né una messa votiva di IV classe (nn. 387-388). La messa votiva del Cuore immacolato (che, tra parentesi, si dice "immaculati cordis" e non "immaculatae") è sì di III classe ma è permessa solo nel I sabato del mese in quelle chiese dove vi sia una tradizione devozionale specifica (n. 385c). Inoltre tra le messe votive di II classe previste dalle rubriche (n. 342) non vi è il caso specifico dell'anniversario di un'apparizione, che non può neppure essere compreso tra le "quaedam occasiones particulares" di cui parla il comma h) e che sono poi elencate ai nn. 370-372.
Ovviamente il lettore si riferisce al Codice delle rubriche del 1960.
Pio XII e Fatima, l’appunto segreto sul “miracolo del sole”
Nella vigilia del Centenario
della Prima Apparizione della Vergine a Fatima, rilanciamo questo contributo.
Buon centenario!
Pio XII e Fatima,
l’appunto segreto sul “miracolo del sole”
Tra le carte di Papa
Pacelli il resoconto asciutto e notarile di quanto il Pontefice vide alla
vigilia della proclamazione del dogma dell’Assunta, nel 1950: il globo solare
roteava come accadde durante l’ultima delle apparizioni portoghesi
di ANDREA TORNIELLI
CITTÀ DEL VATICANO
Fino a pochi anni fa
era una vicenda conosciuta ma senza un fondamento documentale. Nel 1950, poco
prima di proclamare il dogma mariano dell’Assunzione di Maria con il suo corpo
in cielo al momento della morte, l’ultimo dei dogmi proclamati dalla Chiesa
cattolica, Pio XII assistette a un fatto straordinario. Mentre passeggiava nei
giardini vaticani vide più volte allo stesso fenomeno verificatosi il 13
ottobre 1917 al termine delle apparizioni di Fatima, quando la folla accorsa
accanto ai tre pastorelli in una giornata di pioggia, ad un tratto vide il sole
roteare e avvicinarsi: i presenti poterono fissare questa strana “danza” senza
accecarsi.
Del “miracolo” visto
da Pio XII aveva parlato per primo, e unicamente, il cardinale Federico
Tedeschini durante un’omelia. Nove anni fa, dall’archivio della
famiglia Pacelli, è emerso un appunto autografo del Papa. Un testo
inedito su quella visione. Si tratta di un appunto manoscritto vergato
a matita sul retro di un foglio nell’ultimo periodo della vita del Pontefice,
nel quale in prima persona Pio XII racconta ciò che gli era accaduto. Il
resoconto è asciutto, quasi notarile, senza alcun cedimento al sensazionalismo.
Papa Pacelli lo scrisse riutilizzando un foglio che sull’altra facciata portava
alcune righe dattiloscritte per un’udienza: una conferma del carattere
parsimonioso del Pontefice nato a Roma, che era solito spegnere lui stesso le
luci nelle sale del Vaticano dopo le udienze e spesso riutilizzava le buste con
il quale gli veniva recapitato il quotidiano programma delle udienze.
L’appunto - emerso nove anni fa - di Pio XII in cui è raccontato il “miracolo del sole” |
«Era il 30 ottobre
1950», antivigilia del giorno della solenne definizione dell’Assunzione, spiega
Pio XII. Il Papa si accingeva per proclamare dogma di fede ciò che la Chiesa
aveva sempre creduto fin dai primi secoli, e cioè l’assunzione corporea in
cielo della Madonna al momento della morte. Lo faceva dopo aver consultato
l’episcopato mondiale, unanimemente concorde: soltanto 6 risposte su 1.181
avevano manifestato qualche riserva. Verso le quattro di quel pomeriggio faceva
«la consueta passeggiata nei giardini vaticani, leggendo e studiando». Pacelli
ricorda che, mentre saliva dal piazzale della Madonna di Lourdes «verso la
sommità della collina, nel viale di destra che costeggia il muraglione di cinta»,
sollevò gli occhi dai fogli. «Fui colpito da un fenomeno, mai fino
allora da me veduto. Il sole, che era ancora abbastanza alto, appariva come un
globo opaco giallognolo, circondato tutto intorno da un cerchio luminoso», che
però non impediva in alcun modo di fissare lo sguardo «senza riceverne la minima
molestia. Una leggerissima nuvoletta trovavasi davanti». «Il globo
opaco - continua Pio XII nell’appunto - si muoveva all’esterno leggermente, sia
girando, sia spostandosi da sinistra a destra e viceversa. Ma nell’interno del
globo si vedevano con tutta chiarezza e senza interruzione fortissimi movimenti».
Il Papa attesta poi
di aver assistito allo stesso fenomeno il giorno seguente, 31 ottobre, e anche
il 1° novembre, nel giorno della definizione del dogma dell’Assunta; quindi di
nuovo l’8 novembre. Poi non più. Ricorda pure di aver cercato «varie volte» negli
altri giorni, alla stessa ora e in condizioni atmosferiche simili, «di guardare
il sole per vedere se appariva il medesimo fenomeno, ma invano; non potei
fissare nemmeno per un istante, rimaneva subito la vista abbagliata».
È da notare
come il Papa non parli mai di “miracolo”, né si lanci in possibili
interpretazioni. Ma certamente rimase colpito dalla coincidenza. Nei
giorni seguenti, Pio XII riferiva il fatto a cui aveva assistito «a pochi
intimi e a un piccolo gruppo di Cardinali (forse quattro o cinque), fra i quali
era il Cardinal Tedeschini». Quest’ultimo, nell’ottobre dell’anno seguente, il
1951, si doveva recare a Fatima per chiudere le celebrazioni dell’Anno Santo.
Prima di partire era stato ricevuto in udienza e aveva chiesto al Papa di poter
citare quella singolare visione del sole roteante nell’omelia. «Gli risposi:
“Lascia stare, non è il caso”. Ma egli insistette - continuava Pio XII nel
manoscritto - sostenendo l’opportunità di tale annuncio, ed io allora gli
spiegai alcuni particolari dell’avvenimento». «Questa è, in brevi e semplici
termini - concludeva Papa Pacelli - la pura verità». «Pio XII era persuasissimo
della realtà del fenomeno straordinario, cui aveva assistito ben quattro
volte», ha testimoniato a suo tempo suor Pascalina Lehnert, la religiosa
governante dell’appartamento papale.
Il cosiddetto
“miracolo del sole”, come abbiamo ricordato, si era già verificato il 13
ottobre 1917 a Fatima, durante l’ultima delle apparizioni ai tre pastorelli.
Così lo raccontò nella sua cronaca M. Avelino di Almeida, giornalista laico e
non credente, inviato del quotidiano “O Seculo” e testimone oculare: «E si
assiste allora ad uno spettacolo unico ed incredibile allo stesso tempo per chi
non ne è stato testimone... Si vede l’immensa folla voltarsi verso il sole
sgombro di nuvole, in pieno giorno. Il sole ricorda un disco d’argento sbiadito
ed è possibile guardarlo in faccia senza subire il minimo disagio. Non scotta,
non acceca. Si direbbe un’eclisse».
Pio XII era molto
legato a Fatima: la prima apparizione ai tre pastorelli era infatti avvenuta il
13 maggio 1917, lo stesso giorno in cui Pacelli veniva consacrato arcivescovo
nella cappella Sistina. È attestato che Pio XII e la veggente suor Lucia Dos
Santos, rimasero sempre in contatto, e il Pontefice, nell’ultimo anno della sua
vita, conserverà il testo del Terzo segreto di Fatima nel suo appartamento. A
mantenere i contatti diretti tra Lucia e il Papa era la marchesa Olga Morosini
Cavadal, la donna che nel 1977 accompagnò il patriarca di Venezia Albino
Luciani dalla veggente di Fatima nel monastero di Coimbra: «Varie volte - ha
dichiarato la marchesa al processo di beatificazione di Pacelli - trasmisi messaggi
del Santo Padre per suor Lucia e di questa per lui, ma siccome promisi di mai
rivelare nulla a chicchessia, non mi sento autorizzata a farlo adesso».
Fonte: Vatican
Insider, 12.5.2017
martedì 9 maggio 2017
Preghiera alla Vergine di Pompei per la conversione dei Pagani, degli Ebrei, degli Eretici e degli Scismatici secondo i voti di S.S. Leone XIII
O clementissima Regina del Rosario di Pompei, Tu, Sede di Sapienza, hai posto un Trono di misericordie nuove sulla terra che fu del paganesimo per trarre tutti i popoli a salvamento con la Corona delle tue mistiche rose: deh! ricordati che il tuo divin Figliuolo ci lasciò detto: Io ho altre pecorelle, le quali non sono di questo ovile; ed anche quelle è uopo che io raduni, ed esse udiranno la voce mia, e vi sarà un ovile solo ed un solo pastore.
Ma ricordati pure che sul Calvario divenisti la Corredentrice, cooperando, per la crocifissione del tuo cuore, alla salvezza del mondo insieme col tuo Figliuolo crocifisso; e da quel giorno divenisti la Riparatrice del genere umano, il Rifugio dei peccatori e la Madre di tutti gli uomini.
Guarda, o Madre, quante anime ogni ora vanno eternamente perdute! Guarda quanti milioni d’Índiani, di Cinesi e genti di barbare regioni non conoscono ancora Gesù Cristo!
Vedi quanti altri che son pure cristiani, e sono nondimeno lontani dal seno della Madre Chiesa che è la cattolica, apostolica, romana.
O mediatrice potentissima Maria, Avvocata del genere umano, amantissima di noi mortali e Vita del nostro cuore, Vergine benedetta del Rosario di Pompei, esaudisci le nostre preghiere: non vada perduto per tanto numero di anime il Sangue prezioso e il frutto della Redenzione. Dal tuo eletto trono di Pompei, ove non fai altro che dispensar grazie all’afflitta gente, deh! fa spiccare un raggio di quella luce celeste che stenebri tanti ciechi intelletti, e riscaldi tanti gelidi cuori.
Intercedi presso il tuo divin Figliuolo, ed ottieni che quanti sono in questo mondo Pagani, Ebrei, Eretici e Scismatici ricevano la luce superna, e lieti entrino nel seno della vera Chiesa.
Esaudisci la preghiera che a Te rivolge fidente il Sommo Pontefice, acciocché tutti i popoli congiunti nell’unità della fede, conoscano ed amino Gesù Cristo, il benedetto frutto del seno tuo, che vive e regna nei secoli col Padre e con lo Spirito Santo. Ed allora tutti gli uomini ameranno anche Te, salute del mondo, arbitra dispensatrice dei tesori di Dio e Regina di misericordie nella Valle di Pompei. E glorificando Te, Regina delle Vittorie, che col Rosario disperdi ogni eresia, riconosceranno che a tutte le genti Tu dai la Vita, perché è d’uopo che si adempia la profezia del Vangelo: Tutte le genti mi chiameranno beata.
Salve Regina
FONTElunedì 8 maggio 2017
"Salve Mater Misericordiae", popolare canto mariano del mese di maggio
domenica 7 maggio 2017
giovedì 4 maggio 2017
Quanto siete disposti a rischiare per la vostra fede? Una serata evento a Molfetta con don Nicola Bux a commento del film “God’s not dead 2”, 14 maggio 2017, ore 20,00
Dopo il successo del primo film, torna a Molfetta, presso l’UCI Cinema, il film God’s not dead 2, in
un evento con la presentazione di don Nicola Bux e Federica Picchi della
Dominus Production (la società distributrice del film), domenica 14 maggio
2017, ore 20,00.
Nel film, uno dei testi chiamati dalla difesa, il detective James "Jim" Warner Wallace interpreta se stesso. Egli è autore del libro del 2013 Cold-Case Christianity: A Homicide Detective Investigates the Claims of the Gospels, con cui, sottoponendo ad analisi investigative e forensi i quattro Vangeli, guardando ciò che i testimoni hanno scelto di riportare, minimizzare od omettere del tutto, come dilatano il tempo o lo restringono, giunge alla conclusione che gli stessi riportano, pur da prospettive diverse, contengono testimonianze oculari riguardanti vita, parole, morte, mistero e resurrezione di Gesù di Nazaret. E questo in barba a coloro che vorrebbero che di Gesù non si conoscerebbero le effettive parole, poiché al suo tempo, non esistevano i registratori .... (cfr. Matteo Matzuzzi, Il capo dei gesuiti relativizza Gesù: "Non sappiamo quello che ha detto veramente", in Il Foglio, 22.2.2017; Sandro Magister, Ecco qua il vero "gesuita moderno". Al cui discernimento non scampa neppure Gesù, in Settimo Cielo, 23.2.2017, nonché in Chiesa e postconcilio, 23.2.2017; Paolo Deotto, Mons. Vincenzo Paglia e P. Arturo Sosa Abascal. Roba da pazzi? Valutate voi, in Riscossa cristiana, 23.2.2017; Antonio Livi, Gesù (non) dixit. Il gesuita che offende Cristo, in LNBQ, 24.2.2017, nonché in Chiesa e postconcilio, 24.2.2017; Aldo Maria Valli, Ma Gesù ha detto quel che ha detto? I “dubia” del generale dei gesuiti, in Cristianesimo cattolico, 24.2.2017).
Nel film, uno dei testi chiamati dalla difesa, il detective James "Jim" Warner Wallace interpreta se stesso. Egli è autore del libro del 2013 Cold-Case Christianity: A Homicide Detective Investigates the Claims of the Gospels, con cui, sottoponendo ad analisi investigative e forensi i quattro Vangeli, guardando ciò che i testimoni hanno scelto di riportare, minimizzare od omettere del tutto, come dilatano il tempo o lo restringono, giunge alla conclusione che gli stessi riportano, pur da prospettive diverse, contengono testimonianze oculari riguardanti vita, parole, morte, mistero e resurrezione di Gesù di Nazaret. E questo in barba a coloro che vorrebbero che di Gesù non si conoscerebbero le effettive parole, poiché al suo tempo, non esistevano i registratori .... (cfr. Matteo Matzuzzi, Il capo dei gesuiti relativizza Gesù: "Non sappiamo quello che ha detto veramente", in Il Foglio, 22.2.2017; Sandro Magister, Ecco qua il vero "gesuita moderno". Al cui discernimento non scampa neppure Gesù, in Settimo Cielo, 23.2.2017, nonché in Chiesa e postconcilio, 23.2.2017; Paolo Deotto, Mons. Vincenzo Paglia e P. Arturo Sosa Abascal. Roba da pazzi? Valutate voi, in Riscossa cristiana, 23.2.2017; Antonio Livi, Gesù (non) dixit. Il gesuita che offende Cristo, in LNBQ, 24.2.2017, nonché in Chiesa e postconcilio, 24.2.2017; Aldo Maria Valli, Ma Gesù ha detto quel che ha detto? I “dubia” del generale dei gesuiti, in Cristianesimo cattolico, 24.2.2017).
God's not dead 2: rendere ragione della
Speranza che è in noi
Speranza che è in noi
«È bello morire per ciò in cui si crede; chi ha paura muore ogni giorno,
chi non ha paura muore una sola volta»: questa frase riassume perfettamente il pensiero
e l’atteggiamento di Paolo Borsellino nella sua lotta ardua contro la mafia ma
anche il senso di ogni battaglia combattuta per un’ideale più grande, anzi,
talmente grande, da rendere sensato anche il sacrificio della propria vita, per
raggiungerlo.
Come nel caso del bellissimo e curatissimo film God’s not dead 2,
basato su una storia vera in cui la protagonista, un’insegnante di scuola
superiore (Melissa Joan Hart) rischia la propria carriera per aver risposto
alla domanda di una studentessa a proposito di una frase evangelica pronunciata
da Gesù. L’insegnante si trova così a lottare strenuamente, insieme al suo
avvocato, per difendere il suo sacrosanto diritto alla libertà di pensiero e di
parola.
Molto interessante è la maniera in cui, nel film, si evidenzia la
trasmissione manipolata delle informazioni che subiscono un vero e proprio
“inquinamento ideologico” da parte dell’accusa che, sulla base di elementi
frammentari e adeguatamente decontestualizzati, riesce a mettere su un caso
giudiziario, montato a regola d’arte che funga da monito per tutti e
finalizzato alla rimozione di ogni argomentazione di fede dai luoghi pubblici.
La difesa, affidata al giovane avvocato di ufficio
(Jesse Metcalfe) dimostrerà attraverso, una serie di prove schiaccianti, i
contenuti affatto ideologici delle risposte fornite dalla professoressa alla
sua alunna, in quanto basate su fatti storici, realmente accaduti e non su
convinzioni personali. Il film si avvale di una trama avvincente e di un
susseguirsi di avvenimenti ad un ritmo incalzante e ricco di colpi di scena.
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