E così
siamo giunti al centenario delle Apparizioni della Santa Vergine, su un piccolo
elce verdeggiante, ai tre pastorelli di Fatima, dei quali due sono in data
odierna canonizzati (cfr. Cristina Siccardi, La canonizzazione di Francesco e
Giacinta di Fatima, in Corrispondenza
romana, 10.5.2017; Luisella Scrosati, Giacinta e Francesco,
canonizzazione straordinaria, in LNBQ,
13.5.2017).
E vi siamo
giunti nonostante le “profezie” di molti falsi profeti, che, abbinando Fatima
alla visione di papa Leone XIII, vedevano in quest’anno centenario la fine
dell’attuale sistema, con la sconfitta definitiva di Satana ed il trionfo del
Cuore Immacolato di Maria.
Vi siamo
giunti anche nella consapevolezza del mistero, che tuttora avvolge quel che
avvenne a partire da quella domenica 13 maggio 1917, V domenica dopo Pasqua,
verso le 17,00 (la stessa ora in cui, nello stesso giorno, nel 1981, Giovanni
Paolo II subì l’attentato!), a Cova da Iria, nei pressi del villaggio montano
di Fatima, in Portogallo (per il racconto della prima apparizione, cfr. Fatima: 100 anni di speranza!
"Alla fine il mio Cuore immacolato trionferà"!, in Una
Fides, 13.5.2017); un mistero che di recente è stato riproposto da uno
scritto, che gli esperti attribuiscono a Suor Lucia, e che conterrebbe un
frammento della terza parte del famoso segreto (noto come Terzo Segreto) (cfr. Marco
Tosatti, Nuova
rivelazione su Fatima, l'apostasia nella Chiesa, in LNBQ,
21.3.2017, nonché in Stilum
Curiae, 21.3.2017; Rivelazioni
di oggi sul VERO segreto di Fatima. Un libro di RS del 2015 già illustrava la
cosiddetta ‘rimozione dell’Autorità’, in RS,
21.3.2017; Fatima, de
Mattei: la profezia incompiuta. Segreto non svelato. Il perito calligrafo
conferma: è la mano di suor Lucia, in Corrispondenza
romana, 10.5.2017; Matteo Carletti, Fatima, un mistero lungo cento anni,
in Libertà
e persona, 8.5.2017; Il
III segreto di Fatima: una grave crisi nella Chiesa?, ivi,
11.5.2017; Antonio Socci, La profezia nascosta di Fatima:
arriva la terza guerra mondiale, in Libero,
13.5.2017; Giuliano
Zoroddu, Fatima: la luce della Fede nell’ora delle tenebre,
in RS,
13.5.2017); un mistero nel quale entrano, a pieno titolo, fenomeni fisici,
astronomici e metereologici come le note aurore boreali, che preannunciarono la
II guerra mondiale (cfr. Fatima: le due aurore boreali che
annunciarono la II guerra mondiale (e il mistero della Russia), in Libertà
e persona, 11.5.2017); un mistero nel quale ai pastorelli fu
concesso dalla Vergine di vedere l’Inferno (cfr. C’è una parte di Fatima che anche
nel 100° anniversario turba ed è sottaciuta: la visione dell’Inferno, in Il
Timone, 12.5.2017); un mistero che, specie in occasione del centenario, ha visto
una produzione micotica di letteratura, di testi e studi (cfr. Cristina
Siccardi, Sempre più ricca la letteratura su
Fatima, in Corrispondenza
romana, 12.4.2017).
Un
mistero, dunque.
Non diverso però da quello dello stesso Redentore, di Colui,
cioè, che è il “Frutto benedetto” di Quella stessa Donna apparsa a Fatima nel
’17, il quale regna dal legno della Croce, che continua ad essere scandalo per
i giudei e stoltezza per i pagani (cfr. 1 Cor. 1, 23). Fatima, dunque, continua
ad essere scandalo e mistero d’amore di quella Donna, che apparve – secondo la
testimonianza dei pastorelli - «tutta bianca, più brillante di un raggio di
sole, più chiara e più viva di un calice di cristallo ripieno di acqua
limpidissima, penetrato dai raggi del sole più splendente», raccolse sul
Golgota il testamento del moribondo Figlio Salvatore, che la faceva Madre dei
discepoli del Signore (cfr. Riccardo Caniato, Fatima: scandalo o Mistero d’amore?,
in LNBQ,
12.5.2017).
Fatima ci insegna a scrutare il
Cielo
di Roberto de Mattei
da Radici Cristiane, n. 121 – febbraio 2017
Le apparizioni di Fatima del 1917 ci trasmettono,
cento anni dopo, ancora molti insegnamenti. Uno di questi è l’invito a saper
leggere i segni del Cielo. A Fatima ogni apparizione della Madonna ai tre
pastorelli fu accompagnata da fenomeni atmosferici.
Il più straordinario fu quello del 13 ottobre 1917. La
Madonna stessa annunziò alla piccola Lucia, l’unica dei tre veggenti con cui
parlava, che le sue apparizioni si sarebbero concluse con un miracolo, affinché
tutti fossero convinti dell’autenticità del messaggio: «L’ultimo mese farò
il miracolo perché tutti credano». Decine di migliaia di persone tra
pellegrini e scettici, che volevano dimostrare la falsità delle apparizioni,
accorsero il 13 ottobre alla Cova da Iria. I quotidiani del tempo parlarono di
40-50 mila presenti, ma il numero fu probabilmente molto maggiore. Alla fine
dell’ultimo colloquio di Lucia con la Madonna, nel momento in cui la santissima
Vergine si elevava verso il Cielo, si udì il grido della pastorella: «Guardate
il sole!».
Le nuvole si aprirono, lasciando vedere il sole che
brillava di un’intensità mai vista, ma senza accecare gli occhi. «La cosa
più stupefacente era il poter contemplare il disco solare per lungo tempo,
brillante di luce e calore, senza ferirsi agli occhi o danneggiare la retina»,
testimoniò José Maria de Almeida Garrett, professore di scienze naturali presso
l’Università di Coimbra.
Il giornalista Avelino de Almedia, redattore-capo di O
Sèculo, quotidiano socialista di Lisbona, che aveva fino ad allora
ridicolizzato gli eventi, scrisse il 15 ottobre sul suo giornale: «L’immensa
moltitudine si volta verso il sole, che si mostra libero dalle nuvole, nello
zenit. L’astro sembra un disco di argento scuro ed è possibile fissarlo senza
il minimo sforzo. Non brucia, non acceca. Si direbbe realizzarsi un’eclissi. Ma
ecco che un grido colossale si alza e dagli spettatori che si trovano più
vicini si ode gridare: “Miracolo, Miracolo! Meraviglia, meraviglia”».
Antonio Borelli Machado descrive il fenomeno in questi
termini: «Il globo solare cominciò a roteare vertiginosamente, i suoi bordi
divennero scarlatti e si allontanò nel cielo, come un turbine, spargendo rosse
fiamme di fuoco. Questa luce si rifletteva sul suolo, sulle piante, sugli
arbusti, sui volti stessi delle persone e sulle vesti assumendo tonalità
scintillanti e colori diversi. Animato per tre volte da un movimento folle, il
globo di fuoco parve tremare, scuotersi e precipitarsi zigzagando sulla folla
terrorizzata. Il tutto durò circa dieci minuti».
L’avvocato Dominhos Pinto Coelho scrisse sul
quotidiano cattolico O Ordem: «Il sole a momenti era circondato
da fiamme cremisi, in altri aveva un’aureola di giallo e rosso, in altri ancora
sembrò roteare rapidissimo e poi ancora sembrò che si distaccasse dal Cielo per
avvicinarsi alla terra». Manuel Nunes Formigao, sacerdote del seminario di
Santarem, racconta da parte sua: «Il sole iniziò a girare vertiginosamente
sul suo asse, come il più magnifico fuoco d’artificio che si possa immaginare,
assumendo tutti i colori dell’arcobaleno e lanciando bagliori di luce
multicolore. Questo sublime e incomparabile spettacolo, che si è ripetuto tre
volte, è durato per circa dieci minuti. L’immensa moltitudine, sopraffatta
all’evidenza di tale tremendo prodigio, si gettò in ginocchio». Finalmente
il sole tornò zigzagando al punto da cui era precipitato, restando di nuovo
tranquillo e splendente, con lo stesso fulgore di tutti i giorni.
La “danza del sole” del 13 ottobre è un fatto storico,
attestato da migliaia di persone, che lo hanno descritto nei minimi dettagli.
Nel 1967 il canonico Martins dos Reis ha dedicato un’intera opera allo studio
di questo prodigio (O Milagre do Sol e o Segredo de Fátima, Ed.
Salesianas, Porto, 1966). Ma la Madonna annunziò ai tre pastorelli anche un
altro fenomeno celeste. Il 13 luglio disse loro: «Quando vedrete una notte
illuminata da una luce sconosciuta, sappiate che è il grande segno che Dio vi
dà che sta per castigare il mondo per i suoi crimini, per mezzo della guerra,
della fame e delle persecuzioni alla Chiesa e al Santo Padre».
Il 25 gennaio 1938 il cielo di tutta Europa fu
illuminato da una grandiosa aurora boreale. I giornali parlarono di evento «eccezionale»,
«rarissimo» e «visibile in tutta Europa». Suor Lucia era convinta
che si trattasse del segno premonitore indicato dalla Madonna. Gli storici oggi
concordano nel ritenere che la guerra in Europa iniziò di fatto nel 1938,
l’anno dell’annessione dell’Austria (marzo) e dell’occupazione dei Sudeti
(ottobre) da parte della Germania hitleriana.
Una seconda aurora boreale illuminò il cielo il 23
settembre 1939: «Quella notte – racconta nelle sue Memorie il
gerarca nazista Albert Speer – ci intrattenemmo con Hitler sulla terrazza
del Berghof ad ammirare un raro fenomeno celeste: per un’ora circa, un’intensa
aurora boreale illuminò di luce rossa il leggendario Untersberg che ci stava di
fronte, mentre la volta del cielo era una tavolozza di tutti i colori
dell’arcobaleno. L’ultimo atto del ‘Crepuscolo degli dei’ non avrebbe potuto
essere messo in scena in modo più efficace. Anche i nostri volti e le nostre
mani erano tinti di un rosso innaturale. Lo spettacolo produsse nelle nostre
menti una profonda inquietudine. Di colpo, rivolto a uno dei suoi consiglieri
militari, Hitler disse: “Fa pensare a molto sangue. Questa volta non potremmo
fare a meno di usare la forza”».
Proprio quella notte avvenne il patto von
Ribbentrop-Molotov, che sancì la sciagurata alleanza tra Hitler e Stalin, punto
culminante della guerra che deflagrava. Le terribili sofferenze della seconda
guerra mondiale non furono però sufficienti a far ravvedere l’umanità che,
negli ultimi settant’anni, è andata precipitando sempre di più in un abisso di
peccati pubblici di ogni genere. Lo scenario che il Signore rivelò a suor Lucia
il 3 gennaio 1944 appartiene purtroppo al nostro futuro: «Ho sentito lo
spirito inondato da un mistero di luce che è Dio e in Lui ho visto e udito:la
punta della lancia come fiamma che si stacca, tocca l’asse della terra ed essa
trema: montagne, città, paesi e villaggi con i loro abitanti sono sepolti. Il
mare, i fiumi e le nubi escono dai limiti, traboccano, inondano e trascinano
con sé in un turbine, case e persone in un numero che non si può contare, è la
purificazione del mondo dal peccato nel quale sta immerso».
Le guerre e le persecuzioni predette dalla Madonna a
Fatima si accompagneranno a terribili sconvolgimenti atmosferici, ma tutto
questo sarà verosimilmente preceduto da un grande segno del Cielo, di cui le
aurore boreali del 1938-1939 furono solo una prefigurazione. Il 3 gennaio 1944,
nel palpitare accelerato del cuore e nel suo spirito, suor Lucia udì una voce
leggera che diceva: «Nel tempo, una sola fede, un solo battesimo, una sola
Chiesa, Santa, Cattolica, Apostolica. Nell’eternità il Cielo! Questa parola
‘Cielo’ riempì il mio cuore di pace e felicità, in tal modo che, quasi senza
rendermi conto, continuai a ripetermi per molto tempo: il Cielo, il Cielo!».
Il nostro sguardo deve essere rivolto sempre verso il
Cielo, perché i Cieli narrano la gloria di Dio (Salmo 18, 2) e in
Cielo, annunzia l’Apocalisse (12, 1), apparirà un grandioso segno:
una Donna rivestita di sole. Scrutando il Cielo, che è un luogo spirituale
prima che fisico, riusciremo a prevedere l’ora tragica del castigo e quella splendente
del trionfo del Cuore Immacolato di Maria.
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