Rilanciamo, nella festa di S. Margherita di Scozia, Regina e Vedova, quest’editoriale
di Radicati nella fede, rilanciato anche da Chiesa
e postconcilio, 5.6.2017.
William Hole, S. Margherita a Queensferry, 1899, Scottish National Portrait Gallery, Edimburgo |
CHIESA DEI POVERI? NO, CHIESA BORGHESE.
Editoriale di “Radicati nella fede”
Anno X n. 6 - Giugno 2017
Nell’ideologica lettura della storia della Chiesa nell’ultimo secolo
concluso, si pone l’alternativa tra la Chiesa Conservatrice, quella prevalente
prima del Concilio, e la Chiesa Aperta, quella vincente dal Concilio in poi.
Così, nella semplificazione pubblicitaria a favore della Chiesa moderna, questa
alternativa tra il prima e il poi, diventa la contrapposizione tra Chiesa dei
ricchi e Chiesa dei poveri.
Invece la vera alternativa, perché alternativa c’è tra la chiesa di prima e
quella di poi - su questo hanno ragione i modernisti e gli ammodernati -;
invece l’alternativa vera è tra la Chiesa dei Semplici, poveri o ricchi che
siano, e la Chiesa dei Borghesi, poveri o ricchi che siano.
Questa chiesa che oggi è vincente, i cui membri comandano a tutti i
livelli, questa chiesa mostrata dai media, la cosiddetta “Chiesa Conciliare”,
non è certo la chiesa dei poveri come si è voluto far credere, è la chiesa dei
borghesi.
Borghese è colui che concepisce la vita a partire da sé. Borghese è colui
che parte da sé per costruire la vita. Tutta la Sacra Scrittura parla dei
poveri, che sono beati: poveri sono coloro che sperano solo in Dio e non
possono sperare in se stessi. Il borghese invece, anche quando è religioso,
salva qualcosa di sé; e con ciò che ha salvato giudica e modifica tutto il
cristianesimo, morale e fede compresa.
Basti pensare a come in nome della libertà, e della libertà di coscienza,
si sia distrutta tutta la morale e pastorale della Chiesa. La libertà borghese
reinterpreta così tutti i comandamenti. Per questo i Pastori della Chiesa non
dicono più ad alta voce che una cosa è peccato, per non ledere la libertà dei
fedeli. Pensiamo a tutta la mortale confusione sul matrimonio, sulla
procreazione e sulla legge naturale... ormai la Chiesa non dice più niente,
siamo alla desolazione del peccato organizzato.
Inoltre, lasciatecelo dire, cosa unisce tutta la caotica e confusa
compagine di espressioni della “Chiesa Conciliare”: semplicemente il concetto
borghese della vita. Altro non la unisce: non troverete una posizione uguale
all’altra, ognuno fa veramente ciò che vuole reinventandosi il proprio cristianesimo.
Paolo VI con l’Humanae vitae reagì profeticamente contro la
chiesa borghese... forse troppo tardi. Fu Dio a guidarlo, attraverso la
Tradizione..., non se la sentì, contro il parere di molti prelati, di
contraddire la tradizione morale della Chiesa Cattolica riguardo alla
procreazione e la regolazione delle nascite; riconfermando su quell’aspetto la
Tradizione, lì Pietro fu Pietro. Ma fu tutto lì, non si capì che bisognava
arginare su tutto il fronte l’avanzata della chiesa borghese.
Così, nel silenzio/non-assenso, la chiesa borghese non cessò nella sua
rivoluzione, che aveva nella nuova messa con le sue condizioni laicali la carta
di accesso nella falsificazione della tradizione.
E la chiesa ancora “sana”, non resistendo allo spirito borghese, si avviò
all’autodistruzione che ormai si sta consumando.
Invece bisognava reagire... “Siate uomini di Dio, siate uomini di reazione”...
diceva il Père Emmanuel André ai suoi monaci, spaventato dal Naturalismo che
stava penetrando nella Chiesa a fine ‘800.
Per essere di Dio è essenziale reagire al male: non si può abbracciare il
bene senza rifiutare il male, è un’illusione tipicamente borghese. È l’illusione
della chiesa di oggi, dei suoi Pastori a tutti i livelli della gerarchia. E il
rifiuto del male deve essere deciso, pubblico, deve essere una reazione: è
proprio ciò che la chiesa di oggi non vuole, e firma così la sua fine, forse la
fine del cristianesimo nelle nostre terre.
Un autore tanto propagandato dai radical chic, ma tanto censurato e non
capito dagli stessi, Pierpaolo Pasolini, fu inascoltato quando scriveva:
“... Se molte e gravi sono state
le colpe della Chiesa... la più grave di tutte sarebbe quella di accettare
passivamente la propria liquidazione da parte di un potere che se la ride del
Vangelo... Essa dovrebbe passare all’opposizione... Dovrebbe passare all’opposizione
contro un potere che l’ha così cinicamente abbandonata, progettando, senza
tante storie, di ridurla a puro folclore... Riprendendo una lotta che è per
altro nelle sue tradizioni (la lotta del Papato contro l’Impero), ma non per la
conquista del potere, la Chiesa potrebbe essere la guida, grandiosa ma non
autoritaria, di tutti coloro che rifiutano... il nuovo potere consumistico che
è completamente irreligioso; totalitario; violento; falsamente tollerante,
anzi, più repressivo che mai; corruttore; degradante... O fare questo o
accettare un potere che non la vuole più: ossia suicidarsi ”.
Quando vogliamo la Messa tradizionale, ricordiamoci di rifiutare la chiesa
borghese, vera falsificazione della Sposa di Cristo.
Quando vogliamo la Messa tradizionale, ricordiamoci di volere anche questa
reazione; non si possono disgiungere... l’hanno capito quelli che in modo
feroce non la vogliono, non sempre quelli che la vogliono.
O fare questo o accettare il suicidio della Chiesa in mezzo a noi.
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