Nella festa del Sacro Cuore, rilanciamo quest’articolo di Cristina
Siccardi.
Felice Boscarato, Sacro Cuore con i SS. Francesco di Sales, Margherita M. Alacoque e Giovanna de Chantal, 1790-1810, Venezia |
Ambito veneto, Apparizione del sacro Cuore a S. Margherita M. Alacoque, 1840 circa, Verona |
Antonio Allevi, Sacro Cuore, XIX sec., Macerata |
Luigi Galizzi, Sacro Cuore, 1873-75, Bergamo |
Antonio Guadagnini, Sacro Cuore, XIX sec., Bergamo |
Antonio Guadagnini, Sacro Cuore, 1887, Bergamo |
Ambito lombardo, Apparizione del Sacro Cuore a S. Margherita M. Alacoque, 1890-1910, Bergamo |
Raffaele Gagliardi, Sacro Cuore e S. Margherita M. Alacoque, 1920, Chieti |
Giuseppe Cassioli, Sacro Cuore in trono tra le SS. Margherita M. Alacoque e Gertrude, 1925, Bologna |
Il Sacro Cuore di Gesù pulsa per la nostra salvezza
di Cristina
Siccardi
Che cos’è il tempo
per Dio e per la Sua Chiesa? Un mezzo. E come tale deve essere considerato
anche dai credenti in Cristo. Non sappiamo per quanto tempo permarranno gli scandali
dottrinali e morali in cui si trova la Chiesa contemporanea, la certezza sta
nel sapere che la Sposa di Cristo tornerà un giorno a risplendere di fronte a
tutti e i Sacri Cuori di Gesù e di Maria trionferanno all’unisono. Il tempo è
un mezzo al servizio della Verità e un mezzo di prova per chi professa la Fede.
Per esempio sono passati ben duecento anni prima di giungere alla piena
devozione del Sacro Cuore di Gesù, che si festeggerà il 23 di questo mese.
La pubblicazione
della Vie abrégée (Vita breve) di santa Margherita-Maria
Alacoque (1647-1690) di Padre Croiset fu messa all’Indice e quella di Monsignor
Languet nel 1729 suscitò reazioni sarcastiche. Disprezzo e scherni colpirono i
centri di devozione dove i seguaci della santa di Paray-le-Monial resistettero:
gli eretici giansenisti, gli ingegni eletti e perfino i vescovi si opposero con
sdegno ai sostenitori di quella che essi chiamavano beffardamente «teologia
muscolare».
Critiche più moderate
emersero nello stesso Ordine della Visitazione a cui apparteneva la mistica
nata a Verosvres (Charolais), in quanto diffidente nei confronti di un culto
nuovo e non istituito dai fondatori, i santi Francesco di Sales e Giovanna
Francesca Frémiot de Chantal. Alcuni erano poi compiaciuti nel poter suggerire
che dietro un tale culto si nascondessero i Gesuiti.
Nonostante tutto ciò
la devozione proseguì il suo lento corso, sviluppandosi in modo graduale
attraverso le immagini, i libri, le prediche, gli altari consacrati, i
santuari, le confraternite. Dieci anni dopo la morte di santa Margherita-Maria
Alacoque, tutti i conventi della Visitazione in Francia, a Friburgo, a Napoli,
a Vienna e in Polonia, avevano introdotto la devozione al Sacro Cuore di Gesù e
la confraternita di Digione contava 13.000 membri in tutta Europa. Nel 1697 la
Sacra Congregazione dei Riti di Roma dovette emettere un decreto con il quale
si accordava «ai monasteri della Visitazione la messa delle cinque piaghe
per la festa del Sacro Cuore».
Fu un evento tragico
ad accelerare la diffusione popolare del culto. Nel 1720 un’epidemia di peste
colpì Marsiglia. Il Vescovo del luogo, Monsignor de Belsunce, spinto dalla visitandina
Anne-Madeleine de Rémusat, decise di organizzare una solenne processione per la
riparazione dei peccati nelle strade della città e di dedicare l’intera diocesi
al Sacro Cuore di Gesù. Anche l’anno dopo venne celebrata questa festa a cui il
popolo assistette in lacrime… e il flagello ebbe termine.
Ma la peste
ricomparve nel 1722. Questa volta le stesse autorità cittadine fecero un voto
solenne per celebrare il Sacro Cuore e di nuovo l’epidemia cessò, fu così che
la devozione si propagò per tutto il Sud della Francia.Verso la metà del XVIII
secolo si contavano più di mille congregazioni dedicate al Sacro Cuore di Gesù,
mentre crescevano di anno in anno i pellegrini nel convento visitandino dove la
mistica Alacoque aveva avuto le apparizioni di Cristo e del Suo Cuore.
Tuttavia Roma
continuava a conservare dubbi, nonostante le suppliche provenienti dal Re della
Polonia e dal Re di Spagna. Da che cosa era dettata la reticenza delle alte
gerarchie della Chiesa?Dal rispetto umano, lo stesso che ai nostri
giorni continua a far dimenticare il rispetto per Dio, infatti la parola «cuore»
creava timori e perplessità per il rischio di scontentare i filosofi del tempo.
Gli schernitori dei sentimenti di Cristo nei confronti dei figli di Dio
mettevano in soggezione molti alti prelati, così come accade ora, e ora come
allora oltre ai filosofi pure i preti si fanno beffe della devozione
all’ardente Cuore di Cristo, ma «paziente e misericordioso è il Signore, /
lento all’ira e ricco di grazia […] Il Signore è vicino a quanti lo invocano,/
a quanti lo cercano con cuore sincero./ Appaga il desiderio di quelli che lo temono,
/ ascolta il loro grido e li salva. / Il Signore protegge quanti lo amano, / ma
disperde tutti gli empi» (Salmo 144).
Amare con tutto il
cuore il Cuore incarnato del Figlio di Dio significa vivere autenticamente
la Fede e non solo assaporarla con l’intelletto, così come fece un’altra
visitandina, Madre Luisa Margherita Claret de la Touche (1868-1915), che lascia
testimonianza sublime del suo amore per il Sacro Cuore nel dipinto custodito
nella chiesa di Betania del Sacro Cuore a Vische Canavese (TO).
Nel 1902, in una
interiore ispirazione, la monaca avvertì la presenza di Gesù che le impresse
nell’anima lo splendore del suo volto, nonché l’abbozzo di quelle riflessioni
che divennero una vera e propria dottrina sistematica nel suo libro Il
Sacro Cuore e il Sacerdozio.
Nel mese di novembre
sua mamma andò a trovarla perché preoccupata degli accadimenti legislativi della
Francia liberale ai danni della Chiesa e chiese alla figlia, dal talento artistico,
un quadro del Sacro Cuore di Gesù. Ottenuto il permesso dalla Superiora, suor
Luisa Margherita si mise all’opera, traducendo iconograficamente (nella foto
qui sopra) ciò che lei aveva misticamente visto alcuni mesi prima.
Dopo l’emigrazione
della Visitazione di Romans, dove il suo Ordine era perseguitato dalle autorità
francesi, Madre Luisa Margherita con la postulante Margherita Reynaud si
stabilì a Vische per dare inizio a una nuova fondazione (19 marzo 1914). Al
fine di adornare la povera cappella, occorreva un quadro del Sacro Cuore. Fu
così che il dipinto donato anni prima giunse a Vische, dove si trova tuttora.
L’opera riconduce
alla genuina Arte sacra cattolica, sia nei suoi connotati pittorici, che
dottrinali. Il volto di Cristo richiama quello sindonico. Gli occhi paiono
scrutare in profondità chi lo guarda. Attorno al sacro capo c’è una duplice
aureola: una formata da una corona di spine, l’altra ornata da tre gigli con la
scritta Misericordiam volo. Cristo è dolce e maestoso allo stesso
tempo. Egli appoggia la mano sinistra sul torace: il pollice sul Cuore, mentre
l’indice sfiora il lembo della tunica aperta (a forma di cuore) sulla piaga del
costato. Gesù si manifesta quindi come il compimento della profezia di
Zaccaria: «Guarderanno a colui che hanno trafitto» (Gv 19,
37). È la ferita del costato che qui rivela l’Amore infinito del Cuore di
Cristo, diventando sorgente di Misericordia.
La raffigurazione
richiama la maestà del Sommo Sacerdote, del Pontefice eterno, del Tempio
vivente, del divino sacrificatore di se stesso: dal suo costato continua a
stillare sangue – così come dalla piaga della mano – sull’umanità e in particolare
sui sacerdoti, «le onde vivificanti dell’Amore Infinito» per usare una
definizione della pittrice consacrata e autrice di mirabili pagine a difesa
della santa identità sacerdotale, scritti più attuali che mai.
Nel 1765 la Santa
Sede permise ad alcune diocesi in Polonia e in Spagna la celebrazione della
festa del Sacro Cuore. Dovettero però trascorrere cento anni ancora prima che
il culto assumesse una dimensione nazionale in Francia e quindi internazionale,
simboleggiato dalla costruzione della Basilica di Montmartre a Parigi. Le
cerimonie che qui si svolgevano rendono bene lo spirito che ispira realmente
questa devozione: una lunghissima processione illuminata da fiaccole e da inni
sacri terminava ai piedi dell’altare della Basilica, dove erano deposti
pentimento e riparazione per i peccati.
Atteggiamenti di
pietà che, a fronte di un’apostasia di impressionanti dimensioni, tornano oggi,
sia pubblicamente che nel nascondimento, ad essere praticati a consolazione del
Sacro Cuore di Gesù, che continua a pulsare ardentemente per noi e per la nostra
salvezza. Nonché per la riaffermazione della Verità in seno alla Chiesa. Quando
avverrà?… È solo questione di tempo.
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