Sfortunatamente, la
leggenda di santa Caterina è priva di ogni autorità: gli antichi calendari
orientali ed egiziani, addirittura, non la nominano mai.
In Occidente, il culto
di santa Caterina non apparve che verso l’XI sec.
La sua leggenda, per la verità, era già
conosciuta da un certo tempo, fino a quando, nel 1948, si scoprì nella chiesa romana
di San Lorenzo fuori le mura un affresco rappresentante la vergine di
Alessandria che risaliva all’VIII-IX sec. Ma l’esistenza di un affresco di una
tal epoca non rientrerebbe che nella “preistoria” di un culto. Questo culto,
infatti, era nato precisamente nel IX sec. nel Sinai, dove si cominciava a
venerare la tomba di santa Caterina nel monastero eretto dall’imperatore
Giustiniano (527-565) nel luogo della Teofania del Roveto ardente. Due secoli
più tardi, l’abbazia della Trinità al Monte di Rouen pretenderà di possedere,
essa stessa, qualche reliquia della santa e la venerazione per il suo nome si
diffuse in Francia.
Furono, tuttavia, i Crociati che la resero così popolare che Caterina divenne
una delle sante più onorate alla fine del Medioevo in Occidente.
Nel giorno ottavo della Dedicazione di
san Pietro, la nostra Santa non poteva essere l’oggetto che di una mera
commemorazione a San Pietro. La presenza del suo nome nel calendario del
Vaticano e della sua Passio nel Passionario
del Laterano testimonia del radicamento del culto di santa Caterina a Roma nel
XII sec.
Solo in quest’epoca
vediamo apparire la festa del 25 novembre nei sacramentari di Francia e d’Italia
e nei sinassari bizantini, mentre il calendario copto, erede della tradizione
alessandrina, doveva sempre ignorarla. Si è rilevata l’importanza
delle Crociate nello sviluppo che prese allora il culto di santa Caterina,
chiamata a divenire, dal XIII al XV sec., sempre più popolare, ma questa
espansione fu prima di tutto tributaria della diffusione della sua Passione, che conobbe molteplici
sviluppi (Sulla
Passione di santa Caterina e sullo sviluppo del suo culto, v. J. Baudot – L. Chaussin (a cura di), Vies des Saints
et des Bienheureux selon l’ordre du calendrier avec l’historique des fêtes par
les RR. PP. Bénédictins de Paris, tomo 11, Paris 1954, pp. 854-872. Ma questo
studio non fa menzione dell’affresco scoperto nel 1948 a san Lorenzo. Questo si
trova in una cappella decorata di affreschi che rappresentano, su un muro, la
Vergine Maria assisa con il Bambino Gesù, circondata da angeli alati e, su un
altro muro, i santi Lorenzo, Andrea, Giovanni evangelista e santa Caterina. In
ragione della loro tecnica, del loro stile e della paleografia delle iscrizioni
che accompagnano ogni santo, questi affreschi non possono essere posteriori al
IX sec. Se ne trova una riproduzione
in R. Krautheimer, Corpus basilicarum christianarum Romae,
tomo 2, Città del Vaticano 1962, p. 88) (cfr. Pierre Jounel, Le Culte des Saints dans les Basiliques du
Latran et du Vatican au douzième siècle, École Française de Rome, Palais
Farnèse, 1977, pp. 315-316).
Un gran numero di
chiese, di altari e d’immagini furono eretti nel Medioevo in onore di questa martire,
che fu anche scelta come protettrice dei filosofi. La critica non ha ancora
detto la sua ultima parola sulla personalità di santa Caterina; tuttavia,
sebbene ignoriamo i dettagli della sua biografia, Dio ha voluto glorificare la
sua Santa sul monte Sinai, dove i pellegrini, ancora oggi, venerano la sua
tomba.
Santa Gertrude, che, fin
dalla sua infanzia, ebbe una grande devozione a santa Caterina, domandò un
giorno al Signore di mostrarle la gloria celeste della sua Patrona. Fu esaudita
e vide la vergine d’Alessandria su un trono d’oro, circondata dai saggi che
ella aveva attirato alla verità della fede e che formavano nel cielo la sua
corona più brillante.
Roma medievale elevò in
onore di santa Caterina μεγαλομάρτυρος καὶ πανσόφου almeno sei chiese. Queste sono: Santa Caterina de Cavallerottis, presso
San Pietro (Mariano Armellini, Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX, Tipografia
Vaticana, Roma 18912, pp. 782-783; Ch. Huelsen, Le Chiese di Roma nel medio evo, Firenze
1927, pp.
235-236); Santa Caterina della Rota o de’ Sabellis (Armellini,
op. cit., p. 412; Huelsen, op. cit.,
pp. 325-326); Santa Caterina ai
Cenci (Armellini, op. cit., pp. 574-575; Huelsen, op. cit.,
p. 530); Santa
Caterina de cryptis Agonis poi chiamata San Niccolò in Agone (Armellini, op. cit., pp. 388-389; Huelsen,
op. cit., p. 389); Santa
Caterina in Pallacinis o de’ Funari o della Rosa (Armellini, op. cit., p. 567. Cfr. Huelsen,
op. cit., p. 331); Santa
Caterina sub Tarpeio o de’ Porta Leone (Armellini, op. cit., p. 615; Huelsen, op. cit., pp. 236-237).
La messa è dal Comune, Loquebar, salvo la colletta che
è propria. Festa già al rango doppio prima della riforma di san Pio V. Di III
classe dal 1960.
Il Cristo è una montagna, perché Egli solo, come
Dio ed uomo insieme, si eleva ad un’altezza infinita al di sopra di tutte le cose
create. È una montagna affinché tutti i popoli possano vederlo ed orientarsi
verso lui. È infine una montagna, perché il Signore è in circuila populi sui, come una corona di colline che cingono e
proteggono Gerusalemme.
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Juan Correa, S. Caterina d'Alessandria, XVII sec., Museo Nacional de Arte, Città del Messico |
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Guido Reni, Martirio di S. Caterina, 1607, Museo diocesano, Albenga |
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Guido Reni, S. Caterina, XVII sec., Hunterian Art Gallery, University of Glasgow, Glasgow |
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Guido Reni, Vergine in trono col Bambino tra i SS. Francesco e Caterina d'Alessandria, XVII sec., collezione privata |
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Francisco de Zurbarán, Matrimonio mistico di S. Caterina, 1660-62, Museo Thyssen-Bornemisza, Madrid |
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Ambito romano, Matrimonio mistico di S. Caterina d'Alessandria alla presenza dei SS. Giuseppe, Cecilia e Beata Angelina da Montegiove, XVIII sec., Terni |
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Antonio Balestra, Gloria di S. Caterina d'Alessandria, 1734, Verona |
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Pietro Costa, S. Caterina rompe le ruote dentate e viene condotta al luogo della decapitazione, 1795, La Spezia |
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Scuola lombarda, Trasporto miracoloso del corpo di S. Caterina sul Sinai, 1799, La Spezia |
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Ambito veneto, Martirio di S. Caterina, XIX sec., Verona |
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Giovan Battista Garberini, Martirio di S. Caterina, XIX sec., Vigevano |
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Antonio Zona, S. Caterina in trono, XIX sec., Vicenza |
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Henri Lehmann, Trasporto miracoloso del corpo di S. Caterina, 1839, Musée Fabre, Montpellier, |
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Karl von Blaas, Miracolosa traslazione del corpo di S. Caterina ad opera degli angeli sul Sinai, 1860, Harvard Art Museums/Fogg Museum, Harvard University, Harvard |
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Ponziano Loverini, S. Giuseppe col Bambino in trono tra i SS. Francesco di Sales e Caterina d'Alessandria, 1894, Basilica di Sant'Alessandro in Colonna, Bergamo |
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Ambito vicentino, Matrimonio mistico di S. Caterina d'Alessandria, 1890 circa, Vicenza |
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Biagio Canevari, Le SS. Lucia e Caterina d'Alessandria intercedono per le anime purganti, 1890 circa, Vigevano |
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Luisa Roldán, detta La Roldána, Matrimonio mistico di S. Caterina d'Alessandria, 1690 circa |
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