Ricevuto, rilanciamo
questo contributo di un nostro amico.
Per approfondimenti sul tema della data del 25 dicembre, rinviamo di recente anche a Clemente Sparaco, Dies Natalis Domini (Il Natale del Signore), in Riscossa cristiana, 18.12.2017.
Per approfondimenti sul tema della data del 25 dicembre, rinviamo di recente anche a Clemente Sparaco, Dies Natalis Domini (Il Natale del Signore), in Riscossa cristiana, 18.12.2017.
“L’arte all’arte e il
lupo alle pecore”. La storicità del 25 dicembre
di Vito Abbruzzi
«L’artә a l’artә e u loupә
e pekәrә», l’arte all’arte e il lupo alle pecore. È un detto
tipicamente conversanese, per mettere a tacere chi pecca di saccenteria, ricordandogli
che la ragione può vantarla solo il competente in materia. Un principio questo
recepito in tempi recenti anche dalla scuola italiana, la cui didattica, oltre
alle normali conoscenze e abilità, è volta all’acquisizione delle competenze.
Infatti, oggi si parla di “didattica per competenze”. Ma questo principio,
ahimè!, è ancora lontano dall’essere recepito proprio da molti docenti che o
non si aggiornano o semplicemente non si confrontano con chi ne sa di più di
loro. Ne deriva che la loro è una didattica per stereotipi.
«Attenti agli stereotipi»!
L’ammonisce – guarda caso – proprio Antonio Brusa, docente di Didattica
della Storia all’Università di Bari, in un suo libro ad uso scolastico (L’atlante
delle storie, vol. 1, ed. Palumbo, Palermo 2010, p. 51), ricordando, non
tanto ai discenti quanto ai docenti, che «uno stereotipo è una convinzione
falsa alla quale molti credono. Se ne trovano per ogni argomento. […] Ce ne
sono, sorprendentemente, anche nelle conoscenze scientifiche. […] Dobbiamo
liberarcene, se vogliamo capire […] e se vogliamo discutere con serietà» (ivi).
Gli stereotipi a cui il
prof. Brusa fa riferimento sono quelli riguardanti «la storia della formazione
dell’uomo», dicendo, a chiare lettere, a chi continua a sostenere il contrario anche
e soprattutto nel mondo della scuola, che «siamo i fratelli, o i cugini delle
scimmie, non i loro discendenti» (ivi).
Ma gli stereotipi
riguardano anche il Cristianesimo, la cui storia è ancora insegnata sulla
improbabilità dell’accadimento di certi eventi, che hanno di fatto cambiato la
Storia. Mi riferisco al Natale e alla Pasqua, la cui narrazione apparterrebbe
più al genere mitologico che a quello storico. E così si finisce col sostenere
che Gesù non solo non è nato il 25 dicembre, ma forse non è mai esistito. Così
anche la sua resurrezione: più presunta che reale. Ma su questo argomento ho
già in mente un articolo di prossima pubblicazione: «La resurrezione di Cristo
non è un pesce d’aprile», visto che quest’anno Pasqua sarà il 1 aprile.
Ho già ampiamente
trattato su questo blog la questione del 25 dicembre e la sua fondatezza
storica (v. qui, qui e qui). Non voglio annoiare ulteriormente, ma mettere in guardia proprio dagli
stereotipi che, mitilogizzando la nascita del Cristo, danneggiano l’Insegnamento
e conseguentemente l’educazione dei giovani, in nome di una emancipazione
fasulla, che nega i principi cristiani su cui l’Occidente stesso è fondato.
Buon Natale.
Buon Natale.
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