In
questa Ottava dell’Epifania, Commemorazione del Battesimo di Nostro Signore,
pubblichiamo l’omelia dettata dal card. Burke il 6 gennaio scorso, durante la
solenne Messa Pontificale, presso la Chiesa della SS. Trinità dei Pellegrini in
Roma.
Costantino Sereno, Battesimo di Gesù, 1871, Casale Monferrato |
Luigi Morgari, Battesimo di Gesù, 1878-87, Vigevano |
Antonio Brilla - Carlo Costa, Battesimo di Gesù con Adamo, Eva e Battistero, 1888-89, Casale Monferrato |
CARD. RAYMOND L. BURKE
OMELIA
MISSA IN EPIPHANIA DOMINI
MISSA IN EPIPHANIA DOMINI
CHIESA DELLA SS. TRINITÀ DEI PELLEGRINI
ROMA, 6 GENNAIO 2018
Is 60, 1-6
Mt 2, 1-12
Sia lodato Gesù
Cristo!
La festa della
Natività del Signore è inseparabilmente unita alla festa della Sua Epifania.
Dio Figlio è nato dalla Vergine Maria per la salvezza del mondo e, perciò,
tutto il mondo è attratto dalla luce che promana dal Suo Volto dal momento
della Nascita. La stella che i Re Magi seguono simboleggia quella luce che
attrae ogni uomo di buona volontà alla fonte di vera luce, alla fonte della
verità e dell’amore divino: Dio Figlio Incarnato, il Bambino Gesù Nostro
Salvatore.
Questa luce non ci
attrae ad un qualcosa di passeggero, che può interessarci per qualche tempo, ma
che poi svanisce. Questa luce ci attrae verso Dio stesso che è disceso dal
cielo per abitare in mezzo a noi, per abitare nella Sua santa Chiesa per la
nostra salvezza. Non possiamo mai esaurire la fonte di verità e d’amore alla
quale la stella di Betlemme ci attrae. Conoscere, amare e servire il Signore
abbraccia l’intero arco della nostra vita ed anticipa, già qui in terra, la
vita eterna. Per questa ragione, seguendo la stella, portiamo con noi le nostre
offerte da donare al Re dell’Universo.
Essenzialmente,
portiamo i nostri cuori per donarli, per farli riposare per sempre, nel Suo
Cuore Divino. Il Bambino Gesù si manifesta non come uno spettacolo passeggero,
ma come la presenza fedele e duratura di Dio in mezzo a noi, della quale ogni
uomo, nel suo intimo, ha fame e sete.
Il profeta Isaia ci
illustra il profondo senso della festività odierna. Veramente, nella Natività, “la
gloria del Signore brilla sopra” Gerusalemme, ma è una luce che illumina non
soltanto i figli e le figlie di Gerusalemme, ma tutte le genti. Ecco le parole
ispirate di Isaia: “Cammineranno le genti alla tua luce; i re allo splendore
del tuo sorgere”. È la luce che conduce tutti gli uomini alla Chiesa, la vera
Gerusalemme, dove Cristo continua sempre la Sua opera salvifica fino all’Ultimo
Giorno.
Dom Prosper Guéranger
medita la profezia di Isaia con queste parole:
O gloria infinita di
questo gran giorno, nel quale comincia il movimento delle genti verso la
Chiesa, la vera Gerusalemme! O misericordia del Padre celeste che si è
ricordato di tutti i popoli sepolti nelle ombre della morte e del peccato! Ecco
che la gloria del Signore si è levata sulla Città santa; e i Re si mettono in
cammino per andarlo a contemplare. L’angusta Gerusalemme non può più contenere
la calca di gente; è inaugurata un’altra città santa, e verso di essa si
dirigerà la moltitudine dei gentili di Madian e d’Efa. Apri il seno nella tua
materna gioia, O Roma! ...
[L]’umanità intera viene a prendere nel tuo seno una nuova nascita. Apri le
tue braccia materne, e accogli noi tutti che veniamo dal Mezzogiorno e dall’Aquilone
portando l’incenso e l’oro a Colui che è il Re tuo e nostro.
La festa della
manifestazione del Signore alle Nazioni ispira la perenne attività missionaria
della Chiesa e l’unione di ogni cristiano a quest’opera missionaria. La Chiesa,
quale Corpo Mistico di Cristo, non può cessare mai di andare incontro a tutte
le Nazioni annunciando la verità e l’amore di Dio Incarnato, manifestando il
Volto di Cristo visto per la prima volta dai Rei Magi a Betlemme.
Possiamo allora
rivedere i nostri fratelli e le nostre sorelle del mondo nei Re Magi del
Vangelo. Nonostante la loro distanza da Cristo o il loro ostinarsi a non volerLo
raggiungere, il Signore li chiama a Sé e vuole l’offerta dei loro cuori. Essi
debbono trovare in noi la testimonianza che la verità e l’amore si trovano già
in questo mondo, in Cristo che è vivo e presente nella Chiesa per la salvezza
di tutto il mondo. Offriamo questa testimonianza soprattutto ogni volta che ci
avviciniamo all’altare del Sacrificio di Cristo per unire i nostri cuori al Suo
glorioso Cuore trafitto.
Dom Prosper Guéranger
coglie il senso del nostro pellegrinaggio terreno, riflettendo sulla
manifestazione di Cristo, Re di tutti i cuori, quando i Rei Magi si
avvicinarono alla mangiatoia di Betlemme:
I Magi, primizie
della Gentilità, sono stati introdotti presso il gran Re che cercavano, e noi
tutti li abbiamo seguiti... Tutte le fatiche di quel lungo viaggio che porta a
Dio sono dimenticate; l’Emmanuele rimane con noi, e noi con lui. Betlemme, che
ci ha ricevuti, ci custodisce per sempre, perché a Betlemme possediamo il
Bambino, e Maria Madre sua... Supplichiamo questa Madre incomparabile di presentarci
essa stessa il Figlio che è la nostra luce, il nostro amore, il nostro Pane di
vita nel momento in cui ci avvicineremo all’altare verso il quale ci conduce la
Stella della fede. Fin da questo momento apriamo i nostri tesori; teniamo in
mano il nostro oro, il nostro incenso e la nostra mirra, per il Neonato. Egli
gradirà questi doni con bontà, e non sarà in ritardo con noi. Quando ci
ritireremo come i Magi, lasceremo come loro i nostri cuori sotto il dominio del
divino Re, e anche noi per un’altra strada, per una via del tutto nuova,
rientreremo in quella patria mortale che deve ancora trattenerci, fino al
giorno in cui la vita e la luce eterna verranno a far sparire in noi tutto ciò
che vi è di ombra e di tempo.
Dopo la Santa Messa
di questa mattina, utilizzando i gessetti benedetti, segneremo le porte delle
nostre abitazioni con la Croce di Cristo e le prime lettere dei nomi dei Rei
Magi per significare che veramente le nostre case ed i nostri cuori appartengono
a Cristo Re, che la nostra vita terrena è realmente un pellegrinaggio che
conduce alla vita eterna e che attendiamo la consumazione del nostro
pellegrinaggio terreno, al ritorno di Cristo Re nella gloria.
Oggi, nelle
cattedrali del mondo, dopo il canto del Vangelo, si annuncia ai fedeli “il giorno
della prossima festa di Pasqua”. Questo annuncio ci ricorda la finalità della
Nascita e dell’Epifania del Signore: l’offerta della Sua vita sulla Croce per
la salvezza del mondo. Questo annuncio ci ricorda che il Cuore di Cristo Re è
stato trafitto dalla lancia del soldato Romano, dopo la Sua morte sulla Croce,
per rimanere sempre aperto nella gloria al fine di ricevere il dono dei nostri
cuori.
Condotti dalla stella
della Fede all’altare sul quale Cristo Re non cessa mai di rendere
sacramentalmente presente il Suo Sacrificio sul Calvario, eleviamo i nostri
cuori, uniti al Cuore Immacolato di Maria, al Suo glorioso Cuore trapassato. Offrendo
il tesoro dei nostri cuori al Cuore Eucaristico di Cristo, questi saranno
purificati da tutto ciò che non è di Dio e saranno fortificati per perseverare
nel seguire la stella della Fede che ci porta sempre a Dio Padre, nel Suo
Figlio Unigenito Incarnato, per opera dello Spirito Santo. Così, nel pellegrinaggio
della nostra vita terrena, rimarremo con Cristo, vivo nella Chiesa, sulla via
che ci conduce alla mèta del nostro pellegrinaggio: la vita eterna alla
presenza di Dio – Padre, Figlio e Spirito Santo – insieme con gli angeli e
tutti i santi. Allora, con i Rei Magi, proveremo “una gioia grandissima”, una
gioia che è eterna; mentre adesso, sempre insieme ai Rei Magi, prostriamoci e
adoriamo il Signore.
Cuore di Gesù, Re e
centro di tutti i cuori, abbi pietà di noi.
O Maria, Regina
concepita senza peccato originale, prega per noi.
San Giuseppe, Sposo
della Madre di Dio, prega per noi.
O Santi Re Magi,
pregate per noi.
San Filippo Neri,
prega per noi.
Nel nome del Padre e
del Figlio e dello Spirito Santo.
Così sia.
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