Nella festa della Santa Famiglia
di Nazaret, nella quale si fa memoria del mistero dello smarrimento e
ritrovamento del fanciullo Gesù nel Tempio di Gerusalemme, rilanciamo questo
contributo di Radicati nella fede, ripreso da Chiesa
e postconcilio e Riscossa
cristiana.
Bernardino Luini, Gesù tra i dottori, 1515-30, National Gallery, Londra |
Jacques Stella, Gesù ritrovato nel Tempio dai suoi genitori, XVII sec., Musée des Beaux-Arts, Lione |
Luca Giordano, Disputa di Gesù tra i dottori, 1656-60, Gallerie Barberini-Corsini, Roma |
Luca Giordano, Gesù tra i dottori, XVII sec., collezione privata |
Ambito francese, Gesù tra i dottori, XIX sec., Verona |
Ferdinando Bassi, Ritrovamento di Gesù nel Tempio, 1848, Trento |
Bottega siciliana, Gesù tra i dottori, 1870, Caltagirone |
Nicolò Barabino, Disputa di Gesù tra i dottori, 1875-90, Genova |
Heinrich Hofmann, Gesù nel Tempio tra i dottori, 1884, Kunsthalle, Amburgo |
IL METODO DI DIO: LA CHIESA
Editoriale
di "Radicati nella fede"
Anno
XI n. 1 - Gennaio 2018
Un Tradizionalismo individualista
è un puro non-senso.
Spieghiamoci subito riguardo al
termine “tradizionalista”: lo usiamo qui per farci capire dai più, ma questo
termine non ci piace. Vorremmo semplicemente dire “un Cattolicesimo”, ma usiamo
volutamente il termine “un tradizionalismo” perché è quello usato contro di noi
per definirci nel nostro attaccamento alla Tradizione della Chiesa. Se allora
questo termine ci individua nella nostra accanita salvaguardia di ciò che la
Chiesa ha fatto, e non solo detto, nel passato, questo ci piace.
Ma dicevamo, un tradizionalismo
individualista è un puro non senso, perché il metodo di Dio si chiama Chiesa.
Qual è il pericolo più grande che
corre oggi una parte dei fedeli legati al mondo della Tradizione? Quello di
rinchiudersi in una osservanza individualista della vita cristiana.
La causa di questa tendenza è ben
chiara: dovendosi “difendere” da una chiesa ufficiale che sembra disprezzare il
proprio passato, che non concede veri spazi di vita alla Tradizione, che anzi
osteggia duramente la presenza di comunità tradizionali, il fedele tradizionale
perde quella fiducia nella chiesa stessa e tende a rinchiudersi nei propri
bastioni. È quello che succede a un figlio sempre trattato duramente, in modo
ingiustificato, dal padre, che finisce col trovarsi solo ad affrontare la sua
dura esistenza.
Umanamente si può capire questa
reazione, ma resta inaccettabile e va prontamente corretta. Anzi, va colta
quale essa è: la più grande tentazione che il demonio possa mettere sulla
nostra strada. Ad ogni situazione della vita personale e ad ogni stagione della
storia della Chiesa, corrisponde una tentazione; e quella che dobbiamo vincere
oggi con le armi di Dio, è quella di far meno della Chiesa stessa.
La chiesa “ufficiale” ti
“bastona”? ebbene tu continui ad amare la Chiesa che è tua madre, da cui hai
ricevuto tutto. Ti bastona di più, e tu la ami di più.
Ma anche questo resta una
posizione puramente personale, che rischia di fermarsi ad un individualismo
devoto, se non diventa metodo. Ma non può diventare metodo, se non riconosci
che la Chiesa è il metodo di Dio. Non è la Chiesa che ha bisogno del tuo amore,
ma sei tu che hai assolutamente necessità della Chiesa e hai bisogno di amarla.
La Chiesa è istituita da Gesù
Cristo, che mette insieme i suoi discepoli in una comunità visibile, e ne fa la
sua presenza nel mondo, il prolungamento della sua presenza nella storia. Come
dice P. Calmel, “La Chiesa è inseparabilmente sia mediatrice di salvezza per
la sua predicazione, i suoi insegnamenti, la sua gerarchia, sia dimora sacra
ove Dio abita grazie alla carità che brucia sempre nel cuore della Chiesa e
grazie alla presenza eucaristica del Signore Gesù che nutre questa carità”.
Come non si può diventare
cristiani senza la Chiesa, così non si resta cristiani senza la Chiesa. E la Chiesa
è una società visibile che ha i doni della grazia di Dio.
Questo che è vero sempre, perché
Dio ha scelto questo modo, questo metodo, per raggiungerci e afferrarci nel
tempo, diventa drammaticamente urgente nei tempi di necessità quale il
nostro.
Quando la confusione si fa tanta,
quando molte anime vengono ingannate e si perdono, occorre seguire ancora di
più il metodo di Dio: la Chiesa. Occorre cioè vivere la comunità della Chiesa,
dentro una trama di rapporti con i fratelli nella fede; occorre che questa
comunità sia guidata dall'autorità, che garantisce il legame con la Tradizione,
cioè con la verità del Vangelo. Occorre non fare da sé.
Occorre non fare da sé, ma
“seguire”. Nell'esperienza concreta cosa vorrebbe dire amare la Chiesa, se non
ci fosse questo “seguire”? Cosa vorrebbe dire salvare la Tradizione, se non ci
fosse questo seguire?
E su questo non bisogna
complicare troppo: riconosci dove il Signore ti ha colpito con la sua grazia, e
lì inizia a seguire. Questo seguire eviterà in te inutili amarezze che
distruggono la carità; questo seguire ti darà quella pace sostanziale che non
ti farà mettere in questione il dono della grazia.
All'inizio di un nuovo anno
l'invito più urgente è quello di seguire.
Ma chi devo seguire? Devo seguire
chi non “gioca” con la tradizione, quasi fosse un passatempo spirituale; devo
seguire chi dà la vita dentro una stabilità che opera, devo seguire chi il
cristianesimo lo fa, e non solo ne parla.
Preghiamo che nessuno si perda
dentro una personale superbia che si crogiola amaramente nella propria
solitudine, perché il metodo è la Chiesa.
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