Ford Madox Brown, L'esecuzione di Maria regina di Scozia, 1840, Whitworth Art Gallery, Manchester |
John McKirdy Duncan, Maria, regina di Scozia, al castello di Fotheringhay, 1929 |
«Guardate nelle vostre coscienze e ricordate che il teatro del mondo è più vasto del regno d'Inghilterra» Queste furono le parole pronunciate dalla regina cattolica Maria Stuart quando prese coscienza della sua condizione di condannata a morte.
Da quel momento in poi improntò ogni suo atto a una singolare imitatio Christi. Maria fu processata il 15 ottobre 1586, con l'accusa di alto tradimento, da una corte di quaranta uomini, tra i quali vi erano anche dei cattolici. Si difese da ogni accusa con dignità, sottolineando il fatto di essere una "regina consacrata da Dio" e quindi immune alle leggi d'Inghilterra. Stanca e afflitta, confidò ai suoi servitori di essersi sentita come Gesù davanti ai farisei che urlavano «Tolle, tolle, crucifige!». Alla fine del processo pronunciò queste parole davanti ai suoi giudici: «Miei signori e gentiluomini, io pongo la mia causa nelle mani di Dio».
L'8 febbraio 1587, Maria, indossando un abito scuro e un lungo velo bianco, simile a quello di una sposa, e un sottabito rosso cremisi, il colore della passione dei martiri cattolici, appositamente scelto dalla regina, che, davanti ai protestanti inglesi, voleva morire da martire cattolica.
Una volta bendata dalla dama di compagnia Jane o Janet Kennedy, e posizionata la testa sul ceppo pronunciò le parole: «In manus tuas, Domine, commendo spiritum meum». Quindi, i colpi (giacché il primo non riuscì a reciderle la testa: per questo ne seguì un secondo) di mannaia, che la fecero entrare nella gloria di Dio.
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