In questo Venerdì Santo in Parasceve, nulla può farci riflettere sulla
passione subita da Nostro Signore che il telo sindonico, il quale, in base a
recenti studi ed alla realizzazione e ricostruzione di un Uomo sindonico in 3D,
conferma a pieno il racconto evangelico.
Meditiamo dunque su questo mistero contemplando il volto del Signore,
straziato dalla Passione.
L'articolo comparso sul quotidiano La Verità, 26.3.2018 |
L’Uomo della Sindone ricostruito in 3D e in Vangeli che raccontano la
verità
di Lucandrea Massaro
La ricostruzione dei Vangeli sembra collimare con le scoperte del
professor Giulio Fanti dell'Università di Padova
«Questa statua è la rappresentazione
tridimensionale a grandezza naturale dell’Uomo della Sindone,
realizzata sulle misure millimetriche ricavate dal lenzuolo in cui fu avvolto
il corpo di Cristo dopo la crocifissione» spiega Giulio Fanti, docente di
Misure meccaniche e termiche all’Università di Padova e
studioso della reliquia. Il professore sulla base delle sue misurazioni ha
fatto realizzare un “calco” in 3D che – a suo dire – gli permette di affermare
che queste sono le reali fattezze del Cristo crocifisso.
«Riteniamo
perciò di avere finalmente l’immagine precisa di come era Gesù su questa terra.
D’ora in poi non si potrà più raffigurarlo senza tenere conto di quest’opera».
Il professore ha affidato al settimanale Chi l’esclusiva di
questo suo lavoro, a cui ha rivelato: «Secondo i nostri studi Gesù era un
uomo di bellezza straordinaria. Longilineo, ma molto robusto, era alto un metro
e ottanta centimetri, mentre la statura media dell’epoca era di circa 1 metro e
65. E aveva un’espressione regale e maestosa» (Vatican
Insider).
Tramite lo
studio e la proiezione tridimensionale della figura, Fanti ha potuto anche fare
un computo delle numerosissime ferite sul corpo dell’uomo della Sindone:
«Sulla
Sindone – riprende il docente – ho contato 370 ferite da flagello, senza
prendere in considerazione quelle laterali, che il lenzuolo non riporta perché
avvolgeva solo la parte anteriore e posteriore del corpo. Possiamo perciò
ipotizzare un totale di almeno 600 colpi. Inoltre la ricostruzione tridimensionale
ha permesso di ricostruire che al momento della morte l’uomo della Sindone si è
accasciato verso destra perché la spalla destra era lussata in modo tanto grave
da ledere i nervi» (Il
Mattino di Padova).
Le domande
che avvolgono il mistero della Sindone appaiono ancora intatte, di certo in
quell’uomo martoriato vediamo il segno della sofferenza e in essa troviamo un
pezzo di ciascuno di noi, ma anche – negli occhi della fede – la speranza che
quell’uomo non sia uno qualunque, ma l’Uomo per eccellenza, quel Ecce
Homo che si presentò docile di fronte a Pilato e che dopo la
tremenda flagellazione fu messo in croce da innocente, anzi caricandosi le
colpe di tutti, e sebbene credere nella Sindone non sia obbligatorio neppure
per il cristiano, l’eccezionalità di quel lino rimane lì a sfidare la nostra
comprensione e le nostre certezze, quasi come fece un certo Gesù di Nazareth
che sfidò le nostre certezze amando i suoi persecutori, perdonandoli dalla
croce e sconfiggendo la morte ormai due millenni fa…
Fonte: Aleteia,
27.3.2018. Cfr. anche Claire Chretien, Professor creates 3D ‘carbon copy’ of Jesus and His wounds using Shroud of Turin, in Lifesitenews, Mar. 29, 2018
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