Nella festa di S. Caterina proponiamo quest’articolo sulla Santa
Patrona d’Italia.
Domenico Cresti Passignano, S. Caterina riceve le stigmate, 1620 circa, Pisa |
Giulio Musso, Madonna del Rosario con i SS. Domenico e Caterina, 1896, Asti |
Santa Caterina da Siena:
la donna che salvò il cattolicesimo
di Lorenzo Roselli
È uso comune anche nelle analisi
storiche più accurate, considerare la Chiesa Cattolica Romana come un’entità ai
vertici del mondo medievale, sovrana indiscussa di tutto il mondo conosciuto,
inoppugnabile autorità in grado di sovrastare anche il volere di imperi.
Se da un lato effettivamente il
Cristianesimo giocava un ruolo fondamentale nel quadro culturale dell’Europa
medievale, dall’altro doveva molto spesso subordinarsi alla realtà politica,
soprattutto se a dettarla era una superpotenza.
In questo quadro vanno inserite le infinite lotte tra Chiesa Romana e Sacro Romano Impero, lo Scisma d’Oriente e ovviamente il trasferimento del Papato ad Avignone da parte del re di Francia, nel 1309.
In questo quadro vanno inserite le infinite lotte tra Chiesa Romana e Sacro Romano Impero, lo Scisma d’Oriente e ovviamente il trasferimento del Papato ad Avignone da parte del re di Francia, nel 1309.
Se la Chiesa sopravvisse a quel
settantennio di vero e proprio vassallaggio nei confronti della corona
francese, lo si deve principalmente ad un eccellente operato diplomatico, di
cui il più grande fautore è stata una donna. Una giovane suora domenicana, per
l’esattezza: Caterina Benincasa.
Mistica e teologa (nonostante
fosse semi-analfabeta), Caterina è “Dottore della Chiesa” per nomina di Paolo
VI, nonché patrona d’Italia e di tutta l’Europa.
Nata nel rione di Fontebranda a
Siena il 25 marzo 1347 da una famiglia molto numerosa, a soli 6 anni ha una
visione di Gesù Cristo vestito con le insegne papali ed accompagnato da San
Paolo e San Giovanni.
Animata fin da subito da profondo
zelo, si ritiene che già a 7 anni Caterina faccia voto di castità, tanto da
portarla a scontrarsi con i genitori verso i 12 anni, età in cui era
maritabile.
La ragazza si taglia completamente i capelli in atto di protesta, coprendosi il capo con un velo e intensificando la condotta di vita para-monacale che già conduceva.
La ragazza si taglia completamente i capelli in atto di protesta, coprendosi il capo con un velo e intensificando la condotta di vita para-monacale che già conduceva.
Avendola trovata a pregare con
una colomba sulla testa, i genitori si rendono conto di quanto sia accesa la
sua spiritualità e finalmente le consentono di entrare nelle “Mantellate”,
terz’ordine laicale legato ai Domenicani.
Racconta poi di essersi
approcciata direttamente alle Sacre Scritture, imparando miracolosamente a
leggere in breve tempo.
Inoltre descrive un’altra visione, avuta al termine del Carnevale 1367, in cui Cristo, donandole un anello di rubini, la sposa a sé nella Fede.
Inoltre descrive un’altra visione, avuta al termine del Carnevale 1367, in cui Cristo, donandole un anello di rubini, la sposa a sé nella Fede.
Animata da un fervore ancora più
intenso, Caterina non sopporta la situazione circostante e si attiva in prima
persona per il soccorso degli infermi, dei poveri e persino dei carcerati.
Attacca poi le istituzioni e i
governi, colpevoli di aver resto «l’Italia corsa dalle compagnie di ventura e
dilaniata dalle lotte intestine; il regno di Napoli travolto dall’incostanza e
dalla lussuria della regina Giovanna».
Nel corso della “guerra fredda”
tra Papato e fiorentini, viene ricevuta da Gregorio XI ad Avignone che, seppur
affascinato dalla sua integrità e forza d’animo, non si fa convincere ad
accettare la pace.
Caterina però non demorde e
continua ad inviare lettere al papa invitandolo a liberarsi dal giogo francese
e tornare a Roma.
Gli sforzi diplomatici di
Caterina si concretizzano il 17 gennaio 1377 quando Gregorio XI, per la prima
volta dopo 68 anni, rimette piede nella Città Eterna.
Trascorre i suoi ultimi anni
cercando di pacificare i rapporti tra Firenze e Roma, e contrastando
l’anti-papato di Fondi istituito dai francesi.
Caterina esala l’ultimo respiro
nella sua Siena, il 29 aprile 1380 a 33 anni, stando alle fonti agiografiche
dopo un’astinenza forzata dal bere dell’incredibile durata di un mese.
Papa Pio II la eleverà all’onore degli altari nel
1467.
Fonte: Radiospada,
29.4.2013