Dieci giorni dopo la sua ammirabile Ascensione, Gesù Cristo, manda agli Apostoli lo Spirito Santo, “che procede dal Padre e dal Figlio” (e non solo dal Padre!), illuminandoli su tutte le verità della fede, ricordando loro le parole del Divin Maestro, santificandoli in grazia e rivestendoli di una forza sovrannaturale. Lo Spirito Santo è sempre presente nella Santa Chiesa, ne è l’anima, l’ispira e la dirige nella sua missione evangelizzatrice verso tutte le genti, verso i Giudei come verso i Pagani. Anche i battezzati sono fatti Tempio dello Spirito Santo: guardiamoci dall’estinguere in noi il fuoco del Paraclito coi peccati e lasciamoci guidare dalle sue divine ispirazioni.
In questa festa di Pentecoste non possiamo non considerare ed esaltare Colei, che dello Spirito Santo fu Sposa e portatrice nel senso vero del termine, Colei, cioè, che è «più venerabile dei Cherubini», che ebbe un’unione con lo Spirito Santo in un grado tale da superare ogni misura. Ecco cosa diceva di Lei san Francesco d’Assisi, in una sua preghiera alla Vergine Maria: «Santa Madre vergine, non è mai nata al mondo una tra le donne simile a te, figlia ed ancella dell’altissimo Re e Padre celeste, madre del santissimo Signore nostro Gesù Cristo, sposa dello Spirito Santo». Fu il Santo di Assisi a chiamare la Madre di Dio, per la prima volta, “sposa dello Spirito Santo”. A lui fecero eco poi san Luigi M. Grignion de Montfort, sant’Alfonso M. de Liguori nel sec. XVIII ed, infine, san Massimiliano Kolbe. In onore della Madonna, che ebbe un’unione tutta particolare con lo Spirito Santo, rilanciamo il seguente contributo.
La Madonna e lo
Spirito Santo. Un’ineffabile unità sponsale
di Rosario Silesio
L’Oriente cristiano chiama “pneumatofori”,
portatori dello Spirito Santo, quegli uomini santissimi che avendo raggiunto la
perfezione possono fare da maestri nello spirito e intercedere come mediatori
presso Dio per i fedeli. Tale titolo si addice sommamente alla Vergine
Immacolata...
Un matrimonio per la pace
Il peccato originale causò la
perdita dell’amicizia tra Dio e gli uomini, causò la ribellione delle misere
creature. La pertinacia nel peccato offende Dio, il quale è la Verità, dunque
infinita giustizia: Egli non può chiudere gli occhi alle offese fatte a Lui.
Per questo mandò l’angelo per avvisare gli uomini: «Guai, guai, guai agli
abitanti della terra» (Ap 8,13). Questo triplice “guai” – in latino vae
– era visto dai medievali come l’antitesi all’Ave pronunciato dall’arcangelo
Gabriele alla Madonna nel giorno dell’Annunciazione. Il nome del arcangelo
Gabriele significa infatti “Dio-Forte”, perché il suo annunzio mostrò la
fortezza di Dio, la fortezza della sua grazia, che devastò i cuori induriti e
creò i santi sulla terra, la quale senza il suo intervento sarebbe stata
destinata alla perdizione.
A livello politico e sociale, se
due regni sono in guerra, basta che si concluda un matrimonio tra due principi
dei medesimi e allora tra i regni torna a regnare la concordia. Così il
matrimonio tra Maria e Iddio porta la pace e la riconciliazione tra Dio e gli
uomini. Ci sono due cause di questo matrimonio – insegna san Lorenzo da
Brindisi –: l’amore di Dio e la divina bellezza di Maria. Una Bellezza, che si
esprime nelle parole piena di grazia, che significa senza macchia di peccato,
piena di ogni beneplacito divino. «Hai trovato grazia presso Dio»: ecco la
risposta d’amore di Dio verso Maria. Nella Santissima Trinità lo Spirito Santo
viene chiamato Amore, ed è pertanto proprio Lui lo Sposo di Maria, che si è donato
completamente a Lei.
Un matrimonio fecondo
All’interno della Santissima
Trinità lo Spirito Santo non ha fecondità, in quanto Esso procede dal Padre e
dal Figlio e da Lui non procede nulla (1). Lo Spirito Santo non può dunque
avere autorità sopra la Persona divina del Figlio, perché da esso procede.
Tuttavia Gesù applicò a sé le parole del profeta Isaia: «Lo Spirito del Signore
è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione» (Lc 4,18). L’autorità
dello Spirito Santo su Gesù si fonda dunque su qualcos’altro, cioè sul mistero
dell’Incarnazione. Così come Maria, essendo la Madre di Gesù, fu l’educatrice
della santissima Umanità del Verbo, ugualmente lo Spirito Santo si posò su
Gesù, abitando nella sua anima umana, santificandola sempre di più e sviluppando
in essa tutte le meraviglie di grazia (cf. Lc 2,52). Maria formava “l’uomo
esteriore” per facilitare allo Spirito Santo la sua divina formazione
interiore.
Profetizzando l’Incarnazione del
Verbo il profeta Isaia disse: «Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un
virgulto germoglierà dalle sue radici. Su di lui si poserà lo Spirito del
Signore» (Is 11,1-2). San Bernardo commentando questa profezia disse: «Il fatto
che lo Spirito del Signore si sia posato su di Lui, dimostra che in Lui non vi era
nulla che lo contrastasse. In noi, infatti, siccome lo spirito non è affatto superiore,
non si posa, dal momento che la carne lotta contro lo spirito e lo spirito
contro la carne». Le stesse parole possono essere applicate all’Immacolata.
Anche in Lei non si trova niente che potrebbe contrastare lo Spirito Santo,
infatti dice il Dottore Mellifluo: «Colei che ignora la concupiscenza viene
riempita di grazia affinché, per la venuta in Lei dello Spirito Santo, Lei che
ha sdegnato qualunque rapporto con l’uomo, possa dare alla luce il Figlio dell’Altissimo».
Così in Maria lo Spirito Santo trova la sua fecondità. Dice san Massimiliano:
«Maria Immacolata, sempre piena di grazia e piena di Dio, in due circostanze è
stata investita dallo Spirito Santo, a Nazareth nel giorno dell’Annunciazione,
e nel cenacolo, il giorno di Pentecoste, quando era in preghiera con gli
Apostoli, con i discepoli e con i primi cristiani. La prima volta diventa Madre
di Gesù. Ma Gesù è il Redentore, Capo del Corpo Mistico e noi siamo sue membra.
La seconda volta, a Pentecoste, Maria Santissima diviene Madre nostra, secondo
il testamento di Gesù morente, per generarci alla grazia, riceve dallo Spirito
Santo la potenza d’amore materno verso tutti gli uomini suoi figli, e comincia
la sua missione nella Chiesa come Maestra degli Apostoli, esempio e guida dei
cristiani, conforto e sostegno dei perseguitati e dei martiri» (2).
La Pneumatofora
In Oriente la Madonna viene
chiamata Pneumatofora, portatrice dello Spirito Santo. Con questo titolo
in antichità erano chiamati gli uomini santissimi. Anzitutto i monaci d’Egitto,
che raggiungendo la perfezione, potevano fare da maestri nello spirito,
compiere i miracoli ed invocare la clemenza di Dio sul popolo cristiano – fare
cioè da mediatori, espiatori tra Dio e i fedeli –. Il titolo di Pneumatofora
si applica dunque in modo sommo all’Immacolata. «Tutte le anime ricevono le
grazie dallo Spirito Santo, il quale dimora nelle anime dei giusti. Se è così
allora Egli dimora nell’anima dell’Immacolata in modo più perfetto. Ella è
divinizzata. Il titolo di Sposa con il quale la chiamiamo è solo un’ombra
lontana della realtà. Lo Spirito Santo ha formato in Lei l’Umanità di Gesù in
modo miracoloso. L’anima dell’Immacolata è totalmente divinizzata. La sua relazione
con la Santissima Trinità nell’ordine soprannaturale è straordinaria e le
deriva dal titolo di Madre di Dio. Madre Santissima è quasi Complemento della
Santissima Trinità. Se Gesù dice alle anime dei giusti: “Noi verremo a lui e
prenderemo dimora presso di lui” (Gv 14,23), quale differenza ci sarà tra l’inabitazione
della Santissima Trinità in noi e nella Madre Santissima?» (CK 160). Per questo
san Massimiliano sostiene che lo Spirito Santo si manifestò attraverso Maria.
Chiama Maria «quasi-incarnazione dello Spirito Santo». Chiunque vuole sapere
com’è lo Spirito Amore, la Terza Persona della Trinità, fissi lo sguardo su
Maria, perché in Lei risplende in maniera perfettissima tutto il Suo agire, la
Sua misericordia, dolcezza, clemenza, fortezza e santità. «Gesù Cristo ha due
nature: quella divina e quella umana, unita in una sola Persona divina. L’Immacolata
è così strettamente unita allo Spirito Santo, che non lo possiamo capire.
Possiamo dire, in un certo senso, che lo Spirito Santo e l’Immacolata sono “due
persone” e “misticamente una cosa sola” grazie alla loro stretta unione. Di
conseguenza tutte le grazie che scorrono da Dio Padre attraverso il Figlio e lo
Spirito Santo passano attraverso la Madre Santissima e per questo Lei è la
Mediatrice» (CK 39).
La Madre della Chiesa
Se Maria Santissima rende in
qualche modo fecondo lo Spirito Santo, generando nel suo grembo il Cristo, non
va però dimenticato che Cristo è il Primogenito degli eletti e il Capo della
Chiesa. Secondo il pensiero dei Padri, la Chiesa è stata concepita all’Annunciazione,
in quanto corpo del Capo Mistico che è Cristo; poi è stata partorita sul
Calvario, nelle “doglie” di dolore di Maria Santissima, resa madre del genere
umano, presso la croce; infine, però, la Chiesa è divenuta veramente tale solo
a Pentecoste quando su di Essa, per la mediazione dell’Immacolata, sono stati
effusi gli abbondanti doni dello Spirito Santo. Ella dunque, in quanto Sposa
dello Spirito Santo, non è solo a giusto titolo Madre di Cristo e quindi Madre
di Dio, ma anche vera Madre della Chiesa. Proprio per questo dobbiamo celebrare
come lieto evento l’introduzione nel calendario liturgico della festa di Maria
Madre della Chiesa, fissata ogni anno per il lunedì successivo alla Pentecoste,
per segnalare il legame strettissimo tra questa Solennità e il ruolo di Maria
Santissima verso la Chiesa. Il cardinale Robert Sarah, promulgando in nome di Francesco il decreto sulla nuova memoria nel calendario liturgico, scrive:
«Premurosa guida della Chiesa nascente, Maria iniziò pertanto la propria
missione materna già nel cenacolo, pregando con gli Apostoli in attesa della
venuta dello Spirito Santo (cf. At 1,14). In questo sentire, nel corso dei
secoli, la pietà cristiana ha onorato Maria con i titoli, in qualche modo
equivalenti, di Madre dei discepoli, dei fedeli, dei credenti, di tutti coloro
che rinascono in Cristo e anche di “Madre della Chiesa”».
NOTE
1) Cf. San Luigi M. Grignion de Montfort, Trattato della vera devozione a Maria, n. 20 e 21.
1) Cf. San Luigi M. Grignion de Montfort, Trattato della vera devozione a Maria, n. 20 e 21.
2) Le Conferenze di san
Massimiliano M. Kolbe, Casa Mariana Editrice, Frigento 2014, n. 67, (sigla
CK).
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