Il 13
maggio 1917, domenica precedente l’Ascensione, a Fatima, ai confini
dell’Europa, una Signora vestita di bianco compariva per la prima volta a tre
pastorali: Lucia, Francesco e Giacinta. «Non abbiate timore! Non vi farò del
male», li aveva rassicurati. E alla domanda ingenua della più grande dei tre –
«Di dove siete?» – aveva risposto: «Sono del Cielo».
Lo stesso
giorno, sotto la volta di Michelangelo, che custodisce le primizie di ogni
pontificato, Sua Santità il Papa Benedetto XV consacrava l’Arcivescovo eletto
di Sardi in partibus infidelium il giovane Monsignor
Eugenio Pacelli, classe 1876, che ventiduenni dopo, da quella stessa Cappella
Sistina, uscirà Papa con il nome di Pio XII. Innalzato al supremo fastigio
del Romano Pontificato, come ci ricorda un nostro amico, consacrerà la Chiesa e
il mondo al Cuore Immacolato di Maria (1942), pur non adempiendo alle richieste
del Cielo, la Russia (1952). Nel 1946 fece incoronare la Vergine di Fatima come
Regina del Mondo. Il 30 e il 31 ottobre, il 1° e l'8 novembre del 1950
beneficiò nei Giardini Vaticani dello stesso Miracolo del Sole, che si verificò
a Fatima il 13 ottobre 1917. Considerando che a coronamento di tutto questo il
venerabile Pontefice fu inumato il 13 ottobre 1958, possiamo affermare che egli
fu il Papa di Fatima.
Nonostante
la guerra in corso, l’intera Chiesa – e il popolo di Roma in modo particolare –
non mancò di stringersi al Papa per festeggiare insieme quel giubileo
episcopale nel suo XXV anniversario. Per l’occasione, dal fidato Aurelio
Mistruzzi fu coniata anche una medaglia commemorativa. Su un verso c’è il
profilo di Pacelli; sul retro, Benedetto XV che consegna il pastorale al nuovo
Vescovo.
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