Questa santa regina conferma quello che scriveva già san
Paolo: una donna ripiena di fede può santificare suo marito e tutta la sua
casa. Margherita fu l’angelo tutelare del suo popolo.
Figlia di Edoardo, re inglese in esilio (e per questo
noto come Edoardo l’esiliato) per sfuggire all’usurpatore Canuto, nacque in
Ungheria intorno al 1046. Sua madre, Agata di Kiev, discendeva dal santo re
magiaro Stefano. Il suo prozio era sant’Edoardo il Confessore. Quando aveva
nove anni suo padre poté tornare sul trono; ma presto dovette fuggire ancora a
causa delle imprese del normanno Guglielmo il Conquistatore, trovando rifugio
in Scozia, dove vi approdò assieme alla madre ed alla sorella a causa di una
tempesta. Qui Margherita, ben accolta dal sovrano, Malcom III MacDuncan,
a 24 anni, andò in sposa a lui verso la fine del 1070. Da quest’unione nacquero
sei figli maschi e due femmine.
Caritatevole verso i poveri, gli orfani, i malati, li
assisteva personalmente e invitava Malcom III a fare
altrettanto. Margherita era dedita alla preghiera, al ricamo per i
paramenti sacri e a letture devozionali. Suo marito non era né malvagio né
violento, soltanto un po’ rude e ignorante. Non sapeva leggere, ed aveva un
grande rispetto per la moglie istruita. Baciava i libri di preghiera che le
vedeva leggere con devozione; chiedeva costantemente il suo
consiglio, decorò alcuni dei suoi libri in oro e argento che usava la
moglie. Uno di questi, un piccolo vangelo tascabile con eleganti immagini degli
Evangelisti, è conservato ancora oggi presso la Biblioteca Bodleiana di Oxford.
La Santa regina non insuperbì per questo. Si mantenne discreta, rispettosa
e modesta. Per la Scozia non corsero mai anni migliori di quelli passati sotto
il governo veramente cristiano di Malcom III e di Margherita, la quale,
benvoluta dai sudditi, amata dal marito, venerata dai figli, dedicava tutta la
sua vita al bene della sua anima e al benessere degli altri. Non avendo dolori
propri, cercò di lenire quelli degli altri; non avendo disgrazie familiari o
dinastiche, cercò di soccorrere gli altri disgraziati, non conoscendo né,
miseria né mortificazioni, cercò di consolare i miseri e gli umiliati.
La Santa regina ebbe una certa influenza moralizzatrice
sul marito attraverso la lettura di passi della Bibbia e cercò di riformare le
pratiche delle chiese locali rendendole conformi a quella della chiesa di Roma.
La sua opera fu di ispirazione per il beato Lanfranco di Canterbury, futuro
Arcivescovo di Canterbury e lavorò molto perché la chiesa scozzese andasse di
pari passo con quella del continente in cui era cresciuta. Grazie a questi
traguardi Margherita venne considerata un ottimo esempio di come doveva essere
una guida saggia anche per il marito e per i figli, specialmente per il figlio
Davide, futuro re, che la raggiunse agli onori degli altari insieme al fratello
Edmund e alla sorella Maud. La tradizione vuole che prima di mangiare lavasse i
piedi ai poveri e si occupasse degli orfani e dei bisognosi, che si levasse a
mezzanotte per assistere alle funzioni e che abbia invitato un gruppo
dell’Ordine di San Benedetto a trasferirsi all’Abbazia di Dunfermline nel 1072.
Per facilitare l’accesso dei pellegrini all’abbazia ordinò l’istituzione di un
traghetto che li portasse al di qua e al di là dell’estuario del Forth. Fra le
altre cose di cui si occupò vi fu anche il restauro dell’Abbazia di Iona, oltre
che al rilascio di tutti quegli inglesi, che si erano trovati a divenire servi
della gleba a seguito della Conquista.
Già gravemente
ammalata, accolse con animo lieto l’unica brutta notizia, che le giunse sul
letto di morte, portatale dal figlio secondogenito, Edmund. Il marito ed il
figlio maggiore, Edward, erano caduti combattendo in una spedizione contro
Guglielmo detto il Rosso, nella battaglia di Alnwick il 13 novembre 1093. A
chi, con cautela, cercava di attenuare la crudeltà della notizia, Margherita
fece capire di averla già avuta. E ringraziò Dio di quel dolore che le sarebbe
servito a scuotere, nelle ultime ore, i peccati di tutta la vita. Ciò non
significava disamore e insensibilità verso il marito e il figlio morti. Ella
sperava, anzi ne era certa, di riunirsi a loro, dopo quel doloroso passo, oltre
la porta della morte, nella luce della Redenzione.
Secondo la
tradizione, la Santa Regina si spense tre giorni dopo, il 16 novembre.
Fu canonizzata nel
1250 da papa Innocenzo IV. Il 19 giugno del 1250, dopo essere stata canonizzata
fu trasportata presso l’abbazia di Dunfermline.
Nel 1560 la regina
Maria di Scozia si fece portare la testa di Santa Margherita al Castello di
Edimburgo come reliquia per assisterla durante il parto. Nel 1597 la testa finì
presso i gesuiti allo Scottish College, a Douai, in Francia, ma fu persa
durante la rivoluzione francese. Re Filippo di Spagna fece trasferire gli altri
resti di Margherita e Malcolm III nel palazzo dell’Escorial a Madrid, in
Spagna, ma la loro posizione attuale non è stata scoperta.
La sua festa fu
fissata al 10 giugno, con rito semidoppio ad libitum, nel 1673. Nel
1678, fu trasferita all’8 luglio. Infine, nel 1693, papa Innocenzo XII la
inserì pienamente nel calendario e la riportò al 10 giugno, con rito
semidoppio, perché il 16 novembre era già occupato da Santa Gertrude Vergine ed
in riconoscimento della data di nascita del figlio dell’ultimo re cattolico
Giacomo VII di Scozia e II d’Inghilterra, e che era nato appunto il 10 giugno
1688.
Fu proclamata patrona di Scozia nel 1673 da
papa Clemente X, accogliendo la richiesta formulata dal Barone
Menzies (su indicazione del gesuita William Louis Leslie, autore di una vita
della nostra Santa).
Roma cristiana
dedicò, nel 1592, a Sant’Andrea ed a Santa Margherita di Scozia una chiesa:
l’attuale chiesa sant’Andrea degli Scozzesi, nel rione Trevi (cfr. Mariano Armellini, Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX,
Tipografia Vaticana, Roma 18912, p. 272). Nel 1962 la chiesa fu
sconsacrata e tutto il complesso divenne sede della Cariplo, istituto bancario
lombardo.
La messa è simile a quella di santa Francesca Romana, il 9
marzo. Solo la prima colletta è propria.
È meglio donare che ricevere, ha detto il Signore (At. 20, 35). Dio ha impresso sui potenti e sui ricchi come un raggio della sua magnificenza, affinché questi condividano con gli infelici le risorse loro accordate, siano gli organi ed i ministri della divina Provvidenza. La ricchezza è dunque una missione sacra e divina ed è la ragione per la quale Dio ci dichiara così spesse nelle Sacre Scritture che lui stesso ha creato il ricco come il povero.
È meglio donare che ricevere, ha detto il Signore (At. 20, 35). Dio ha impresso sui potenti e sui ricchi come un raggio della sua magnificenza, affinché questi condividano con gli infelici le risorse loro accordate, siano gli organi ed i ministri della divina Provvidenza. La ricchezza è dunque una missione sacra e divina ed è la ragione per la quale Dio ci dichiara così spesse nelle Sacre Scritture che lui stesso ha creato il ricco come il povero.
Rovine della tomba di S. Margherita, Dunfermline Abbey, Fife, Scozia |
Juan de Roelas, S. Margherita di Scozia, 1605 circa, Chiesa dei SS. Michele e Giuliano, Valladolid |
Nicolas de Largillière, S. Margherita di Scozia, 1692, The National Trust, Sizergh Castle |
William Hole, S. Margherita a Queensferry, 1899, Scottish National Portrait Gallery, Edimburgo |
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