Nella
festa di Tutti i Santi, rilanciamo questo contributo di Chiesa e
postconcilio, pubblicato due anni fa.
Un
testo, che ci aiuta a meditare sul significato di questa festa e di come
Halloween, sia nata come ricorrenza essenzialmente cristiana, e che sia stata
via via paganizzata e trasformata in un’occasione di idolatria e di esaltazione
dell’Avversario e dei suoi sodali.
Al di là
dei vaghi (e storicamente discutibili) legami con il Samhain celtico
(che segnava presso i Celti pagani la “fine dell’estate”), in effetti,
Halloween nasce in realtà come festa integralmente cristiano-cattolica nel
Medioevo, come vigilia della festa di Tutti i Santi; e come momento in cui si
recano doni spirituali (aiuti) alle anime ancora prigioniere nel mondo
intermedio (Purgatorio) in cui si purificano dalle colpe veniali e soddisfano e
riparano, con la loro espiazione, la Giustizia Divina.
Con
l’affermazione, in vaste aree dell’Europa, inizia la sua “criminalizzazione”.
Saranno, in effetti, proprio i Protestanti, ed in particolare quelli puritani
americani, scandalizzati dalla festa cattolica, importata dall’Irlanda, che ne
demonizzeranno la pratica ... creando paradossalmente un’assimilazione
Halloween-satanismo, che ha finito per essere presa sul serio da
gruppi neopagani come Wicca o altri.
È
significativo, a questo riguardo, peraltro, che in alcune parti dell’Europa
continentale, dove è ancora forte la presenza cattolica e dove le mode ed il
protestantesimo hanno scarsamente attecchito, si cerchi, oggi, di recuperare
l’antico significato della ricorrenza: in Polonia, per es., ancora oggi, la
sera del 31 ottobre, i bambini si vestono tuttora da santi, girando così in
processione per le strade.
Rinviamo sul punto ad uno dei più approfonditi
articoli sull’origine di Halloween, che sfata una serie di luoghi comuni
(alcuni dei quali, ben radicati persino in ambienti cattolici): Sara Pillitteri, Halloween:
la fede, le usanze e i luoghi comuni, in Storia
delle idee, 29.10.2018.
Il significato dei numeri per la Festa di
Tutti i Santi. Con un’appendice sull’origine a la trasformazione di Halloween
di Fr. Cassian Folsom, O.S.B.
Ap 7,2-12; Mt 5,1-12
Sant’Agostino, durante il tempo Pasquale,
predicava ogni anno sul significato dei 153 grossi pesci presi nella miracolosa
pesca fatta dagli apostoli sul lago di Galilea dopo la Risurrezione del
Signore. L’assemblea d’Ippona conosceva bene questo brano evangelico, ma ogni
anno aspettava con piacere da Sant’Agostino la spiegazione della numerologia. Similmente,
la ricorrenza annuale della festa di Tutti i Santi ci fornisce l’occasione di parlare
della numerologia della liturgia. Per coloro che hanno già sentito questa
spiegazione, sarà una ripetizione; per coloro invece che non l’hanno mai
sentito, sarà una scoperta del significato profondo dei numeri nella Bibbia e
nella liturgia.
Quanti
santi ci sono? La prima lettura che abbiamo appena ascoltato, dal libro dell’Apocalisse,
parla di 144,000. Soltanto? Sembra troppo poco! Il testo, poi, spiega come si è
arrivato a questa cifra. Ci sono 12,000 persone da ciascuna delle dodici tribù
d’Israele. Il simbolismo è chiaro. Dodici è un numero mistico che significa
totalità, completezza. Se volessimo indicare una completezza molto grande
diremmo “12” due volte. Anche in Italiano facciamo così, ripetiamo le parole
per sottolineare la loro importanza: “pian, piano” vuol dire “veramente piano”.
“Or ora” vuol dire “proprio in questo momento”. Quindi, “dodici per dodici”
vuol dire un numero veramente grande. E se volessimo andare oltre e indicare un
numero superlativo, stravagante, proprio grandissimo? Gli antichi indicavano
questo concetto aggiungendo il numero 1.000. Quindi, “12” è già grande. “12 per
12” o 144 vuol dire super-grande. 144.000, invece, è un numero così grande che
è quasi impossibile a contare.
Il testo biblico, però, dà questo numero ai
Giudei. I Gentili, invece? Una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare,
di ogni nazione, razza popolo e lingua (Ap 7,9). Il concetto è uguale. Una
moltitudine immensa di Giudei, e una moltitudine immensa di Gentili.
La Liturgia
Il canone romano adopera la stessa
numerologia. Ci sono due elenchi di santi nel canone romano. Contate con me i
quelli elencati nel gruppo prima della consacrazione. Innanzitutto, ci sono gli
apostoli:
Pietro e Paolo,
Andrea, Giacomo,
Giovanni, Tommaso,
Giacomo, Filippo,
Bartolomeo, Matteo,
Simone e Taddeo (12)
Ci sono dodici santi. Poi, i martiri:
Lino, Cleto
Clemente, Sisto
Cornelio e Cipriano,
Lorenzo, Crisogono,
Giovanni e Paolo,
Cosma e Damiano (12).
Quanti santi sono elencati? 12 per 12 –
che fa 144. Completezza, totalità, tutti i santi.
Contiamo, poi, i nominativi nel secondo
elenco, dopo la consacrazione. Giovanni Battista viene nominato per primo,
perché il suo culto era molto sentito dalla Chiesa romana. Infatti, la
cattedrale di Roma (che è il Laterano, non San Pietro) è intitolata San
Giovanni in Laterano. Dopo San Giovanni Battista, il capo del coro dei santi,
seguono due gruppi, un elenco di maschi e un elenco di femmine. Contiamo i
nominativi:
Stefano, Mattia, Barnaba, Ignazio,
Alessandro, Marcellino, Pietro (7)
Felicita, Perpetua, Agata, Lucia, Agnese,
Cecilia, Anastasia (7).
Sette maschi e sette femmine. Il numero
sette, come il numero 12, significa la perfezione, la pienezza. Quindi il secondo
elenco, come il primo, vuol dire “Tutti i Santi”, una moltitudine immensa, che
nessuno poteva contare… la comunione dei santi. Molti santi hanno una
celebrazione nel calendario liturgico, altri invece hanno il loro nome iscritto
nel martirologio, ma non hanno un culto liturgico particolare. Inoltre, ci sono
santi sconosciuti – o meglio, conosciuti solo a Dio. Oggi, celebriamo la loro
festa: la solennità di tutti i santi.
Nella liturgia, siamo circondati dagli
angeli e dai santi. Come spiega il Catechismo della Chiesa Cattolica, “coloro
che celebrano la liturgia qui, al di là dei segni, sono già nella Liturgia
celeste, dove la celebrazione è totalmente comunione e festa” (CCC 1136). Forse
siamo abituati a pensare che noi stessi siamo i soggetti principali della
liturgia – ma sarebbe un’idea erronea. Nella liturgia, l’angelo santo porta la
nostra offerta sull’altare del cielo davanti alla Maestà Divina, veniamo
trasporti fuori di noi stessi, siamo condotti al palazzo del Re, entriamo in un’altra
realtà. Il Catechismo descrive elegantemente chi sono i celebranti della
liturgia celeste:
Apocalisse di san Giovanni…ci rivela prima di tutto ‘un trono
nel cielo, e sul trono Uno… seduto (Ap 4,2): il Signore. Poi l’Agnello,
immolato e ritto (Ap 5,6): il Cristo crocifisso e risorto, l’unico Sommo
Sacerdote del vero santuario, lo stesso ‘che offre e che viene offerto, che
dona ed è donato’. Infine, il ‘fiume di acqua viva’ che scaturisce dal trono di
Dio e dell’Agnello (Ap 22,1): uno dei simboli più belli dello Spirito Santo.
Ricapitolati in Cristo, partecipano al
servizio della lode di Dio e al compimento del suo disegno: le Potenze celesti,
tutta la creazione (i quattro esseri Viventi), i servitori dell’Antica e della
Nuova Alleanza (i ventiquattro Vegliardi), il nuovo Popolo di Dio (i 144.000),
in particolare i martiri ‘immolati a causa della Parola di Dio’ (Ap 6,9-11), e
la santissima Madre di Dio, infine una moltitudine immensa, che nessuno può
contare, di ogni nazione, razza, popolo e lingua (Ap 7,9).
È a questa Liturgia eterna che lo Spirito
e la Chiesa ci fanno partecipare quando celebriamo, nei sacramenti, il Mistero
della salvezza” (CCC 1137-1139).
La solennità di Tutti i Santi ci offre
questa visione gloriosa del nostro destino: la comunione dei santi nella
liturgia celeste. Preghiamo il Signore di poter pregustare oggi in questa
Messa, la gioia che sperimentano i commensali alla cena delle nozze del Signore
(cf. Ap 19,9).
Fr. Cassian Folsom, O.S.B. - 15 nov. 2015
* * *
Un accenno all’odierna scristianizzazione
Halloween, deriva da All Hallow’s
Eve e vuol dire semplicemente ‘Sera della festa dei Santi’, ‘Vigilia
della festa dei santi’.
La chiesa cattolica l’1 novembre fa memoria di tutti i santi e la sera del 31
ottobre è appunto la vigilia della festa. Ma l’1 novembre era il giorno della
festa celtica di Samhain ed alcune delle tradizioni dell’odierna Halloween vi
rimandano.
Cosa è avvenuto? Perché questa coincidenza? Halloween è una festa pagana o
cristiana? Siamo dinanzi ad una espropriazione cristiana o ad un camuffamento
sincretista di riti magici? Cosa è bene fare in campo educativo? Incoraggiare o
opporsi alla celebrazione di Halloween?
La festa celtica di Samhain ”era
un momento di contemplazione gioiosa, in cui si faceva memoria della propria
storia, della propria gente, dei propri cari, in cui si celebrava la speranza
di non soccombere alle sventure, alle malattie, alla morte stessa, che non era
l’ultima parola, se era vero che i propri cari, almeno una volta l’anno,
potevano essere in qualche modo presenti. Nella magica notte di Samhain non
erano le oscure forze del caos che riportavano nel mondo i morti, ma il ricordo
e l’amore dei vivi che li celebravano gioiosamente”.
L’annuncio del vangelo nel mondo celtico si misurò con questa tradizione che
manifestava il desiderio che la morte non fosse l’ultima parola sulla vita
umana e testimoniava, a suo modo, la speranza nell’immortalità delle anime. Il
cristianesimo comprese che la propria convinzione della costante presenza ed
intercessione della chiesa celeste, della comunione dei santi che già vivono in
Dio, poteva rinnovare dall’interno l’attesa ed il desiderio che la tradizione
di Samhain celebrava. La resurrezione di Cristo era l’annuncio
che la presenza benedicente dei propri defunti non era pura illusione, ma
certezza dal momento che noi, i viventi di questa terra, viviamo accompagnati
dal Cristo e da tutti i suoi santi. Samhain divenne così Halloween.
Tuttavia, nella corrente letteratura
esoterica ed occultistica si danno delle fantasiose e infondate versioni della
festa di celtica Samhain che sono poi quelle che fanno da
riferimento alle moderne celebrazioni stregonesche e neopaganeggianti e che
hanno creato agli occhi di molte persone l’immagine inquietante di Halloween,
ma che nella maggior parte dei casi ormai acquista un aspetto satanico. Ciò
avviene attribuendo a Samhain il nome di una oscura divinità, ‘Il
Signore della morte’, ‘Il Principe delle Tenebre’, che in occasione della sua
celebrazione chiamava a sé gli spiriti dei morti, facendo sì che tutte le leggi
dello spazio e del tempo fossero sospese per una notte, permettendo agli
spiriti dei morti e anche ai mortali di passare liberamente da un mondo all’altro.
Per questo Samhain viene considerato dai moderni e fantasiosi
esoteristi come un momento dedicato alla divinazione, in cui cioè si può
facilmente prevedere il futuro e predire la fortuna. E così la ‘festa dei morti’
di ancestrale tradizione celtica, perduta la sua giustificazione cristiana, si
trasformò in una specie di celebrazione dell’oscurità, della magia, con
contorno di streghe e demoni. La solidarietà tra le generazioni, tra i morti e
i vivi, aveva lasciato posto ad un terrore cupo e gotico della morte. Ed è così
che Halloween costituisce uno dei tanti processi di ‘de-cattolicizzazione’,
“spazzata via dalla nuova visione orrifica, estremamente moderna nel suo essere
allo stesso tempo scientista, positivista e affascinata dall’elemento
magico-occultistico”.
Utile ricordare a tutti cosa ne pensa don Gabriele Amorth, uno dei più grandi esorcisti:
“Halloween non è una festa, ma un evento
inquietante che ha lo scopo di ironizzare, con l’uso delle maschere, su ciò che
è male per farlo passare come un divertimento innocente. È il capodanno
dei satanisti, la notte per eccellenza dell’occulto, di chi lo pratica perché
si festeggia il dio dell’occulto, Satana. E poco importa saperlo o non saperlo
perché i suoi effetti malefici e devastanti nel tempo, raggiungono anche le
persone che, inconsapevolmente, vi partecipano… Fuggite da tutti i simboli di
Halloween, sono “porte” sataniche che portano i demoni nelle vostre case,
portano la divisone, invidie e malefici…”
Preghiamo e adoperiamoci perché, a partire
dalle Parrocchie e anche nella scuola, si diano insegnamenti corretti e edificanti,
altrimenti, purtroppo, è serio il rischio di sfociare nel satanismo,
inconsapevole nei bambini e nei giovani che abbracciano le mode del tempo e
irresponsabilmente ignorato da chi dovrebbe vigilare ma soprattutto insegnare
altro.