Riprendiamo da un nostro amico e lettore:
Il Messale di san Pio V, nella Commemorazione di tutti i Fedeli Defunti e durante le cerimonie funebri, prevede l’assoluzione al tumulo eretto sopra un catafalco.
Ma cos'è il catafalco e perché viene utilizzato?
L’Etimologia del termine "Catafalco" è alquanto incerta: gli esperti propendono che derivi dal latino “captare” (catturare lo sguardo) e da “palco” (luogo elevato e visibile). In sostanza il Catafalco è una “costruzione in legno” formata da una base a “tronco di piramide” rivestita solitamente di tessuto nero damascato con ricamo a rilievo di “teschi con tibie incrociate” e “clessidre alate”, simbolo per i cristiani dell’inesorabile trascorrere del tempo della dissoluzione del corpo dopo la morte. Questa base poi, di solito, è sormontata da una bara (logicamente senza salma) sul cui coperchio viene ulteriormente innestata una sfera dorata (sempre di legno) sulla cui sommità svetta una scultura lignea a forma di “colomba con le ali aperte”. Il tutto può misurare in altezza mediamente sui 5 o 6 metri e in larghezza 3 o 4 metri. Quello che deve colpire il fedele è la "verticalità" che ha il compito di dare il senso di ascesa al cielo del defunto. Ai lati del Catafalco, come buona regola, vengono posti vari candelabri d’argento o d’ottone, ed a seconda della solennità, possono variare da 8 a 12, intervallati da uno spazio sufficiente ad ospitare un vaso solitamente adornato di crisantemi. Viene disposto davanti all'altare o nella navata principale della chiesa; talvolta è sostituito da un semplice drappo nero, detto coltre funebre. Questo completo addobbo funerario viene allestito principalmente durante l’Ottavario dei Defunti dal 2 al 9 novembre o in occasioni particolari come la morte di un Pontefice o del Patriarca.
Accanto al Catafalco, durante l’Ottavario dei Morti, viene posto anche un “mastodontico leggio” elevato da una pedana, affiancato da un gigantesco candelabro a più braccia sul quale ardono perennemente dei ceri. Ogni sera alla funzione, un “cantore” proclama in lingua latina la “salmodia funebre” con melodia gregoriana e al termine di ogni salmo viene spento un cero dal candelabro. Nei funerali invece, l’apparato viene ridotto alla sola base troncoconica dove viene adagiata la bara con il defunto, rimangono però i candelieri, le aste e il Crocifisso che fanno parte dell’addobbo detto "ordinario". In più vengono “listate a lutto” le colonne della chiesa e drappeggiate con damaschi neri.
Il catafalco non toglie nulla alla verità della Resurrezione, anzi, ci presenta un'altra verità che è quella della morte e del suffragio come necessario per la liberazione delle Anime dei defunti dal Purgatorio.
I parametri funebri, di color nero, sono sempre ricamati o intessuti di argento o d'oro. Proprio per motivi simbolici! Stanno a dire, con il linguaggio del colore che si usa solo per le occasioni funebri: tutto sembra nero, come la morte, la fine, la mancanza di vita, ma - invece - si intravvede sul nero la luce (oro e argento) che viene dalla speranza, anzi dalla certezza della fede nel Signore Risorto. È Lui la luce che illumina e anzi risalta meglio sullo sfondo oscuro della presente situazione di morte, lutto e distacco.
Cfr. Absolutio super tumulum, in Traditio Marciana, 2.11.2017, nonché in Tradidi quod et accepi, 2.11.2018.
Cfr. Absolutio super tumulum, in Traditio Marciana, 2.11.2017, nonché in Tradidi quod et accepi, 2.11.2018.
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