Un
tropario greco nella liturgia latina del 2 febbraio
Il
2 febbraio, le Chiese d’Oriente e d’Occidente celebrano la Purificazione della
Beata Vergine e la Presentazione di Gesù al Tempio, 40 giorni dopo la sua
Natività. In Oriente, questa festa riceve anche il nome Hypapante o “incontro al Signore” (l’espressione Occursum Domini, che è l’equivalente
latino, è stato anche in uso in Occidente), un termine che ricorda il santo
incontro tra Gesù bambino ed il santo vegliardo Simeone.
I
menelogi greci usano per questa festa il tropario apolytikion che segue:
Χαῖρε κεχαριτωμένη Θεοτόκε
Παρθένε· ἐκ σοῦ γὰρ ἀνέτειλεν ὁ Ἥλιος τῆς δικαιοσύνης, Χριστὸς ὁ Θεὸς ἡμῶν, φωτίζων τοὺς ἐν σκότει. Εὐφραίνου καὶ σὺ Πρεσβύτα δίκαιε,
δεξάμενος ἐν ἀγκάλαις τὸν ἐλευθερωτὴν τῶν ψυχῶν ἡμῶν, χαριζόμενος ἡμῖν καὶ τὴν Ἀνάστασιν.
Ecco
una traduzione:
Ti
saluto, pieno di grazia, Vergine Madre di Dio: da te infatti è salito il sole di
giustizia, Cristo nostro Dio, illuminando coloro che sono nelle tenebre; e tu, giusto
vegliardo, rallegrati, perché hai ricevuto tra le tue braccia il liberatore
delle nostre anime, colui che ci dona la risurrezione.
Questo
tropario è stato tradotto nel Medioevo in latino ed è stato anche cantato in
Occidente. Se non appare più negli attuali libri romani, si trova, invece, in
quasi tutti i manoscritti medievali, ed è stato conservato in molti libri
diocesani francesi ed esiste ancor oggi nel rito domenicano.
Ecco
il testo e la musica, tratti da Variæ
preces de Solesmes, 1901, p. 103:
Nel
rito domenicano, questo tropario è la prima antifona cantata alla prima stazione
della processione della Candelora. Eccolo, preso dal processionale del 1913:
È
interessante notare che, sia in oriente sia in occidente, l’antifona è ancora
cantata nel primo tono. L’inciso Χριστὸς ὁ Θεὸς ἡμῶν non è stato reso nel
testo latino, forse perché non nell’originario in greco, la sua aggiunta
successiva ha senza dubbio voluto chiarire il significato del testo.
Per
la cronaca, ecco il testo slavonico del tropario del Santo Incontro:
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