Celebriamo quest’oggi la
festa dell’Annunciazione della B.V.M.: il momento in cui, secondo le parole di
S. Alfonso M. de’ Liguori, «Maria nell’Incarnazione del Verbo non poté umiliarsi più di quello che si umiliò: Iddio all’incontro non poté esaltarla più di quello che l’esaltò» (v. Dell’Annunciazione di Maria [da ‘Le Glorie di Maria’ di S. Alfonso M. de’ Liguori], in Radiospada, 21.3.2017).
Questa festa cade 9 mesi prima del santo Natale. Secondo la venerabile Suor Margherita del SS.mo Sacramento (Marguerite du Saint-Sacrement), carmelitana di Beaune, in Francia, vissuta nel XVII sec., che ebbe il privilegio di sposare, in nozze mistiche, il Bambino Gesù e di identificarsi completamente in Lui (secondo i testimoni, Margherita avrebbe mantenuto per tutta la vita le dimensioni di un bambino di dodici anni, cioè l'altezza di 1,33 m.), in effetti, l'Annunciazione sarebbe avvenuta alla mezzanotte del 25 marzo, appunto esattamente nove mesi prima della Natività del Signore.
Oltre alla cittadina di
Nazaret, che conserva la grotta a ridosso di quella che era l’abitazione della
Vergine, in cui avvenne l’annunciazione, nonché la nota Fontana della Vergine –
dove, secondo la tradizione cristiana locale – Maria incontrò l’Arcangelo
Gabriele (fontana oggi nella chiesa ortodossa di S. Gabriele a Nazaret), anche
l’Italia conserva un’insigne reliquia di quell’annuncio: a Loreto, infatti, vi
sono le pietre che sorgevano a ridosso della grotta nazaretana e che
costituivano la parte in muratura dell’abitazione della Vergine.
Molti studi sono stati
compiuti su quelle pietre. Tutti ne attestano l’autenticità.
Per celebrare questa festa,
perciò, rilanciamo questo contributo sul tema.
L’autenticità della Santa Casa di Loreto
Secondo uno studio
archeologico condotto dall’architetto Nanni Monelli e da padre Giuseppe
Santarelli, Direttore della Congregazione generale della Santa Casa di Loreto,
le pietre che si trovano nella grotta dell’Annunciazione a Nazareth hanno la
stessa origine delle pietre dell’altare dei Santi Apostoli della Santa Casa di
Loreto.
Questa scoperta ha riaperto la
discussione sulla validità storica della traslazione della Santa Casa di
Nazareth a Loreto e sul mistero di come sia avvenuta questa traslazione.
Per approfondire la conoscenza
e la storia del santuario mariano dove si conserva e venera la Santa Casa di
Nazareth della Vergine Maria, che secondo la tradizione fu trasportata
miracolosamente da Nazareth a Tersatto nel 1291 e infine a Loreto, ZENIT ha
intervistato il prof. Giorgio Nicolini, un esperto in materia, autore del libro
“La veridicità storica della miracolosa Traslazione della Santa Casa di
Nazareth a Loreto” (www.lavocecattolica.it).
Il libro illustra con prove
documentali del tutto inedite, la verità storica delle “cinque traslazioni
miracolose” della Santa Casa di Nazareth avvenute “in vari luoghi” e infine sul
colle di Loreto: “traslazioni miracolose” avvenute tra il 1291 e il 1296,
“approvate” “ufficialmente” nella loro “veridicità storica” da tanti Papi, per
sette secoli. Il libro contiene anche il testo della “benedizione” di Giovanni
Paolo II, spedita in data 11 gennaio 2005 all’autore del libro dal Pontefice
stesso.
Secondo un recente studio
condotto dall’architetto Nanni Monelli e da padre Giuseppe Santarelli,
Direttore della “Congregazione Universale della Santa Casa”, le pietre
dell’Altare degli Apostoli (uno dei più antichi dell’età paleocristiana) che si
trova nella Santa Casa di Loreto ha la stessa origine delle pietre che si
trovano nella grotta di Nazareth, davanti alla quale si trovavano le tre Pareti
della Santa Casa di Maria. E’ un’altra conferma dell’autenticità della Casa di
Loreto come la Casa nazaretana di Maria?
Nicolini: Sull’autenticità
della Santa Casa di Loreto come la “vera Casa nazaretana” di Maria non ci sono
mai stati dubbi, se non per chi non ne conosce i secolari studi relativi; tanto
che tutti i Sommi Pontefici, per sette secoli, ne hanno comprovato l’autenticità
con solenni atti canonici di “approvazione”.
Tale studio dell’Altare degli
Apostoli è invece importante perché, oltre a fornire una ulteriore prova
dell’autenticità della Santa Casa di Loreto come la “Casa nazaretana” di Maria,
fornisce anche una “prova” ancora più eclatante a riguardo della “miracolosità”
della “traslazione” della Santa Casa di Nazareth.
Infatti la “tradizione” ha
sempre attestato che, tra il 1291 e il 1296, le tre Pareti della Santa Casa di
Nazareth furono trasportate “miracolosamente”, per “il ministero angelico”, in
“vari luoghi”, e insieme alle tre Pareti fu trasportato “miracolosamente”, “in
vari luoghi”, anche l’Altare degli Apostoli. Ciò è attestato da antichi
documenti, nei quali si parla della presenza di tale Altare unitamente alle tre
Sante Pareti, come a Tersatto, in Dalmazia, ove la Santa Casa vi sostò tra il
10 maggio 1291 e il 10 dicembre 1294.
Quindi, in un certo senso, si
potrebbe dire che “il miracolo” fu “duplice”, perché furono trasportate
“miracolosamente” non solo le tre Sante Pareti “integre”, ma insieme ad esse,
e distinto da esse, anche l’Altare degli Apostoli.
Che cosa hanno detto la
storia, la tradizione, i Sommi Pontefici, sulla “traslazione” della Santa Casa
di Nazareth della Vergine Maria, che si trova ora a Loreto?
Nicolini: Nel libro che ho
scritto in proposito, dimostro che dal punto di vista storico e archeologico
sono accertate, in modo indiscutibile, “almeno” cinque “traslazioni
miracolose”, tra il 1291 e il 1296: a Tersatto (nell’ex-Jugoslavia),
ad Ancona (località Posatora), nella selva della signora Loreta nella pianura
sottostante l’attuale cittadina di “Loreto” (il cui nome deriva proprio da
quella signora di nome “Loreta”); poi sul campo di due fratelli sul colle
lauretano (o Monte Prodo) e infine sulla pubblica strada, ove ancor oggi si
trova, sotto la cupola dell’attuale Basilica.
Tutti questi fatti
soprannaturali furono tramandati dai “testimoni oculari” dell’epoca, nei vari
luoghi ove si compirono, e furono rigorosamente controllati dai Vescovi locali
dell’epoca, i quali emisero dei pronunciamenti “canonici” di “veridicità”, come
attestano delle “chiese” dell’epoca consacrate a tali “eventi miracolosi” dai
Vescovi di Fiume, di Ancona, di Recanati, di Macerata, di Napoli… Così pure tanti
Sommi Pontefici, impegnando la loro Suprema Autorità Apostolica, hanno
“approvato” ininterrottamente, sin dalle origini, la “veridicità storica” delle
“miracolose traslazioni” della Santa Casa: da Nicolò IV (1292) sino a Giovanni
Paolo II (2005).
In proposito, così scriveva il
grande Pontefice Beato Pio IX, nella Bolla “Inter Omnia”, del 26 agosto
1852: “A Loreto si venera quella Casa di Nazareth, tanto cara al Cuore di
Dio, e che, fabbricata nella Galilea, fu più tardi divelta dalle fondamenta e,
per la potenza divina, fu trasportata oltre i mari, prima in Dalmazia e poi in
Italia”. E il Santo Pontefice aggiunse ancora: “Proprio in quella Casa
la Santissima Vergine, per eterna divina disposizione rimasta perfettamente
esente dalla colpa originale, è stata concepita, è nata, è cresciuta, e il
celeste messaggero l’ha salutata piena di grazia e benedetta fra le donne.
Proprio in quella Casa ella, ripiena di Dio e sotto l’opera feconda dello
Spirito Santo, senza nulla perdere della sua inviolabile verginità, è diventata
la Madre del Figlio Unigenito di Dio”.
C’è però chi sostiene la tesi
secondo cui furono alcuni Crociati, con la nave, a trasportare a Loreto solo
delle “pietre” della Casa di Maria, che vennero poi ivi riassemblate sotto
forma di “casa”. Lei che ne pensa?
Nicolini: Intanto è opportuno
precisare che a Loreto ci sono solo le tre Pareti che costituivano in realtà
“la Camera” di Maria, comunemente denominata come “la Santa Casa”, ove avvenne
l’Annunciazione, e che sorgeva a Nazareth dinanzi ad una grotta e faceva un sol
corpo con essa. Attualmente a Nazareth sono rimaste “la grotta” e “le
fondamenta” della Casa “in muratura” dell’Annunciazione, mentre a Loreto è
venerata l’autentica Casa “in muratura”, “senza fondamenta”, che stava a
Nazareth davanti alla grotta. Detto più semplicemente: a Nazareth ci sono “le
fondamenta” senza la Casa, a Loreto c’è “la Casa” senza le
fondamenta.
L’“ipotesi” di un
trasporto umano, avanzata recentemente da alcuni studiosi, oltre ad essere
priva di ogni documentazione al riguardo, è “insostenibile” ed “impossibile”,
sia per le ragioni “storiche” sopraddette, nonché per ragioni “architettoniche”
e “scientifiche”. Ad esempio, l’ipotesi di un trasporto umano mediante la
scomposizione dei muri della Casa in singoli blocchi di pietra effettuata a
Nazareth e ricomposta prima in Dalmazia e poi per altre quattro volte sulla
costa adriatica, dopo duemila chilometri di peregrinazione per terra e per
mare, è del tutto impossibile anche dal punto di vista “temporale”. Ciò lo
attesta la “simultaneità” delle date di partenza da Nazareth (sicuramente nel
maggio 1291) e di arrivo a Tersatto (9-10 maggio 1291), come riportato da una
lapide dell’epoca.
Così pure risulterebbe
“impossibile” una simile operazione di “smontaggio” e “rimontaggio”, eseguita
per di più in cinque luoghi diversi, in Dalmazia e in Italia. L’analisi chimica
della malta, infatti, nei punti dove attualmente tiene unite le pietre,
presenta caratteristiche chimiche particolari, proprie della zona di Nazareth,
con una omogeneità della tessitura muraria, che esclude ogni possibilità di un
tale ipotetico “smontaggio” e “rimontaggio” delle pietre. Infatti la malta che
tiene unite le pietre è uniforme in tutti i punti e risulta costituita da
solfato di calcio idrato (gesso) impastato con polvere di carbone di legna
secondo una tecnica dell’epoca, nota in Palestina 2000 anni fa, ma mai
impiegata in Italia. Quindi, la Santa Casa non fu mai “scomposta” in blocchi,
ma è giunta a Loreto – dopo altre precedenti “traslazioni miracolose” – con le
pietre “murate” con la stessa malta usata oltre 2000 anni fa a Nazareth, così
come oggi ancora si presenta.
La collocazione finale poi su
una pubblica strada, a Loreto, ove ancor oggi si trova, è ugualmente umanamente
“impossibile”, come hanno attestato tutti gli archeologi ed architetti che hanno
esaminato nei secoli il sottosuolo della Santa Casa e la strada pubblica su cui
“si è posata”. L’architetto Giuseppe Sacconi (1854-1905), ad esempio, dichiarò
di aver constatato che “la Santa Casa sta, parte appoggiata sopra
l’estremità di un’antica strada e parte sospesa sopra il fosso attiguo” .
Disse inoltre che, senza entrare in questioni storiche o religiose, bisognava
ammettere che la Santa Casa non poteva essere stata fabbricata, come è, nel
posto ove si trova (“Annali Santa Casa”, anno 1925, n.1). Un dato da rilevare,
in proposito, a dimostrazione che le tre Sante Pareti “si posarono” sulla
strada, e non che vi furono ricostruite, è la singolarità di un cespuglio
spinoso che si trovava sul bordo della strada al momento dell’impatto e che vi
è rimasto imprigionato.
Un altro insigne architetto,
Federico Mannucci (1848-1935), incaricato dal Sommo Pontefice Benedetto XV di
esaminare le fondamenta della Santa Casa, in occasione del rinnovo del
pavimento, dopo l’incendio scoppiatovi nel 1921, scrive e asserisce
perentoriamente, nella sua “Relazione” del 1923, che “è assurdo solo pensare”
che il sacello possa essere stato trasportato “con mezzi meccanici” (F.
Mannucci, “Annali della Santa Casa” , 1923, 9-11), e rivelò
che “è sorprendente e straordinario il fatto che l’edificio della Santa
Casa, pur non avendo alcun fondamento, situato sopra un terreno di nessuna
consistenza e disciolto e sovraccaricato, seppure parzialmente, del peso della
volta costruitavi in luogo del tetto, si conservi inalterato, senza il minimo
cedimento e senza una benché minima lesione sui muri” (F. Mannucci, “Annali
della Santa Casa”, 1932, 290).
L’architetto Mannucci trasse,
in sintesi, queste conclusioni: i muri della Santa Casa di Loreto sono formati
con pietre della Palestina, cementati con malta ivi usata; è assurdo solo il
pensare ad un trasporto meccanico; la costruzione della Santa Casa nel luogo
ove si trova si oppone a tutte le norme costruttive ed alle stesse leggi
fisiche. Quindi, se l’intera Santa Casa di Nazareth non possono
averla “trasportata” gli uomini, non può essere stata trasportata che
“miracolosamente”, per opera della Onnipotenza Divina, mediante “il ministero
angelico”… come sempre “testimoniato” e “tramandato” dalla “tradizione” e
“approvato” come “veridico” da tutti i Sommi Pontefici, per 700 anni, dalle
origini sino ad oggi.
Recentemente lei ha rivolto
alcune domande sulla “questione lauretana” al Santo Padre Benedetto XVI.
Quali sono state le risposte?
Nicolini: Ho richiesto al
Santo Padre Benedetto XVI un intervento proprio perché venisse “ristabilita” in
modo “definitivo” la “veridicità storica” della “miracolosa traslazione” della
Santa Casa di Nazareth a Loreto, scalzando così tante moderne “fuorvianti” e
“secolaristiche” interpretazioni. Il Santo Padre è subito intervenuto per la
celebrazione Liturgica della “Miracolosa” traslazione del 10 dicembre dello
scorso anno, facendo pervenire al Vescovo di Loreto una relativa “inequivoca” e
bellissima preghiera da recitarsi nel Santuario. Tale preghiera, ed un mio
commento ad essa, la si può leggere all’indirizzo del mio Sito Internet www.lavocecattolica.it/preghiera.benedetto.XVI.htm).
In questa preghiera il Sommo
Pontefice Benedetto XVI – così come tutti i suoi Predecessori – “riconosce” di
nuovo “espressamente”, “ripetutamente” e “inequivocabilmente” che le Sante
Pareti, venerate nel Santuario di Loreto, sono proprio la “Santa Casa” di
Nazareth, di Maria, di Giuseppe e di Gesù. Egli infatti, tra l’altro, scrive
nella preghiera: “Santa Maria, Madre di Dio, ti salutiamo nella tua casa… qui
hai vissuto… qui hai pregato con Lui… qui avete letto insieme le Sacre
Scritture… siete tornati in questa casa a Nazareth… qui per molti anni hai sperimentato…”
La Santa Casa di Loreto,
quindi, viene ancora “confermato” – dal nuovo Pontefice – che è proprio “la
Casa di Maria”, quella che “proprio” “era” a Nazareth. Perciò, anche nel
“pronunciamento” del nuovo Sommo Pontefice, a Loreto non ci sono delle semplici
“sante pietre” portate dagli uomini e “riassemblate” e “ricostruite” a Loreto
dagli uomini (come sostengono certi “studiosi” contro gli stessi rilievi
scientifici): perché, altrimenti, il Santo Padre non identificherebbe la Santa
Casa di Loreto con quella che era “proprio” e “realmente” a Nazareth, ove
avvenne l’annuncio dell’angelo a Maria e l’Incarnazione in lei del Figlio di
Dio, e ove Maria, Giuseppe e Gesù hanno vissuto “per molti anni”… A Loreto,
perciò, vi è proprio l’intera Santa Casa di Nazareth (nelle sue tre Pareti),
ivi giunta “miracolosamente”, per “il ministero angelico”, dopo molteplici
“traslazioni miracolose”, come sempre insegnato dalla “tradizione”, attestato
dagli studi storici, archeologici e scientifici, come quelli sopra accennati, e
confermato innumerevoli volte – lungo i secoli – dal Magistero “ordinario” e
“solenne” dei Sommi Pontefici.
Forse giova qui ricordare le
sempre attuali e bellissime parole del santo Pontefice Leone XIII, scritte
nella sua Enciclica “Felix Lauretana Cives” (del 23 gennaio 1894): “Comprendano
tutti, e in primo luogo gli Italiani, quale particolare dono sia quello
concesso da Dio che, con tanta provvidenza, ha sottratto (prodigiosamente) la
Casa ad un indegno potere e con significativo atto d’amore l’ha offerta ad
essi. Infatti in quella beatissima dimora venne sancito l’inizio della salvezza
umana, con il grande e prodigioso mistero di Dio fatto uomo, che riconcilia
l’umanità perduta con il Padre e rinnova tutte le cose”. Ed anche: “Dio
volle a tal punto esaltare l’invocato nome di Maria da dare compimento, in
questo luogo (Loreto), a quella famosa profezia: “Tutte le
generazioni mi chiameranno beata”.
Fonte:
Radiospada, 10.12.2018