"Al sopraggiungere poi della festa di Pasqua, il perfido padre gli mandò nel silenzio profondo d'una notte un vescovo ariano, affinché ricevesse la comunione consacrata dalle sue mani sacrileghe, e con ciò meritasse di rientrare nella grazia paterna. Ma egli, consacratosi tutto a Dio, appena gli si avvicinò, rimproverò, come doveva, il vescovo ariano, e respinse da sé, con giuste rimostranze, tanta perfidia; perché, sebbene esternamente giacesse legato, dentro di sé però si teneva sicuro in tutta l'elevatezza dell'anima. Ritornato pertanto a lui il vescovo, l'ariano padre fremé di rabbia e mandò subito dei suoi sicari ad uccidere lì stesso dove giaceva, il fortissimo Confessore di Dio; il che venne eseguito. Infatti, appena entrati, gli spaccarono la testa con un colpo di scure" (S. Gregorio Magno, Dialogi, III, 31)
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Francisco Aznar y García, S. Ermenegildo in prigione, 1860 circa, Museo del Prado, Madrid |
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José Amador de los Ríos, S. Ermenegildo, 1840-42, Museo del Prado, Madrid |
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