sabato 13 aprile 2019

Un aforisma di S. Gregorio Magno su S. Ermenegildo, martire

"Al sopraggiungere poi della festa di Pasqua, il perfido padre gli mandò nel silenzio profondo d'una notte un vescovo ariano, affinché ricevesse la comunione consacrata dalle sue mani sacrileghe, e con ciò meritasse di rientrare nella grazia paterna. Ma egli, consacratosi tutto a Dio, appena gli si avvicinò, rimproverò, come doveva, il vescovo ariano, e respinse da sé, con giuste rimostranze, tanta perfidia; perché, sebbene esternamente giacesse legato, dentro di sé però si teneva sicuro in tutta l'elevatezza dell'anima. Ritornato pertanto a lui il vescovo, l'ariano padre fremé di rabbia e mandò subito dei suoi sicari ad uccidere lì stesso dove giaceva, il fortissimo Confessore di Dio; il che venne eseguito. Infatti, appena entrati, gli spaccarono la testa con un colpo di scure" (S. Gregorio Magno, Dialogi, III, 31)

Francisco Aznar y García, S. Ermenegildo in prigione, 1860 circa, Museo del Prado, Madrid

José Amador de los Ríos, S. Ermenegildo, 1840-42, Museo del Prado, Madrid

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