Nella festa dell’Apparizione della Beata Vergine
Maria a Lourdes a S. Bernadette Soubirous, rilanciamo questo contributo:
Lourdes:
il “monte Sinai di Maria”
di
Fra’ Pietro Pio M. Pedalino
Vi è un legame quasi speculare e molto affascinante
tra gli eventi biblici del Sinai e l’apparizione alla grotta di Massabielle,
dove a presentarsi col suo nome proprio è l’Immacolata, per ricordare agli
uomini le “Parole della Salvezza”.
La
prima apparizione della Madonna a Lourdes si è verificata l’11 febbraio 1858,
quattro anni dopo la proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione ad
opera del beato Pio IX.
Lourdes
è una delle apparizioni mariane più importanti della storia sia per la
testimonianza di santità della veggente che per la rinomanza del centro di
culto (uno dei maggiori del pianeta) che per l’importanza del messaggio, il
quale racchiude una verità dogmatica fondamentale (l’Immacolata Concezione) e
un itinerario di perfezione cristiana che si costruisce solidamente sugli
appelli alla penitenza, alla preghiera e alla santificazione della sofferenza.
Quello
di Lourdes è uno dei santuari più frequentati al mondo: proprio lì si sono
verificate e continuano ininterrottamente a verificarsi conversioni e
guarigioni straordinarie che anche i più scettici non possono fare a meno di
ricondurre ad un intervento quanto meno misterioso, trascendente, al di là del
mondo fisico e delle leggi della natura.
Il
teologo Donald Anthony Foley è autore di un eccellente libro sulle apparizioni
mariane(1). Sua caratteristica principale è la contestualizzazione di ogni
evento mariano preso in esame all’interno del relativo quadro storico,
collegando ognuno di essi ad un avvenimento o a un personaggio biblico: il fine
è quello di dimostrare che le apparizioni mariane sono la continuazione della
storia della salvezza, eventi salvifici realizzati dai Protagonisti della
Redenzione per la salvezza delle anime.
Riflettiamo
brevemente sulle apparizioni di Lourdes. D. Foley evidenzia delle correlazioni
tra gli eventi accaduti a Massabielle e quelli che coinvolsero Mosè, il roveto
ardente e la promulgazione delle tavole della Legge.
I
primi autori cristiani consideravano il roveto ardente un simbolo della Vergine
Maria. Il legame fra quanto accadde a Lourdes e l’incontro di Mosè con Dio nel
roveto appare chiaro quando si analizzano le caratteristiche di questo
incontro. Per prima cosa Mosè vide il roveto ardere ma non consumarsi e gli fu
comandato di scalzarsi perché si trovava su un luogo sacro. Poi Dio gli affidò
la missione di condurre il popolo di Israele fuori dall’Egitto e gli rivelò il
nome divino: “Io Sono colui che sono”. Ebbene, esistono alcuni interessanti
punti di contatto tra la vicenda di Mosè e quella di santa Bernadette:
-
entrambi erano soli quando ebbero il primo incontro con il soprannaturale, in
una zona montuosa;
- all’epoca Bernadette lavorava come pastorella; anche Mosè quando vide il roveto ardere ed udì la voce di Dio era intento a pascolare il gregge di Ietro;
- all’epoca Bernadette lavorava come pastorella; anche Mosè quando vide il roveto ardere ed udì la voce di Dio era intento a pascolare il gregge di Ietro;
-
il roveto visto da Mosè rifulgeva nelle fiamme senza consumarsi; Bernadette
vide Maria sopra un roseto avvolta da una luce fulgente;
-
a Mosè fu detto di togliersi i sandali in quanto si trovava su un suolo sacro;
quando Bernadette vide Maria per la prima volta si era appena tolta una calza
e, come lui, fu presa inizialmente da sacro timore;
-
Mosè fece ritorno a quella montagna dopo aver condotto il popolo degli
Israeliti fuori dall’Egitto, anche se la visione di Dio sulla montagna era
stata riservata esclusivamente a lui: il popolo vide il tuono e il fulmine
intorno alla vetta ma non udì la voce di Dio; a Lourdes i presenti videro il
volto estatico di Bernadette che rifletteva la celestiale bellezza riservata
unicamente a lei ma non sentirono parlare la Madonna;
-
agli Israeliti fu fatto divieto di avvicinarsi alla montagna; similmente agli
spettatori di Lourdes le barricate erette dalle autorità impedirono di
avvicinarsi alla grotta;
-
Mosè poi colpì la roccia secondo le indicazioni ricevute da Dio e dalla roccia
scaturì una fonte d’acqua che diede sollievo agli Israeliti; allo stesso modo
la Madonna indicò a Bernadette il punto in cui trovare una fonte d’acqua e
divenne anch’essa una fonte di guarigione spirituale e fisica per molte
persone;
-
nel roveto ardente Dio si presentò a Mosè come Jahvè (“Io Sono colui che sono”)
ossia come l’Essere che esiste da sé, eterno e infinito, causa di tutte le
cose; anche Maria definì la sua caratteristica più intima quando disse: “Io
sono l’Immacolata Concezione”, poiché tale privilegio è la radice del suo
stesso essere e della sua missione quale Madre di Dio, Corredentrice e
Mediatrice.
Ci
sono anche altri episodi e dinamiche della vita di Mosè che sembrano
simboleggiare i fatti di Lourdes ma qui, per motivi di spazio, occorre
tralasciarli per approfondire il vero punto focale. Vi è un legame davvero
affascinante tra Mosè e santa Bernadette. Le “10 Parole” ricevute dal grande
legislatore sul Sinai, infatti, troverebbero un parallelo nelle “10 parole”
donate dall’Immacolata nel corso delle 18 apparizioni. E così Lourdes può
dirsi, senza forzature, un nuovo Sinai, il “Sinai di Maria”, dove Bernadette
prende il posto di Mosè per condurre il popolo lontano dalla schiavitù del
peccato.
Forse
un po’ tutti conoscono il messaggio di Lourdes, essenziale e conciso. Quali
sarebbero allora le 10 parole di Maria a cui abbiamo accennato?
Diciamo
subito che il messaggio globale delle apparizioni è molto chiaro: è un forte
invito alla preghiera e alla penitenza finalizzata alla conversione dei
peccatori. Le parole della Madonna durante le 18 apparizioni a Massabielle sono
dosate con il contagocce ma ciascuna di esse racchiude un significato profondo
e rimanda ad altre parole implicite che costituiscono la trama nascosta del
messaggio. Così si può dire che il messaggio totale di Lourdes risulta
variegato, composito, costituito da una parte esplicita e una implicita. Il
messaggio implicito si compone a sua volta non solo di parole inespresse
verbalmente ma anche di elementi espliciti (come per esempio il luogo, i
simboli, l’acqua, la grotta, ecc...).
Il
più grande studioso di Lourdes, il mariologo francese René Laurentin († 2017),
sostiene che il messaggio «va oltre le stesse parole della Madonna». Per
giunta le parole chiave del messaggio – nell’interessante lettura dello
studioso – non sarebbero solo quelle dette esplicitamente dalla Madonna (cioè
preghiera, penitenza, conversione e Immacolata Concezione): «La prima parola
del messaggio, anche se non detta esplicitamente dall’apparizione, è la parola
povertà. La povertà di Bernadette, prima e durante le apparizioni, con il
rifiuto del denaro, e dopo le apparizioni con il voto di povertà che ha
pronunziato presso il convento delle suore di Nevers [...]. È una testimonianza
centrale di Lourdes, la radice di Lourdes»(2).
Per
papa Benedetto XVI, invece – che fu pellegrino a Lourdes in occasione dei
festeggiamenti del 150° anniversario delle apparizioni –, insieme alla parola
povertà si deve anche valorizzare l’appello alla sofferenza, esplicitato dalla
testimonianza della vita della stessa veggente. Ecco allora, in uno schema
sintetico, le 10 parole che si evincono dal messaggio di Lourdes.
Le
parole esplicite del messaggio sono: conversione – preghiera –
penitenza – Immacolata.
Le parole implicite, invece: povertà – sofferenza – croce – vita di grazia – Santo Rosario – Consacrazione mariana.
Le parole implicite, invece: povertà – sofferenza – croce – vita di grazia – Santo Rosario – Consacrazione mariana.
Alcune
di queste sono piuttosto evidenti, come la recita del Santo Rosario, la
sofferenza (si ricordi come nella terza apparizione la Madonna disse a Bernadette:
«Non ti prometto di farti felice su questa terra ma nell’altra»,
illuminando la futura vita di immolazione e sofferenza). Altre meno ma non per
questo non sono presenti.
Un
solo esempio. La connessione Immacolata-consacrazione, per esempio, apparirebbe,
a prima vista, gratuita e artificiosa. Invece, se si riflette con attenzione, è
genuina. Non sono pochi coloro che hanno riflettuto su come il privilegio
dell’Immacolata Concezione di Maria interpelli ogni credente a seguire quella
stessa “via di immacolatezza” che, se per la Vergine fu un dono gratuito di
Dio, per la Chiesa è frutto di una urgente e preziosa conquista: «Il messaggio
della Madonna Immacolata è importantissimo perché Dio – all’umanità che da
tempo sembra essersi incamminata sulla strada dell’emancipazione dal
Cristianesimo che la conduce inesorabilmente verso la deriva dell’immoralità –
offre in dono lo splendore di grazia di Maria come stimolo per la
santificazione [...]. Quando la Madonna appare nel suo splendore immacolato,
Ella si manifesta proprio in quella santità alla quale noi tutti siamo
chiamati. Quella della Vergine è dunque una chiamata alla Chiesa affinché sia
davvero la Sposa di Cristo, «tutta gloriosa, senza macchia né ruga» (Ef
5,27)»(3).
Come
attuare questo programma? Semplice: si potrebbe dire che il fine deve diventare
anche il mezzo e cioè: il Cuore Immacolato di Maria, che guardiamo come fine a
cui tendere, deve diventare anche “la via che ci conduce a Dio”, come disse
Maria stessa a suor Lucia di Fatima. Diventerà via se ci consacreremo
all’Immacolata, perché per la via dell’offerta incondizionata a Lei diventiamo
in qualche modo «Ella stessa vivente, parlante e operante in questo mondo»4,
secondo la luminosa espressione di san Massimiliano M. Kolbe.
NOTE
1) D. A. Foley, Il libro delle apparizioni mariane. Influenza e significato nella storia degli uomini, Gribaudi, Milano 2004.
NOTE
1) D. A. Foley, Il libro delle apparizioni mariane. Influenza e significato nella storia degli uomini, Gribaudi, Milano 2004.
2) A. Tornielli, Lourdes. Inchiesta sul mistero a 150 anni dalle apparizioni. Andrea Tornielli intervista René Laurentin, Edizioni Art, Roma 2008, pp. 139-140.
3) L. Fanzaga - S. Gaeta, La firma di Maria, Sugarco Edizioni, Milano 2007, p. 48.
4) Scritti di Massimiliano Kolbe, ENMI, Roma 1997, n. 486.
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