lunedì 31 maggio 2021
mercoledì 5 maggio 2021
5 maggio 1821 - 2021 - Duecentesimo anniversario della morte di Napoleone Bonaparte, ovverosia il trionfo della Misericordia di Dio
Ei fu. Siccome immobile,
Dato il mortal sospiro,
Stette la spoglia immemore
Orba di tanto spiro,
Così percossa, attonita
La terra al nunzio sta,
Muta pensando all’ultima
Ora dell’uom fatale;
Nè sa quando una simile
Orma di piè mortale
La sua cruenta polvere
A calpestar verrà...
(Alessandro Manzoni, ode Cinque Maggio, 1821)
"Quando sarò morto, appoggerete il vostro altare contro il mio capezzale nella camera ardente; continuerete a celebrare la messa, farete tutte le cerimonie d'uso, non cesserete che quando io sarò sottoterra" (ultime volontà dettate all'abate di Corsica da Napoleone il 21 aprile 1821)
"Gli ho data la estrema unzione. Le condizioni del suo stomaco non permettevano altro Sacramento" (notazione dell'abate, il 4 maggio 1821)
".... Sminuirlo sarebbe offendere la missione terribile della quale, senza sospettarlo, fu incaricato. Grande era il progetto di Cristo per la Sua Chiesa e che passava attraverso di lui: lui che, dunque, doveva essere grande anche come strumento. Ma quel Dio che lo scelse gli usò poi misericordia: concedendogli gli anni di penitenza, certamente dolorosa, a sant'Elena e dandogli alla fine l'assistenza di un prete e i sacramenti, seppure all'ultimo momento. Per tutta la vita aveva detto, orgogliosamente, che mai avrebbe accettato di confessarsi. E invece (come, si sa, fanno tutti , o quasi, i mangiapreti più accaniti, quando non sono più giovani e sani ....), giunto di fronte alla morte, si confessò, e comunicò. Stando alla testimonianza di Hudson Lowe, lo fece proprio nell'ultimo momento utile. Appena ricevuta l'eucaristia, cadde in un torpore da cui non si riprese più" (Vittorio Messori, Un posibile significato degli straordinari eventi del 1796, in V. Messori - R. Cammilleri, Gli occhi di Maria, Milano, 2001, p. 252).
Cfr. G. Guzzo, La conversione di Napoleone, in Campari & De Maistre, 14.5.2018
Émil Jean Horace Vernet, Napoleone sul letto di morte, 1826 |
Émil Jean Horace Vernet, L'imperatore Napoleone I, 1815, National Gallery, Londra |
Tavola del testo di Chevalier De Beauterne, Sentiment de Napoléon sur le christianisme. Conversations religieuses recueillies à Sainte-Hélène, 1843 |
Orazione a san Pio V per per impetrare il suo aiuto in ogni bisogno
Nella festa di S. Pio V, ricordando la sua intercessione presso Dio, tanto da fargli compiere innumerevoli miracoli (cfr. G. Zoroddu (a cura di), Dieci miracoli di San Pio V, in Radiospada, 5.5.2019), come ci racconta il suo biografo Paolo Alessandro Maffei, non possiamo non far ricorso al suo patrocinio, specie in questi tempi funesti per la Chiesa di Dio.
Tavole tratte da Paolo Alessandro Maffei, Vita di San Pio V Sommo Pontefice, dell'Ordine dei Predicatori, 1712 |
Degnissimo Successore di San Pietro, colonna stabile della fede, difensore zelantissimo della Chiesa, Pio non meno di fatti, che di nome Beatissimo. A voi ricorro devoto per implorare col mezzo del vostro potentissimo patrocinio, ajuto efficace nelle mie necessità. Voi che vivendo qua giù nel Mondo, foste vero Padre de’ Poveri, rifugio de’ Miserabili, Protettore degl’ Infelici, ora che vivete colassù in Cielo riguardate, vi prego, con occhi di pietà l’infelice stato di questo miserabile peccatore. Per quella purità ed innocenza, con cui lontano da ogni macchia dimoraste qua giù qual Angelo in carne, per quel zelo ardente di cui specialmente nelle materie della Fede avvampò il vostro cuore qual novello Elia; per quell’amore intensissimo, per cui Serafino del Cielo sprezzando ogni cosa terrena, tenevate unito sempre il vostro spirito con Dio; impetratemi, vi supplico, purità di pensieri contro gli allettamenti del senso, costanza immobile nella confessione della SS. Fede contro le tentazioni diaboliche, e vivo ardore di Carità contro gl’inganni del Mondo, acciò col vostro ajuto, Pastore SS. della Chiesa, vinti questi tre potentissimi nemici Mondo, Carne e Demonio, possa questa Pecorella dell’Anima mia, protetta e guidata dal vostro patrocinio ricovrarsi nell’ovile celeste della eterna beatitudine. Amen.
Pater. Ave.
Gloria.
ANTIPHONA. Pie, pastor mirifice, tuarum memor ovium, sta coram summo Iudice pro partibus fidelium.
5 maggio 1940 - 2021 - 81° anniversario della proclamazione dei Santi Francesco d'Assisi e Caterina da Siena a patroni d'Italia
Quest'oggi, nella festa di S. Pio V, insigne pontefice e confessore, ricordiamo un importante evento, avvenuto 81 anni fa nella basilica domenicana di Santa Maria sopra Minerva, a Roma: vale a dire la proclamazione a Santi Patroni dell'Italia dei Santi Francesco d'Assisi e Caterina da Siena.
Rilanciamo alcune foto del Pontificale coram Summo Pontifice celebrato da Sua Eminenza il card. Tisserand. Pio XII tenne il suo discorso al termine del Pontificale dal pulpito della Basilica, tratte dal profilo facebook dei frati domenicani della Basilica.
sabato 1 maggio 2021
La «Corredentrice» affermata dai Santi
Iniziamo questo mese mariano dedicato alla Vergine SS. rilanciando un articolo che difende uno dei titoli, oggi più contestati, della Madonna, quello di corredentrice, che, sebbene non sia stato proclamato dogmaticamente, è quantomeno una verità da ritenersi prossima alla fede, trattandosi di una convinzione plurisecolare del santo popolo di Dio. Ed a riprova, lo riprendiamo attraverso quanto affermato dai Santi.
Buon mese mariano a tutti.
di Padre Mariano Pellegrino
La rapida rassegna del pensiero corredenzionista nella vita e nell’insegnamento di un folto gruppo di santi del secolo XX, presentata nelle scorse settimane, ci conferma e ci conforta con l’affermazione corale della verità salutare e feconda della Corredenzione mariana.
Il percorso singolare e
privilegiato di questa galleria agiografica ci ha messo a contatto con la fede
ardente e luminosa, palpitante e adamantina di un gruppo di «eletti» del
Signore, e, in particolare, con la loro fede vissuta nei riguardi del dolce
mistero di Maria quale nostra Madre e Corredentrice universale.
In chiave mistica e
contemplativa (con santa Gemma Galgani, santa Elisabetta della Trinità e santa
Teresa Benedetta della Croce), in chiave attiva e apostolica (con santa
Francesca Saverio Cabrini, il beato Bartolo Longo, san Luigi Orione), dall’alto
del soglio pontificio (con san Pio X) o del pulpito di ogni giorno (con san
Josemaría Escrivá), si è formato un bel coro polifonico di otto voci che ha
cantato e inneggiato a Maria Santissima, alla nostra divina Madre e
Corredentrice.
Certo, a voler estendere
la ricerca, questo coro di otto «eletti» poteva moltiplicarsi e diventare una
potente corale di centinaia di voci, quanti sono stati i santi e i beati, i
venerabili e i servi di Dio del secolo XX. Pensiamo, ad esempio, a san Luigi
Guanella e al beato Timoteo Giaccardo, a santa Faustina Kowalska e alla beata
Anna Sala, al beato Charles De Foucauld e alla venerabile Josefa Mènèndez, al
servo di Dio padre Anselmo Treves e alla beata Alexandrina da Costa. Per
ricordare soltanto di passaggio qualcuno dei tantissimi servi di Dio,
accenniamo a suor Maria Domenica Mantovani, confondatrice delle Piccole Suore
della Sacra Famiglia, morta nel 1934, la quale parla espressamente, con accenti
di ardentissima fede, della «pietosissima Corredentrice» e «Regina dei martiri»
(1); e a padre Mariano da Torino, cappuccino, morto nel 1972, celebre
predicatore e conferenziere, il quale parla di Maria Santissima che «non si
aggiunge alla Redenzione, ma entra nel costitutivo della Redenzione stessa...:
è la Corredentrice del genere umano» (2).
Ma a noi basta il
gruppetto degli otto sopra esaminati, quasi un libamen della
ricca mensa degli «eletti» del secolo XX; bastano questi esemplari di uomini e
donne, di giovani e anziani, di contemplativi e attivi, di diverse nazionalità,
per la conferma della vitalità perenne di una verità – la Corredenzione mariana
– che fa parte del patrimonio di fede vissuta dai figli più «eletti» della
Chiesa, dai testimoni più sicuri e autentici della fede, dai maestri e modelli
di tutti gli uomini, giacché, come insegna la Chiesa, soltanto i santi sono la «via
sicurissima per la quale, tra le mutevoli cose del mondo, potremo arrivare alla
perfetta unione con Cristo, cioè alla santità, secondo lo stato e la condizione
propria di ciascuno» (Lumen gentium, n. 50).
Teologia e Agiografia
stanno fra loro in rapporto dinamico paragonabile al rapporto fra il sole (la
Teologia) e i suoi raggi (l’Agiografia). La Teologia mariana corredenzionista
non potrebbe avere sostegno e conferma più garantita, più alta e preziosa di
quella agiografica. E il secolo XX, in tal senso, si presenta come il secolo
della Corredenzione mariana, affermata e vissuta a tutti i livelli
dell’esperienza agiografica, che va da quella mistica più consumata a quella
attiva più dinamica, che va da quella di un Sommo Pontefice (san Pio X) a quella
di una semplice ragazza toscana (santa Gemma Galgani).
Il supporto specifico
che l’agiografia dona alla Teologia è quello della ortodoxia tradotta
in ortoprassi, quale verifica esperienziale, potrebbe dirsi, di una
verità concettuale. Si tratta della Theologia cordis, in effetti,
la quale, se da una parte non può non basarsi sulla Teologia speculativa,
dall’altra garantisce e conferma ella stessa anche la Teologia
speculativa. Theologia cordis e sensus fidei si
richiamano e si ritrovano qui in unità feconda di grazia, a livello non tanto
di dottrina sistematica ed elaborata, quanto di santità della vita vissuta
nell’eroicità delle virtù quotidiane. Questo è il magistero vivo della santità.
Magistero certamente non meno valido e prezioso di quello dei teologi
ricercatori e dei maestri di cattedra per professione.
A tal proposito, il
gruppetto dei santi e dei beati presi in esame nel presente studio, per
verificarne l’adesione personale alla verità della Corredenzione mariana,
costituisce sicuramente un capitolo forse emblematico della vitalità e
ricchezza, della validità e bellezza della Theologia cordis e del sensus
fidei di chi vive la propria vita di fede secondo l’insegnamento e la
tradizione della Chiesa, e ne realizza la dimensione di grazia nella propria
anima e nella propria esperienza di vita, e magari nell’esperienza di vittima
anche cruenta, come avvenne alla giovanissima santa Gemma Galgani, e come
testimoniò di sé un’altra giovane, santa Elisabetta della Trinità, che, a
somiglianza di Maria Corredentrice, nelle sue terribili sofferenze, era stata
associata da Cristo «alla grande opera della sua Redenzione» (Lettera 261).
Teologia speculativa e Teologia affettiva fanno davvero simbiosi radiosa di
verità e di amore in tutti i santi.
Viene opportuna,
inoltre, la riflessione sul fatto significativo e istruttivo che pressoché
tutti i santi e i beati (come anche i venerabili e i servi di Dio), senza
alcuna difficoltà, hanno fatto uso dei termini Corredentrice e
Mediatrice, con semplicità e sicurezza, in riferimento alla duplice fase
della missione salvifica di Maria: la fase della Corredenzione vera
e propria, ossia la fase terrestre, che copre l’arco della vita terrena di Gesù
e di Maria nell’operare la Redenzione universale con il pagamento del doloroso
riscatto per il riacquisto della grazia perduta dai nostri Progenitori; e la
fase della Mediazione o dispensazione delle grazie, ossia la
fase celeste che parte dall’Assunzione di Maria in Cielo e si
estende fino alla fine dei tempi con la distribuzione della
grazia salvifica a tutti gli uomini «ancora peregrinanti – come dice il
Vaticano II – e posti in mezzo a pericoli e affanni, fino a che non siano
condotti nella patria beata» (LG 62).
Questo uso secolare,
ordinato e tranquillo, dei termini Corredentrice e Mediatrice nel linguaggio
corrente della Theologia cordis dei santi, che è l’espressione genuina del
sensus fidelium più elevato e garantito, in armonia con il linguaggio di Sommi
Pontefici e di tanti teologi, può bastare a sufficienza a rassicurare e a
tacitare quanti, oggi particolarmente (e, come risulta evidente, stranamente),
si preoccupano per l’uso di tali termini e si agitano, incerti e pavidi, per la
reazione contraria, ben nota ab initio, dei fratelli protestanti, i
quali negano qualsiasi possibile cooperazione, sia corredentiva che mediativa,
di Maria Santissima alla salvezza, così come negano, ugualmente inde ab
initio, le verità di fede della Verginità perpetua, dell’Immacolata
Concezione e dell’Assunzione di Maria Santissima in anima e corpo al Cielo. I
nostri santi, invece, i nostri beati e venerabili, in ogni tempo, nella loro
carità e umiltà, non si fanno mai condizionare né dagli erranti, né dagli
errori nel testimoniare e comunicare la verità tutta intera e tutta intatta
nella sua purezza, quella verità che, sola, ci fa veramente «liberi» (Gv 8,32).
Anche questa particolare
lezione sull’uso dei termini Corredentrice e Mediatrice, che ci viene
dall’agiografia corredenzionista del secolo XX, risulta, in effetti,
illuminante e preziosa per la stessa odierna Teologia speculativa, ed è di
conforto e di sostegno a quanti, teologi e semplici fedeli, stanno fedelmente
alla scuola dei papi san Pio X, Pio XI e Giovanni Paolo II, alla scuola di
santa Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein), del beato Ildefonso card.
Schuster, di san Luigi Orione, di san Josemaría Escrivá, e di tanti altri santi
e beati, venerabili e servi di Dio, testimoni liberi nel professare la propria
fede nella verità della Corredenzione e Mediazione mariana, chiamando e pregando
Maria Santissima Corredentrice universale e Mediatrice di tutte le grazie per
l’umanità intera.
L’Agiografia corredenzionista del secolo XX, dunque, come detto agli inizi, ha svolto e svolge un compito importante e autorevole per la stessa Chiesa docente e discente, dando il suo altissimo contributo di vita e di santità a conferma e sostegno della fede perenne per questa nostra Chiesa che avanza e cresce, Maria Matre et Mediatrice, «fino al perpetuo coronamento di tutti gli eletti» (LG 62).
NOTE
1) A. Martinelli, Un grande cuore di figlia e di madre. Suor Maria
Domenica Mantovani, Milano 1964, p. 316.
2) P. Mariano da Torino, Fede e vita cristiana, Roma 1990, p. 179.