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P. James Martin dà la sua "benedizione" (si fa per dire) ad una coppia omosessuale a Manhattan. Fonte: The New York Times |
Con la pubblicazione della Dichiarazione
Fiducia Supplicans del 18.12.2023, che abbiamo commentato ieri
(il nostro commento, ripreso da Il
Pensiero cattolico, è stato, a sua volta, rilanciato anche dal blog Stilum
Curiae del giornalista M. Tosatti), non si sono fatte attendere delle
chiare prese di posizione da parte di singoli vescovi o conferenze episcopali (per
una rassegna generale, cfr. L. Coppen,
‘Fiducia supplicans’: Who’s saying what?, in The
Pillar, 19.12.2023; in traduzione italiana, Dichiarazione «Fiducia
supplicans» sul senso pastorale delle benedizioni: chi dice cosa?, in
blog Messa
in latino, 20.12.2023. Per un’analisi generale del documento, cfr. E. A. Allen, Vatican’s doctrinal czar
parses details for enabling same-sex blessings, in Catholic
Herald, 18.12.2023; Vatican appears to endorse couples in ‘irregular
situations’ receiving blessings that do not ‘validate their status’, ivi. Per un esame canonistico della dichiarazione, cfr. L. Knuffke, Prominent canon lawyer Fr. Murray excoriates new Vatican doc endorsing ‘blessings’ of gay couples, in Lifesitenews, 20.12.2023).
Certo, formalmente, la dottrina non
sembra sia stata intaccata. Ciò che sarebbe cambiato, con questo documento, è
la prassi pastorale. Fiducia Supplicans insiste con decisione sulla
distinzione tra dare una benedizione a una coppia omosessuale e benedire la
loro relazione. Certo, chiunque può chiedere una benedizione a un sacerdote;
questo non è mai stato in discussione. Quando, però, due persone chiederanno ad
un sacerdote di impartire loro una benedizione come coppia, come potrà la
Chiesa evitare l'impressione che il sacerdote, in quanto rappresentante della
fede cattolica, benedica la loro unione? Senza contare che la benedizione in
parola debba essere impartita senza «degli abiti, gesti o parole propri di un
matrimonio» (n. 39). La benedizione dovrebbe essere spontanea e non impartita
nella forma rituale propria della preghiera liturgica. Ma sicuramente le coppie
che si avvicineranno – ammesso che ce ne saranno – a richiedere la benedizione,
senz’altro vorranno, in un certo qual modo, solennizzare quel momento –
evidentemente importante per loro – con la partecipazione di amici, parenti, e
magari anche con in sottofondo la marcia nuziale di Mendelssohn. La Dichiarazione
rimette ai pastori la libertà di decidere come rispondere alle richieste delle
coppie. Li avverte, nondimeno, di non fare affidamento sugli “schemi dottrinali
o disciplinari” («La Chiesa, inoltre, deve rifuggire dall’appoggiare la sua
prassi pastorale alla fissità di alcuni schemi dottrinali o disciplinari […]»:
n. 25). Insomma, una sorta di invito ad eludere la dottrina, per evitare
qualsiasi spiacevolezza che possa sorgere dalla condanna da parte della Chiesa
di atti non conformi alla legge divina. Il Dicastero per la Dottrina della Fede,
c’è da pensare, permette (incoraggia?), in questo modo, il clero a mantenere
una sorta di purezza rituale, affermando che non ha trattato l'unione
omosessuale come un matrimonio, mentre agli occhi del mondo ha fatto
esattamente questo (così P. Lawler,
Vatican’s homosexual ‘blessings’ document invites priests to fudge both
doctrine and practice, ivi, 19.12.2023).
Così abbiamo la Conferenza Episcopale
Austriaca, tramite il suo Presidente, mons. Franz Lackner, che ha dichiarato,
in buona sostanza, che non vi sono più ostacoli e giustificazioni a che i
sacerdoti rifiutino di benedire le coppie omosessuali. "Credo
che la Chiesa riconosca che una relazione tra due [persone] dello stesso sesso
non è del tutto priva di verità: c'è amore, c'è fedeltà, ci sono anche
difficoltà condivise e vissute nella fedeltà. Anche questo dovrebbe essere
riconosciuto", ha affermato detto in
un'intervista alla TV pubblica austriaca ORF (cfr. A. Wailzer, Head of Austrian Bishops’
Conference says priests cannot say ‘no’ to blessing homosexual couples anymore,
ivi).
Divisa appare, invece, la conferenza episcopale statunitense,
sebbene la maggioranza dei vescovi USA abbia espresso la propria adesione del
documento vaticano (cfr. M. Haynes,
Most American bishops are going along with Pope Francis’ ‘blessings’ for
homosexual couples, ivi; Id., Cardinal Cupich praises Vatican text on ‘blessing’ same-sex couples: ‘Step forward’ for the Church, ivi, 20.12.2023; Lifesitenews, Bishop Eleganti explains in response to new document why homosexual ‘couples’ cannot be blessed, ivi; M. J. O’Loughlin, Benedizione: reazioni negli Stati Uniti, in Settimana News, 20.12.2023).
In
seno al gruppo dei vescovi USA, tuttavia, non sono mancate significative prese
di distanza da Fiducia Supplicans: a parte, infatti, quella pressoché
immediata dell’ex vescovo di Tyler, mons. Strickland (v. Bishop Strickland
urges bishops to say 'no' to Francis' 'blessings' for gay couples, in Lifesitenews, 18.12.2023; S. Kokx, Bishop Strickland urges bishops to say ‘no’ to
Francis’ ‘blessings’ of homosexual couples, ivi),
abbiamo chi ha cercato di conciliare la nuova Dichiarazione con la Tradizione
cattolica, come è nel caso del vescovo di Worcester, mons. R. McManus, il quale ha dichiarato – come
si legge nella nota della sua diocesi – che «Fiducia supplicans, issued
by the Dicastery for the Doctrine of the Faith and approved by Pope Francis,
has reaffirmed that the Church does not have the power to impart a liturgical
blessing on irregular or same-sex couples or to bless their union» e che
potrebbe essere offerta «a type of blessing […] on anyone to invoke God’s help
and mercy in their lives if the individuals seek to be guided by a greater
understanding of God’s plan for love and truth. These blessings are offered for
the people themselves, not their union» (Bishop's
Statement on blessing same sex couples, 18.12.2023). Inutile dire che il presidente USA Biden abbia accolto favorevolmente il provvedimento vaticano (E. Mangiaracina, Joe Biden welcomes Pope Francis’ decision to allow blessings for homosexual ‘couples’, in Lifesitenewsvi, 20.12.2023.).
I vescovi eterodossi tedeschi, fautori del sinodo scismatico
germanico, a mezzo del Presidente della Conferenza Episcopale Tedesca, il
vescovo Georg Bätzing, hanno – manco a dirlo – esultato, giudicando il
documento vaticano molto positivamente (Bischöfe begrüßen Vatikan-Erklärung
zur Segnung homosexueller Paare, in Katolisch.de, 18.12.2023).
Alcuni, come il vescovo di Amburgo, Stefan Heße, «richtiges
Weihnachtsgeschenk», cioè “vero regalo di Natale” (cfr. A. Wailzer, Heterodox German bishops
laud new Vatican document on gay ‘blessings’ as a ‘real Christmas present’,
in Lifesitenews, 18.12.2023). Altri
prelati, di provata fede ratzingeriana, hanno espresso gratitudine nei confronti
del Dicastero vaticano e di Francesco, perché, vietando espressamente liturgie
e rituali di tali benedizioni, ciò potrebbe frenare – in Germania – uno
sviluppo che rischierebbe di far allontanare la Chiesa tedesca dalla Chiesa
universale (così Oster: Neuerung von Vatikan-Erklärung liegt in Verständnis
von Segen, in Katholish.de,
20.12.2023). C’è anche chi, sempre in Germania, ha ravvisato nella benedizione
delle coppie irregolari una sorta di benedizione di “seconda classe”, che,
nondimeno, innescherà nella Chiesa un cambiamento culturale, una Kulturkampf
(Nach Vatikan-Erklärung: Schüller erwartet "Kulturkampf" in der
Kirche, ivi).
Non sono mancate, per la verità, in Germania, delle critiche al documento,
perché troppo timido nelle sue aperture: si afferma, infatti, che la
Dichiarazione, sebbene rappresenti un Neuausrichtung der Kirche, un
nuovo orientamento per la Chiesa, e crei spazi di libertà prima impensati, soprattutto
alla luce degli esempi citati nel documento, che potrebbero essere interpretati
in modo diverso in loco nel rispettivo contesto, nondimeno il documento propone
anche tagli, giudicati – secondo l’autore – molto dolorosi, per le coppie
interessate, come quello che impedisce la benedizione in occasione di un
matrimonio civile e ciò a causa dei timori vaticani nei confronti dei suoi
critici conservatori (C. P. Hartmann,
Alte Lehre und neue Möglichkeiten: Die Segenserklärung des Vatikan, ivi).
Nondimeno, questa Dichiarazione ben s’inquadra nella svolta teologica che
Francesco ha voluto dare al Dicastero vaticano guidato da poco più di tre mesi
da Férnandez (così F. Neumann, Was
hinter der Transparenzoffensive des Glaubensdikasteriums steckt, ivi, 19.12.2023).
Decisamente coraggiose sono, invece, le prese di posizione di
altri vescovi.
Tra questi meritano particolare menzione e lode quella dei vescovi
del Malawi (v. E. Mangiaracina,
Malawi bishops forbid ‘blessings’ of homosexual unions amid confusion over
Vatican document, Lifesitenews, 19.12.2023. per la
traduzione italiana della dichiarazione dei vescovi del Malawi, rinviamo al blog
Messa
in latino, 20.12.2023). Il
Presidente della Conferenza Episcopale del Malawi, infatti, dopo aver precisato
che la Dichiarazione vaticana «NOT about the blessing of same sex unions» ma
piuttosto la benedizione degli individui «regardless of their state», ha
dichiarato in una nota della Conferenza stessa che: «not licit to impart a
blessing on relationships, or partnerships, even stable, that involve sexual
activity outside of marriage (i.e., outside the indissoluble union of a man and
a woman open in itself to the transmission of life), as is the case of the
unions between persons of the same sex».
Di tenore sostanzialmente analogo è la dichiarazione dei vescovi
dello Zambia (v. qui), secondo cui: «In order to avoid any pastoral
confusion and ambiguity as well as not to break the law of our country which
forbids same sex unions and activities, and while listening to our cultural
heritage which does not accept same sex relationships, the Conference guides
that the Declaration from the Dicastery for the Doctrine of the Faith of
December 18th 2023 concerning the blessing of same-sex couples be taken as for
further reflection and not for implementation in Zambia» (Pastoral Statement
of the Zambia Conference of Catholic Bishops – ZCCB – following the publication
of the Declaration “Fiducia Supplicans” by the Dicastery for the Doctrine of
the Faith, 20.12.2023.
Cfr. African Catholic Bishops Choose Sides - Against Francis' and Tucho's
Gay Advocacy, in Rorate
Caeli, 20.12.2023. Cfr. L. Knuffke, Zambia bishops latest to forbid ‘blessings’ of homosexual couples, in Lifesitenews, 20.12.2023).
Ai vescovi del Malawi e Zambia, si sono aggiunti quelli del più grande paese africano, la Nigeria, i cui vescovi, in una nota della conferenza episcopale, così hanno concluso: «In conclusion, the Catholic Bishops Conference of Nigeria assures the entire People of God that the teaching of the Catholic Church on marriage remains the same. There is, therefore, no possibility in the Church of blessing of same-sex unions and activities. That would go against God’s law, the teachings of the Church, the laws of our nation, and the cultural sensitivities of our people» (Nigeria, the largest country in Africa — its Bishops adamantly reject Francis’ Gay Declaration, in Rorate caeli, 20.12.2023).
Appare curioso, ma proprio le chiese di "periferia" siano quelle che hanno rigettato maggiormente il documento vaticano, apparendo Francesco sempre più meno ... periferico (Fiducia Supplicans Shatters the Myth of Pope Francis as the "Pope of the Peripheries", ivi).
Più decisa è stata la presa di distanza di Mons. Schneider,
vescovo ausiliare di Astana, in Kazakistan (v. Bishop Schneider on
blessing 'same-sex unions', in Lifesitenews, 19.12.2023), cui è
seguita quella del suo Arcivescovo Metropolita, mons. Tomash Peta, che, in una nota congiunta col suo
ausiliare, ha dichiarato: «As successors of the Apostles, and faithful to our
solemn oath on the occasion of our episcopal consecration “to preserve the
deposit of faith in purity and integrity, according to the tradition always and
everywhere observed in the Church since the time of the Apostles”, we exhort
and prohibit priests and the faithful of the Archdiocese of Saint Mary in
Astana from accepting or performing any form of blessing whatsoever of couples
in an irregular situation and same-sex couples. It goes without saying that
every sincerely repentant sinner with the firm intention to no longer sin and
to put an end to his public sinful situation (such as, e.g., cohabitation
outside of a canonically valid marriage, union between people of the same sex)
can receive a blessing». Si è aggiunta poi una esplicita richiesta a Francesco
perché revochi il documento appena emesso dal Dicastero per la Dottrina della
Fede: «With sincere brotherly love, and with due respect, we address Pope
Francis, who – by allowing the blessing of couples in an irregular situation
and same-sex couples – “does not walk uprightly according to the truth of the
Gospel” (see Gal. 2:14), to borrow the words with which Saint Paul the Apostle
publicly admonished the first Pope in Antioch. Therefore, in the spirit of
episcopal collegiality, we ask Pope Francis to revoke the permission to bless
couples in an irregular situation and same-sex couples, so that the Catholic
Church may shine clearly as the “pillar and ground of the truth” (1 Tim 3:15)
for all those who sincerely seek to know the will of God and, by fulfilling it,
to attain eternal life» (cfr. S. Koks,
Archbishop Peta, Bishop Schneider ban ‘blessings’ of homosexual couples in
Kazakhstan archdiocese, ivi; D. Montagne,
Archbishop prohibits priests from ‘performing any form of blessing’ of
same-sex couples in response to new Vatican declaration, in Catholic
Herald, 19.12.2023; Archdiocese of Saint Mary in Astana officially prohibits blessings of same-sex couples, in Rorate caeli, 20.12.2023; Trotz Vatikan-Ja: Erzbischof verbietet Segnungen
homosexueller Paare, in Katholish.de, 20.12.2023. Per il documento in
traduzione italiana, cfr. blog Messa
in latino, 20.12.2023. V. anche A. M. Valli,
Monsignor Peta e monsignor Schneider vietano nella loro diocesi di applicare
“Fiducia supplicans” e chiedono al papa di revocare il documento, in
blog Duc
in altum, 20.12.2023) Richiesta di revoca, a nostro modo di vedere,
alquanto ingenua … .
La Conferenza Episcopale cattolica in Ucraina – l’organismo che
rappresenta i cattolici latini nel paese devastato dalla guerra – ha affermato,
in una dichiarazione
del 19.12, di aver visto nel documento vaticano un «pericolo in termini
ambigui che causano interpretazioni divergenti tra i fedeli»: «Ciò che non
abbiamo colto nel documento è che il Vangelo chiama i peccatori alla
conversione, e senza una chiamata a lasciare la vita peccaminosa delle coppie
omosessuali, la benedizione potrebbe sembrare un’approvazione», hanno scritto, pur
sottolineando come la dichiarazione sostiene l’insegnamento della Chiesa su
matrimonio (cfr. Ukraine Bishops Conference Chooses Sides: Against Francis' Gay Declaration - "There is no blessing for living in sin": "The document does not provide clear distinctions", in Rorate caeli, 20.12.2023).
Molto forte è la dichiarazione della Fraternità San Pio X, tramite
il suo Superiore Generale, per il quale «Il linguaggio contorto e i
travestimenti sofistici del documento del Dicastero per la Dottrina della Fede
non possono nascondere la realtà elementare e ovvia di queste benedizioni: esse
non faranno altro che confermare queste unioni nella loro situazione
intrinsecamente peccaminosa, e incoraggiare altri a seguirle. Non sarà altro
che un surrogato del matrimonio cattolico». Spiega, quindi: «Quando si benedice
una coppia, non si benedicono individui isolati: si benedice necessariamente la
relazione che li unisce. Non si può redimere una realtà è intrinsecamente
fuorviata e scandalosa» (Comunicato del Superiore Generale della FSSPX,
in FSSX, 19.12.2023. Cfr. Lifesitenews
Staff, ‘Scandalous’: SSPX issues statement on Vatican’s approval of
same-sex ‘blessings’, in Lifesitenews,
19.12.2023; E. Mangiaracina, SSPX superior general: Vatican approval of same-sex blessings ‘accelerates the loss of souls’, ivi, 20.12.2023. Cfr. Anche
A. M. Valli, Don Pagliarani
(FSSPX) su “Fiducia supplicans”: “Sgomenti per questa ulteriore resa
della gerarchia cattolica al mondo”, in blog Duc
in altum, 20.12.2023).
Per concludere non si può non segnalare la presa di posizione di
don Nicola Bux, che, tramite un tweet pubblicato su X,
ha decisamente contestato, in maniera vigorosa, il documento vaticano: «La
Sede di Pietro chiede con linguaggio ambiguo, anti evangelico, menzognero e
perciò diabolico, di benedire ciò che il Signore maledice. Persino ebrei e
musulmani sono scandalizzati. È un attentato alla Rivelazione biblica e una
ferita grave all'unità della Chiesa cattolica. Paolo ricorda: è necessario che
avvengano le divisioni. Aumenta il divario tra chi segue l'eresia e chi
custodisce la fede cattolica trasmessa dagli Apostoli, che la Santa Sede ha
smarrita. Preghiamo per la conversione di Pietro».
Molto più articolato è l’intervento del prof. De Mattei, cui
rinviamo. Anche lui disapprova il documento vaticano, giungendo a concludere «il
semplice sensus fidei ci fa affermare che non è possibile avallare in
alcun modo, e meno che mai con una “benedizione”, una relazione viziosa e
immorale. Il sacerdote che impartisse tali benedizioni, o un vescovo che le
approvasse, commetterebbe un peccato pubblico grave. E, duole dire, che un
gravissimo peccato è stato commesso da chi ha promulgato e firmato questa
scandalosa dichiarazione» (così R. De
Mattei, Quo usque tandem? Il dicastero per la Dottrina della Fede “benedice”
il peccato contro natura, in Corrispondenza
romana, 20.12.2023. In traduzione inglese in Rorate
coeli, 20.12.2023).
In senso nettamente contrario e diametralmente opposto è la
posizione di Padre James Martin (cfr. E. Piqué,
James Martin: “Es un inmenso paso adelante para la pastoral de la Iglesia
hacia el colectivo LGTB”, in La
Nacion, 18.12.2023; A Harmon, R.
Graham, S. Maslin Nir, Making History on a Tuesday Morning, With the
Church’s Blessing, in The
New York Times, 19.12.2023). Questo gesuita attivista, nell'ambito della Chiesa, delle istanze LGBT, non ha tardato ad attuare il provvedimento dicasteriale (Lifesitenews, Father James Martin blesses homosexual ‘couple’ at Jesuit residence in New York City, in Lifesitenews, 20.12.2023).
Augustinus Hipponensis