Rilancio questo contributo sulla festa del Volto Santo.
Oggi, martedì che precede le ceneri
ricorre la festa del Volto Santo
Oggi ricorre la festa del Volto Santo di Nostro Signore. Una bellissima devozione da recuperare. Per questo continuiamo a disseppellire, e comunque a ricordare o a riscoprire i tesori de La Catholica. Per l'occasione, possiamo cercare di approfondire il volto santo per eccellenza, la Sindone [qui - qui - qui - qui]. La sua storia, le sue peripezie (non del tutto chiare ma tracciabili), la sua veridicità.
La devozione che caratterizza il martedì precedente le
ceneri (inizio del tempo di Quaresima) può aiutarci a intensificare
l’adorazione e la confidenza con il Signore Gesù. La pratica devota nasce
dall’invito rivolto dalla Beata Vergine Maria, nel maggio del 1938, quando
apparve con uno scapolare in mano a suor Pierina De Micheli che stava pregando
davanti al Santissimo Sacramento nel suo convento a Milano.
Su una faccia dello scapolare vide scritto “Illumina
Signore il tuo volto su di noi” e sul retro c’era un’Ostia (che significa
vittima) recante impresso “Resta con noi o Signore”. Ne seguirono ulteriori
rivelazioni private con l’invito a supplire allo scapolare con una medaglia da
portare, recitando ogni giorno 5 Gloria al Volto Santo. Alla Beata Madre De
Micheli la SS.ma Vergine spiega che il male dilaga e si tendono reti diaboliche
per estirpare la fede dai cuori. È necessario un rimedio: il Volto Santo di
Gesù.
Maggiori dettagli possono essere trovati facilmente.
L’essenziale è sapere che il Signore fa partecipe la suora dei dolori dell’agonia
del Gestsemani dicendole: “Voglio che il mio Volto sia più onorato: chi mi
contempla mi consola”. Furono forti anche altre espressioni consegnate da Gesù
alla veggente, ma le lascio all’interesse di chi vorrà approfondire.
Gesù volle che il giorno dedicato a questa particolare
intenzione di riparazione fosse, dopo novena, il martedì grasso, culmine del
carnevale. Oggi purtroppo abbiamo consegnato ai “balli in maschera” tutta la
Quaresima.
La devozione al Volto Santo è collegata a quelle al
Santissimo Sacramento, al Cuore Eucaristico, al Sacro Cuore e ci dice della
Divina Misericordia. Già nel secolo precedente Gesù parlò del suo Santo Volto a
Santa Suor Geltrude e a Suor Maria Saint Pierre, carmelitana a Tours e forse
non tutti sanno che il nome completo da Suora di Santa Teresina di Lisieux,
Dottore della Chiesa, è Santa Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo.
La devozione al Volto Santo e il portarne la medaglia
si accompagnano alle promesse di Nostro Signore ai devoti e sono svariati i
miracoli riferiti a questo affidamento (come per la medaglia chiesta a Suor
Caterina Labourè a Rue Du Bac, a Parigi). Si tratta di una contemplazione che
viene dall’Eucaristia e guarda al Volto Divino del Redentore, a beneficio dei
consacrati, per tutte le necessità e per la salvezza di tutte le anime.
Il volto nella medaglia è simile a quello della
Sindone perché l’allora l’Arcivescovo di Milano, il Cardinal Schuster, che
sostenne subito la devozione, donò alle suore un quadro del Volto di Gesù preso
dalla Sindone, adoperandosi anche per introdurre Suor Pierina presso Pio XII.
Vengono alla mente alcuni celebri versi dei salmi: l’anima mia ha sete del Dio
vivente: quando vedrò il suo volto? Di te ha detto il mio cuore: “Cercate il
suo volto”; il tuo volto, Signore, io cerco. Non nascondermi il tuo volto, non
respingere con ira il tuo servo. Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi, non
abbandonarmi, Dio della mia salvezza. È il volto umano del Verbo Incarnato,
vero Dio e vero uomo. Si rende riconoscibile nella sua unicità, adorata dai
pastori e dai magi, quando ancora il corpo era avvolto dei panni che lo
fasciavano bambino. Poi è il volto che dice la Parola, compimento della sete di
Dio che attraversa l’antica alleanza. Ancora: "Ecce homo!".
Gesù ci mette proprio la faccia, sfigurata dai colpi.
In Isaia era scritto: Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri
sguardi, non splendore per potercene compiacere.
Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori
che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia...
Così redime e sancisce la nuova ed eterna alleanza. Il volto di Gesù ci fa
vedere il Padre, come Gesù disse a Filippo durante l'ultima cena. Il corpo e
sangue dell’Eucaristia abita i tabernacoli del mondo e attende il nostro rispetto,
la visita e l’adorazione. La voce di quel volto risuona nel Vangelo. La luce
inonda ogni Santa Messa celebrata.
Il volto di Gesù chiede amore e consolazione. Vi
scesero le lacrime del pianto da bambino, poi per l’amico morto, o anche
guardando Gerusalemme. È stato rigato di sangue durante la Passione, per i
colpi, le cadute, la corona di spine. Si è bagnato del sudore di sangue e degli
sputi ricevuti. È capace di sguardi che cambiano la vita (il giovane ricco). Un
volto rivolto al Padre in tante circostanze. Trasfigurato dalla luce sul Tabor.
Baciato da chi lo ha amato (Giuseppe e Maria) e da chi
l’ha tradito come Giuda.
Un volto che, mancando allora macchine fotografiche e
cineprese, ci è comunque pervenuto attraverso la Sindone, il Volto Santo della
Veronica e le visioni mistiche dei santi. Ha catturato lo sguardo di tutti
quelli che erano fissi su di lui. È stato il primo volto visto dai ciechi dalla
nascita che ha guarito.
Il sacro cuore eucaristico di Gesù esprime la volontà
del Padre e ci si consegna nell’umiltà che ebbe colei che, con un umile sì,
l’ha portato in grembo e messo al mondo come Redentore. Della mamma ci rimane
quest’ultima frase riportata nel vangelo di Giovanni: “Fate tutto quello che vi
dirà”. Quel Volto Santo ci dice: “Chi mi contempla mi consola”.
E di quante indelicatezze, indifferenze, abusi (anche liturgici), sacrilegi, oltraggi e bestemmie viene offeso! (tralcio)
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