Nella Vigilia della Santa Festa di Pentecoste, rilanciamo questo contributo di riflessione e meditazione sulla presenza di Maria nella Chiesa nascente.
Madre tra i
primi cristiani
di Paolo Risso
Gesù
ha affidato la Chiesa nascente alla sua divina Madre. Da allora Ella è sempre
presente in essa, come Madre e Maestra, e, come fece con gli Apostoli, ci
forma, ci sostiene e ci guida a Gesù.
La sera del Venerdì Santo (7 aprile dell’anno 30, questa è la data più sicura, secondo gli esegeti), dopo che Gesù morente aveva affidato Maria, sua Madre, al discepolo prediletto, Giovanni, e questi a Maria come Madre, «Giovanni la prese con sé» (Gv 19,27) e la trattò come Madre sua, come Madre dei suoi confratelli, gli Apostoli di Gesù.
Fu Maria Santissima a radunare
Pietro e gli altri, che erano fuggiti per la paura di fare la stessa fine di
Gesù sul Calvario, prima attorno alla memoria vivente del Maestro, e, dalla
mattina del terzo giorno, attorno a Lui in persona, risorto, vivo, il Vivente
in eterno. Quando Gesù la sera di Pasqua si mostrò vivo ai suoi amici,
realizzando la promessa inaudita: «Il terzo giorno risorgerò» (Lc 18,33),
Maria certamente era con loro.
Quando, quaranta giorni dopo, Gesù
salì al Cielo e si sottrasse ai loro occhi, essi tornarono a Gerusalemme e si
radunarono insieme, i Dodici e centoventi persone credenti nel Figlio di Dio,
l’uomo-Dio, già crocifisso e ora glorificato dal Padre, in attesa dello Spirito
Santo che li avrebbe condotti alla verità tutta intera e li avrebbe resi
annunciatori del Risorto sino agli estremi confini della terra.
«Tutti – scrive san
Luca negli Atti del Apostoli – erano perseveranti e concordi nella preghiera
insieme ad alcune donne e a Maria la Madre di Gesù» (At 1,14).
Il cinquantesimo giorno, la solennità di Pentecoste, quando scese su di loro la
“cascata di luce e di fuoco” dello Spirito Santo, si spalancarono le
porte e Pietro, il primo degli Apostoli, uscì dal luogo dove stavano al riparo,
e intraprese l’annuncio del Cristo (cf At 2,1-15).
Madre e
Maestra
Maria, la Madre di Gesù, era
presente, con il cuore in festa, e al termine di quel giorno, Pietro le portò i
primi tremila convertiti al Figlio suo, i suoi primi tremila amici e fratelli,
che Maria accolse come suoi figli a immagine del Figlio suo. Era nata la
Chiesa, si manifestava la Chiesa. E Lei, la Madre di Gesù, era pure la Madre
della Chiesa.
Pietro e i Dodici e la “gente del
loro giro” avevano conosciuto di persona Gesù, ma quelli che non l’avevano mai
visto di persona, appena seppero che Maria sua Madre era in mezzo a loro,
vollero conoscerla e parlarle e domandarle: “Parlarci di Gesù, raccontaci
Gesù! Chi lo fa meglio di te?”. E Maria, per tutti gli anni che rimase
ancora sulla terra (circa una dozzina, dice un’antica tradizione), raccontò
agli Apostoli del Figlio suo e a quelli, sempre più numerosi, che si
convertivano a Lui, quanto Ella sola sapeva del suo Figlio divino.
I Vangeli non erano ancora stati
scritti (cominceranno a essere scritti 10-15 anni dopo l’Ascensione di Gesù),
ma i primi cristiani di Gerusalemme e della Palestina, di Antiochia, della
Siria, di Cipro... già sapevano dell’annuncio dell’Angelo a Maria, della sua
visita alla cugina Elisabetta, della nascita di Gesù a Betlemme e
dell’adorazione dei pastori e dei Magi, del posto singolare di san Giuseppe
nella famiglia di Gesù, della sua circoncisione e dell’imposizione del suo Nome
(Gesù, Dio che salva!).
Da chi l’avevano appreso? È ovvio:
l’avevano appreso da Maria, la Madre di Gesù, Dio e Signore fatto uomo. Scrive
a proposito il venerabile Fulton Sheen (1895-1979), formidabile evangelizzatore
del mondo d’oggi attraverso la cattedra di docente, i libri e ancor più per mezzo
della radio e della televisione in tutto il mondo: «Ogni membro della Chiesa
primitiva, dopo la Pentecoste e fino a quando furono scritti i Vangeli, già
sapeva del miracolo dei pani e dei pesci (cf Mc 8,1-9), della
Risurrezione (cf Mc 16,9-20), del parto verginale di Maria
(cf Mt 1,18-25)». Così sapeva delle altre verità che facevano
di Maria Santissima la Donna più grande della terra e dell’eternità. Da quanto
leggiamo soprattutto nei Vangeli di Matteo e di Luca, apprendiamo che i primi
cristiani, prima che i Vangeli fossero scritti, veneravano in Maria «la
Piena di grazia» (Lc 1,28), la Vergine tutta santa, la Madre
del Signore (cf Lc 1,39-45), Colei che più di tutti e in modo
unico ha collaborato alla Redenzione operata da Gesù (cf Lc 2,1-20; Gv 19,23-27).
Spiega ancora Fulton Sheen: «Quando
furono scritti, i Vangeli registrarono una Tradizione già presente, non l’hanno
creata. A un certo punto alcuni [gli Evangelisti] decisero di metterla per
iscritto, come Luca inizia il suo Vangelo, “in modo che tu possa renderti
conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto” (Lc 1,1-4)».
Tra le fonti da cui san Luca ha attinto informazioni per le pagine su Maria e
il piccolo Gesù, sicuramente c’è Maria stessa, o coloro che avevano attinto da
Lei, gli Apostoli e i loro amici, primi tra tutti Pietro e Giovanni, il quale,
quest’ultimo, “aveva preso Maria con sé” (cf Gv 19,27).
Così «la Chiesa nascente – citiamo
ancora da Fulton Sheen – non credeva al parto verginale di Maria perché lo
dicevano i Vangeli, ma perché la Chiesa già ci credeva e i sacri scrittori lo
fissarono nei Vangeli. Se gli Apostoli, che avevano vissuto con il Signore [e
lo avevano appreso da Maria], non avessero insegnato il parto verginale, nessun
altro lo avrebbe fatto, nessuno lo avrebbe scritto». Luca, che era medico,
quindi un uomo incline allo studio, alla ricerca, al dubbio; non avrebbe
scritto della verginità e delle altre cose singolarissime che erano dette di
Maria Santissima e del Bambino Gesù, se non ne fosse stato più che sicuro.
Ancora una volta, la prima fonte,
il primo testimone e “documento” doveva essere Maria stessa, la quale, fin
dall’inizio, dai cristiani della prima ora, era veneratissima nella Chiesa
nascente come Madre di Gesù, Madre del Signore, Madre di Dio, oso dire come
Corredentrice; e quindi Madre della Chiesa, costituita dai “fratelli” di Gesù,
i nuovi “consanguinei di Gesù”, nella vita della grazia santificante, la sua
stessa vita divina. Madre della Vite e dei suoi tralci. Madre
del Capo e delle sue membra, il Corpo mistico di Cristo.
Presente e
luminosa
Se tutto questo è vero, così come è
vero, con intelletto di fede e di amore, io contemplo Maria che prega con gli
Apostoli e i primi credenti, partecipa all’offerta del Sacrificio di Gesù nella
“frazione del Pane” (cf At 2,46). Io contemplo Maria che, nel
modo unico che è il suo di Madre, sostiene gli Apostoli nella predicazione e li
guida a una comprensione sempre più intima della persona e dell’opera di Gesù,
del suo formidabile e radioso mistero di amore. Ma anche Maria che soffre,
quando apprende che gli Apostoli sono perseguitati e fatti bastonare e
incarcerare dal sinedrio, lo stesso che aveva condannato il suo Gesù, e con
amore materno dolcissimo cura le piaghe sui loro corpi feriti.
Ho sempre avuto la convinzione
profonda che l’evangelista Giovanni, il prediletto di Gesù, abbia scritto il
Vangelo che illumina sull’intimità del divino Maestro e Redentore con una
profondità dovuta alla sua “coabitazione” con Maria Santissima iniziata
la sera del Venerdì Santo. Il Vangelo di Giovanni, che riporta al secondo
capitolo Maria che a Cana santifica con Gesù una famiglia nascente, anticipando
“la sua ora” (cf Gv 2,1-11); il Vangelo che vede Maria,
la Madre, presente all’“ora” del Figlio crocifisso e in Giovanni accoglie in
eredità la sua Chiesa, la sua opera di Redenzione.
Provate, amici, a leggere i primi
capitoli degli Atti degli Apostoli, delle vicende accadute a Gerusalemme, a
Antiochia, in Siria... pensando che Maria era presente e operosa in
quell’ambiente della Chiesa nascente, con tutto il fascino e l’autorevolezza
che Ella aveva: ma lo capite? Lo immaginate? Era la Madre, è la Madre di Gesù,
ed Ella accompagnava la nascita e la crescita del “Cristo mistico” che era la
Chiesa!
Una con Gesù
Ma possiamo dire con brevi dense
parole ciò che Maria faceva? Penso che nessuno lo abbia detto meglio della
Beata Maria di Gesù Deluil-Martiny (1841-1884), vergine e martire. Sentite: «La
Madonna Santissima ha trasmesso a noi in modo particolarissimo gli ultimi anni
della sua vita, che vanno dalla Passione-Risurrezione di Gesù al suo beato
trapasso. Ce li ha lasciati affinché li onoriamo di un culto, di un omaggio
particolare, soprattutto di un’imitazione più fedele. Ora che cosa occupò
l’anima e la vita di Maria in questi anni pieni di misteri troppo poco
meditati? L’Eucaristia, il Calvario e la Chiesa.
L’Eucaristia, ove Ella ritrovava il suo Gesù,
lo possedeva come noi lo possediamo, lo amava, lo adorava, lo serviva e lo
offriva per le mani del sacerdote, come, purtroppo, noi non sappiamo e spesso
non vogliamo amarlo, servirlo e offrirlo.
Il Calvario, i cui sanguinosi ricordi
riempivano la sua anima, dove, dopo aver visto morire Gesù, straziante dolore
sempre vivo nel suo cuore di Madre, andava ancora a raccogliere il Sangue e i
meriti del suo divin Figlio per offrirli al Padre celeste. Il Calvario, dove la
sua anima santa si offriva sacrificata e immolata con Gesù.
E la Chiesa. La Chiesa e gli Apostoli che Ella
aiutava, sosteneva, formava con le sue incessanti preghiere e una prodigiosa,
nascosta immolazione; e questo con un amore e uno zelo attinti al divino
braciere del Cuore di Nostro Signore».
Non ha poteri di “ordine sacro” né
poteri gerarchici; quelli li hanno gli Apostoli, quali Pietro, Giovanni,
Giacomo... e coloro ai quali essi hanno imposto le mani, ovviamente tutti
uomini, come ha stabilito il Signore Gesù (e nessuno può cambiare questa norma
divina). Maria però è la Madre, l’Orante, la Corredentrice, la Donna
eucaristica, il cui Cuore, uno con il Cuore di Gesù-Ostia, è traboccante di
Lui, che irradia in modo unico tra i credenti della prima ora e tra noi, i
credenti di questa nostra terribile ora. C’erano e ci sono tenebre dense, ma la
Madre ci porta la Luce eterna. Nolite timere!
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