In occasione della festa di Tutti i Santi rilanciamo quest’articolo di spiritualità e di meditazione sull’odierna ricorrenza.
Enrico Reffo, Processione dei Santi, 1850 circa |
di Paolo Risso
I santi sono coloro che hanno conformato pienamente la loro vita a quella di Nostro Signore donandosi a Lui totalmente. Essi testimoniano molto più di qualsiasi altro documento o codice la grandezza di Gesù, poiché solo Lui, il suo amore e la sua grazia hanno il potere di muovere la libera volontà umana a compiere la volontà di Dio che ci vuole tutti santi e in Paradiso.
Abbiamo spesso scritto che, essendo Gesù l’unico Salvatore del mondo, dal quale dipende la vita o la morte eterna di ogni uomo, di ognuno di noi, Egli è pure la figura più documentata della storia: Dio lo presenta al mondo attraverso una documentazione storica talmente sicura che non può restare alcun dubbio su di Lui. Una domanda allora sorge immediata: una Personalità grande e luminosa – divina – come Gesù, ha lasciato anche dei segni vivi della sua presenza? Ci sono “documenti vivi” di Gesù?
I santi
Il primo segno vivo di Gesù è la
sua Chiesa, cioè Egli stesso che si prolunga vivo nei secoli sino alla fine del
mondo con il magistero unico della verità, con la sua grazia che passa
attraverso il sacerdozio e i sacramenti, con la sua azione di governo delle
anime. La Chiesa, realtà unica al mondo, di una vitalità e fecondità
straordinarie, lascia stupiti credenti e non credenti, perché, nonostante in
essa possano esserci anche uomini indegni o incapaci, è il miracolo continuo e
vivente del Cristo vivo.
Hitler, come già Napoleone e,
dicono, Stalin, pur volendo distruggere la Chiesa, si proponeva di studiare e
capire il segreto della sua forza invincibile per copiarlo in qualche modo,
così che persino essi, con la loro follia, le rendevano omaggio. Il segreto
della Chiesa è Cristo il quale non permette che neppure i preti la distruggano,
come diceva il card. Ercole Consalvi, segretario di stato di papa Pio VII. La
Chiesa è il più grande documento del Cristo vivente nei secoli e nell’eternità.
«Si è accesa la fiammata: è
evidente quindi che dovette esistere la scintilla o la prima fiamma che,
accendendosi, dette origine al fuoco», disse un filosofo. La fiammata è la
Chiesa, la scintilla poderosa è il Cristo. Chiesa e Cristo, entrambi inestinguibili.
Nella Chiesa ci sono uomini e donne
di tutte le categorie, dai comuni lavoratori ai Pontefici, dai bambini ai
sapienti, dai religiosi ai laici, distintisi per una singolare dedizione a
Cristo, per una trasparente somiglianza con Lui, così che guardare a loro
significa intravedere il Volto e la vita del nostro divino Salvatore.
Sono i santi – sia quelli che la
Chiesa ha elevato agli onori dell’altare sia quelli noti a Dio solo – i
capolavori del Cristo Crocifisso e Risorto, i “documenti vivi” della sua
presenza in mezzo a noi.
Perché i santi
sono “documenti” del Cristo?
È un grande miracolo moltiplicare i
pani e i pesci. È un miracolo più grande ancora che un membro mutilato del
corpo ricresca al suo posto. È capitato tra le mani di Gesù su questa terra, o
per intercessione dei santi (per esempio, don Bosco) e di Maria Santissima a
Lourdes o a Fatima o altrove.
Ma in fondo tutto ciò riguarda la
materia che Dio ha creato e che domina come e quando vuole, senza che essa
possa opporre resistenza. Ma il miracolo più grande riguarda la volontà
dell’uomo quando si conforma alla volontà di Dio poiché, essendo libera, suo
malgrado, può opporsi anche a Dio.
È tanto facile vivere casto, ognuno nel proprio “stato”, secondo la Legge di
Dio? Non c’è forse in noi una forza che ci trascina verso il basso, a tutte le
età? Eppure nella Chiesa di ieri e di oggi ci sono uomini e donne di carne come
noi, i santi appunto, che sono vissuti vergini o casti secondo la loro
condizione di vita, irradiando sulla terra con la loro esistenza limpida e pura
il fascino stupefacente del Paradiso.
È possibile alle forze umane vivere in tal modo? Sì, ma non senza la grazia del
Cristo vivo, il Vergine per eccellenza, che ha operato in loro così come opera
in noi, se cooperiamo con Lui, se gli siamo fedeli.
Il dono della
vita
Ma c’è di più. Si può forse donare
la propria esistenza, rinunciando a tutto, famiglia, posizione economica,
affetti, comodità... per dedicarsi totalmente a Dio in un monastero o per
sacrificarsi per il prossimo, vicino o lontano, fino a rischiare la pelle e a
immolarsi, magari traditi da coloro che si è soltanto beneficato, così
facilmente come si berrebbe un bicchiere d’acqua? Eppure nella Chiesa
Cattolica, solo nella Chiesa Cattolica, dai dodici Apostoli a san Massimiliano
M. Kolbe e a san Pio da Pietrelcina, questo miracolo di vite offerte e donate
in totale oblazione si rinnova in milioni di persone, anche oggi.
Solo la Chiesa Cattolica – che è
opera di Gesù Cristo, l’uomo-Dio – possiede uomini e donne così. Questi sono i
santi, noti al mondo intero o noti a Dio solo. I santi sono le personalità più
sublimi della storia e Gesù solo può formare personalità così. Gesù solo,
Figlio di Dio, vivente nella Chiesa, è il Modello e il Formatore delle più
grandi “eccellenze” dell’umanità e della storia.
Forse che questo è possibile a
forze soltanto umane? Chi ha spinto la giovane Modesta Ravasso (1875-1938) di
Trofarello (Torino) a partire per la Colombia come missionaria tra le Figlie di
Maria Ausiliatrice, e poi a chiedere a Dio di farle contrarre la lebbra per
condividere in tutto la vita di quelle bambine lasciate sole perché colpite da
quella terribile malattia?
Chi può fare di un uomo geniale e affascinante che metteva soggezione persino
ai dirigenti comunisti e atei dell’est europeo, come re Baldovino del Belgio
(1030-1993), un mirabile statista e insieme un uomo di Dio, “un monaco” sul
trono, un difensore della vita nascente fino al punto di abdicare pur di non
firmare la legge abortista che gli era sottoposta?
Chi può dare a un ragazzino di 14 anni, come il seminarista di Reggio Emilia
beato Rolando Rivi (1931-1945), la forza di difendere la fede e la Chiesa
Cattolica davanti ai senza-Dio e poi di morire martire per Gesù per le mani
omicide di partigiani comunisti?
Chi può fare di un bambino di 12
anni, come il venerabile Silvio Dissegna (1967-1979) di Poirino (Torino),
invaso dal cancro alle ossa, “un piccolo Gesù” che sorride e incoraggia persino
il medico, e offre continuamente e serenamente la vita, come un eroe sul campo
di battaglia, per la salvezza del mondo, passando le notti in preghiera?
È solo Gesù Cristo che compie dei
miracoli così, miracoli viventi. È solo Lui, il Crocifisso per amore del Padre
e dei fratelli, il Crocifisso Risorto, che opera nelle anime spingendole a
vivere la medesima sua avventura di dedizione, che opera nella Chiesa e nei
suoi santi, proprio secondo la sua infallibile promessa: «Chi crede in me,
compirà le mie opere, e ne compirà di maggiori» (Gv 14,12).
Gesù vivo
opera
Quelli citati sono soltanto alcuni
esempi. La Chiesa Cattolica però ne possiede a migliaia, a milioni, anche oggi.
Cosa ottima fa la Chiesa, quando pone in evidenza molti di costoro, elevandoli
agli onori dell’altare per dirci: “Guardate, questa è la grandezza, la
sublimità che porta Gesù, Gesù solo, tra gli uomini e le donne di ieri e di
oggi. Gesù solo lo può: Lui conosciuto, amato, imitato e vissuto. I santi,
piccoli o grandi, noti al mondo o sconosciuti, gridano con la loro vita, più
che le pergamene e le lapidi, che Cristo c’è, che Cristo è vivo e opera, che
Cristo è necessario, è indispensabile”. I santi sono l’apologia più alta del
Cristo e della sua Chiesa.
I santi di tutti i secoli sono i
“documenti vivi” di Gesù Cristo e il loro numero supera di molto quello delle
carte, dei codici e delle pergamene che parlano di Lui. Essi testimoniano che
Gesù è il Vivente oggi, che cambia gli uomini e la storia, che da Lui
scaturisce un’energia invincibile, un’esplosione di vita e di amore che nessuno
potrà mai fermare, infinitamente più potente di un’esplosione nucleare, e
infinitamente meravigliosa e sublime.
Sii anche tu un “documento vivo”,
un’apologia viva di Gesù Cristo, una sua stupenda esplosione di vita. Sarai
anche tu, così come lo è ogni santo, “il quinto Vangelo”.
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