domenica 31 dicembre 2023

"Te Deum Laudamus" al termine dell'anno

Al termine dell'anno civile è d'uopo cantare l'inno del Te Deum ed all'inizio di quello nuovo il Veni Creator Spiritus.
Riportiamo l'art. 26 dell'Enchiridion Indulgentiarum della Penitenzieria Apostolica, IV edizione 1999 (tratto dal Sito della S. Sede).

PAENITENTIARIA APOSTOLICA

ENCHIRIDION INDULGENTIARUM

CONCESSIONES

26

Preces supplicationis et gratiarum actionis 

§ 1. Plenaria indulgentia conceditur christifideli qui, in ecclesia vel oratorio, devote interfuerit sollemni cantui vel recitationi: 
1°  hymni Veni, Creator, vel prima anni die ad divinam opem pro totius anni decursu implorandam; vel in sollemnitate Pentecostes; 
2°  hymni Te Deum, ultima anni die, ad gratias Deo referendas pro beneficiis totius anni decursu acceptis.

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Preghiere di supplica e ringraziamento:

§ 1. L'indulgenza plenaria è concessa al fedele che, in una chiesa o in un oratorio, partecipa devotamente al canto o alla recita solenne:

inno Vieni Spirito Creatore, o il primo giorno dell'anno per implorare l'aiuto divino per tutto il corso dell'anno o nella solennità di Pentecoste;

inno Te Deum, l'ultimo giorno dell'anno, per rendere grazie a Dio per i benefici ricevuti durante tutto l'anno.








mercoledì 27 dicembre 2023

350° anniversario delle apparizioni di Nostro Signore Gesù Cristo a S. Margherita M. Alacoque

S. Margherita Maria Alacoque ebbe diverse apparizioni del Signore Gesù dal 1673 sino alla morte nel 1690. La prima si verificò, a Paray-Le-Monial, in occasione della festa di S. Giovanni Apostolo ed Evangelista, l'apostolo amato da Gesù e da Maria.

Jan van Bijlert, S.. Giovanni apostolo ed evangelista, 1625-30, Centraal Museum, Utrecht 

Giovanni Gasparro, San Giovanni apostolo amministra la Comunione alla Beata Vergine Maria, 2017, Seattle, Washington (USA), collezione privata


Giovanni Gasparro, Il discepolo amato, 2022, collezione privata

1) La prima visione avvenne il 27 dicembre 1673, festa di S. Giovanni Evangelista. Gesù le apparve e Margherita si sentì “tutta investita della divina presenza”; la invitò a prendere il posto che S. Giovanni aveva occupato durante l’Ultima Cena e le disse: “Il mio divino Cuore è così appassionato d’amore per gli uomini, che non potendo più racchiudere in sé le fiamme della sua ardente carità, bisogna che le spanda. Io ti ho scelta per adempiere a questo grande disegno, affinché tutto sia fatto da me”.

2) Una seconda visione le apparve agli inizi del 1674, forse un venerdì; il divin Cuore si manifestò su un trono di fiamme, più raggiante del sole e trasparente come cristallo, circondato da una corona di spine simboleggianti le ferite inferte dai nostri peccati e sormontato da una croce.

3) Sempre nel 1674 le apparve la terza visione, anche questa volta un venerdì dopo la festa del Corpus Domini; Gesù si presentò alla santa tutto sfolgorante di gloria, con le sue cinque piaghe, brillanti come soli e da quella sacra umanità uscivano fiamme da ogni parte, ma soprattutto dal suo mirabile petto che rassomigliava ad una fornace e essendosi aperto, ella scoprì l’amabile e amante Cuore, la vera sorgente di quelle fiamme.

Quest’anno, a partire da oggi sino al 2024, dunque, ricorreranno i 350 anni di queste celebri apparizioni.

Noi non possiamo non ricordare questi eventi, che tanto segnarono la storia della Chiesa e della devozione verso quel Cuore, che ha tanto amato gli uomini da dare la propria vita.




lunedì 25 dicembre 2023

Auguri

Un augurio di Santo Natale ai nostri lettori in questo tempo di grave difficoltà per la Chiesa. Stiamo vivendo in pieno il tempo tra il Giovedì ed il Venerdì Santo della Chiesa, allorché si consumano tradimenti, delle derisioni, degli oltraggi e delle defezioni dalla vera fede. E' l'ora della prova della Chiesa.

Possa la luce del Signore nascente illuminare le tenebre, che si avvolgono, spazzandole via.

Nonostante tutto e tutti, Auguri di un Santo Natale.




Melchior Paul von Deschwanden, Das Christuskind, Il Cristo bambino, 1881

800° anniversario dell'istituzione del Presepe a Greccio da parte di S. Francesco d'Assisi

In questo Natale celebriamo l’800 anniversario dell’istituzione del Presepe da parte di S. Francesco d’Assisi a Greccio. Era la notte di Natale del 1223 ... e quel che avvenne fu possibile grazie all'interessamento dell'amico del Santo di Assisi, Giovanni Velita o Vellita (detto, nelle Fonti Francescane, Giovanni di Greccio), discendente dei conti Berardi di Celano, e di sua moglie Alticama, figlia di Guido Castelli (Signore di Stroncone o Strongoli). Fu quest'ultima a costruire, con le sue mani, secondo la tradizione, il simulacro di Gesù Bambino. Aiutata dagli Araldi, guardie e servi fedeli al Velita, che si recarono nella valle a convocare più gente possibile per assistere alla rappresentazione sacra.

Riportiamo gli stralci delle Fonti, che descrivono l'evento. 




La Grotta di Greccio in antiche cartoline degli anni '50, '60 e '70



Anonimo maestro di Narni, Istituzione del Presepio di Greccio, 1409, Grotta, Santuario, Greccio

Luigi Venturini, Presepe di Greccio, 1962, Santuario, Greccio 

Lorenzo Ferri, Presepe di Greccio, 1967, Santuario, Greccio


Taddeo Gaddi, Il presepe di Greccio - Storie di S. Francesco, 1335-40, Galleria dell'Accademia, Firenze



Benozzo Gozzoli, Il Presepe di Greccio, 1452, chiesa di S. Francesco, Montefalco

Giotto di Bondone, Il Presepe di Greccio, 1295-99, Basilica superiore di S. Francesco, Assisi

Piero Casentini, Il Presepe di Greccio, 2004, presbiterio della chiesa della Madonna di Loreto, Limiti di Greccio



Giovanni Gasparro, Il Presepio di Greccio, 2023

Emissione filatelica natalizia dello SCV dedicata al Presepe di Greccio


Gerard Seghers, SS. Francesco e Chiara dinanzi al Bambinello Gesù, 1603-51, museo dei Cappuccini, Milano


Pieter de Jode II, SS. Chiara e Francesco adorano il Bambino Gesù, 1645 circa

Dalla VITA PRIMA DI SAN FRANCESCO D'ASSISI

di Tommaso da Celano

CAPITOLO XXX

IL PRESEPIO Dl GRECCIO

466 84. La sua aspirazione più alta, il suo desiderio dominante, la sua volontà più ferma era di osservare perfettamente e sempre il santo Vangelo e di imitare fedelmente con tutta la vigilanza, con tutto l'impegno, con tutto lo slancio dell'anima e del cuore la dottrina e gli esempi del Signore nostro Gesù Cristo.

467 Meditava continuamente le parole del Signore e non perdeva mai di vista le sue opere. Ma soprattutto l'umiltà dell'Incarnazione e la carità della Passione aveva impresse così profondamente nella sua memoria, che difficilmente gli riusciva di pensare ad altro.

468 A questo proposito è degno di perenne memoria e di devota celebrazione quello che il Santo realizzò tre anni prima della sua gloriosa morte, a Greccio, il giorno del Natale del Signore. C'era in quella contrada un uomo di nome Giovanni, di buona fama e di vita anche migliore, ed era molto caro al beato Francesco perché, pur essendo nobile e molto onorato nella sua regione, stimava più la nobiltà dello spirito che quella della carne. Circa due settimane prima della festa della Natività, il beato Francesco, come spesso faceva, lo chiamò a sé e gli disse: «Se vuoi che celebriamo a Greccio il Natale di Gesù, precedimi e prepara quanto ti dico: vorrei rappresentare il Bambino nato a Betlemme, e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l'asinello». Appena l'ebbe ascoltato, il fedele e pio amico se ne andò sollecito ad approntare nel luogo designato tutto l'occorrente, secondo il disegno esposto dal Santo.

469 85. E giunge il giorno della letizia, il tempo dell'esultanza! Per l'occasione sono qui convocati molti frati da varie parti; uomini e donne arrivano festanti dai casolari della regione, portando ciascuno secondo le sue possibilità, ceri e fiaccole per illuminare quella notte, nella quale s'accese splendida nel cielo la Stella che illuminò tutti i giorni e i tempi. Arriva alla fine Francesco: vede che tutto è predisposto secondo il suo desiderio, ed è raggiante di letizia. Ora si accomoda la greppia, vi si pone il fieno e si introducono il bue e l'asinello. In quella scena commovente risplende la semplicità evangelica, si loda la povertà, si raccomanda l'umiltà. Greccio è divenuto come una nuova Betlemme. Questa notte è chiara come pieno giorno e dolce agli uomini e agli animali! La gente accorre e si allieta di un gaudio mai assaporato prima, davanti al nuovo mistero. La selva risuona di voci e le rupi imponenti echeggiano i cori festosi. I frati cantano scelte lodi al Signore, e la notte sembra tutta un sussulto di gioia. Il Santo è lì estatico di fronte al presepio, lo spirito vibrante di compunzione e di gaudio ineffabile. Poi il sacerdote celebra solennemente l'Eucaristia sul presepio e lui stesso assapora una consolazione mai gustata prima.

470 86. Francesco si è rivestito dei paramenti diaconali perché era diacono, e canta con voce sonora il santo Vangelo: quella voce forte e dolce, limpida e sonora rapisce tutti in desideri di cielo. Poi parla al popolo e con parole dolcissime rievoca il neonato Re povero e la piccola città di Betlemme. Spesso, quando voleva nominare Cristo Gesù infervorato di amore celeste lo chiamava «il Bambino di Betlemme», e quel nome «Betlemme» lo pronunciava riempiendosi la bocca di voce e ancor più di tenero affetto, producendo un suono come belato di pecora. E ogni volta che diceva «Bambino di Betlemme» o «Gesù», passava la lingua sulle labbra, quasi a gustare e trattenere tutta la dolcezza di quelle parole. Vi si manifestano con abbondanza i doni dell'Onnipotente, e uno dei presenti, uomo virtuoso, ha una mirabile visione. Gli sembra che il Bambinello giaccia privo di vita nella mangiatoia, e Francesco gli si avvicina e lo desta da quella specie di sonno profondo. Né la visione prodigiosa discordava dai fatti, perché, per i meriti del Santo, il fanciullo Gesù veniva risuscitato nei cuori di molti, che l'avevano dimenticato, e il ricordo di lui rimaneva impresso profondamente nella loro memoria. Terminata quella veglia solenne, ciascuno tornò a casa sua pieno di ineffabile gioia.

471 87. Il fieno che era stato collocato nella mangiatoia fu conservato, perché per mezzo di esso il Signore guarisse nella sua misericordia giumenti e altri animali. E davvero è avvenuto che in quella regione, giumenti e altri animali, colpiti da diverse malattie, mangiando di quel fieno furono da esse liberati. Anzi, anche alcune donne che, durante un parto faticoso e doloroso, si posero addosso un poco di quel fieno, hanno felicemente partorito. Alla stessa maniera numerosi uomini e donne hanno ritrovato la salute. Oggi quel luogo è stato consacrato al Signore, e sopra il presepio è stato costruito un altare e dedicata una chiesa ad onore di san Francesco, affinché là dove un tempo gli animali hanno mangiato il fieno, ora gli uomini possano mangiare, come nutrimento dell'anima e santificazione del corpo, la carne dell'Agnello immacolato e incontaminato, Gesù Cristo nostro Signore, che con amore infinito ha donato se stesso per noi. Egli con il Padre e lo Spirito Santo vive e regna eternamente glorificato nei secoli dei secoli. Amen.

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Dalla Legenda Major

di San Bonaventura da Bagnoregio

CAPITOLO X

AMORE PER LA VIRTÙ DELL'ORAZIONE

[…]

1186 7. Tre anni prima della sua morte, decise di celebrare vicino al paese di Greccio, il ricordo della natività del bambino Gesù, con la maggior solennità possibile, per rinfocolarne la devozione. Ma, perché ciò non venisse ascritto a desiderio di novità, chiese ed ottenne prima il permesso del sommo Pontefice. Fece preparare una stalla, vi fece portare del fieno e fece condurre sul luogo un bove ed un asino. Si adunano i frati, accorre la popolazione; il bosco risuona di voci e quella venerabile notte diventa splendente di innumerevoli luci, solenne e sonora di laudi armoniose. L'uomo di Dio stava davanti alla mangiatoia, ricolmo di pietà, cosparso di lacrime, traboccante di gioia. Il santo sacrificio viene celebrato sopra la mangiatoia e Francesco, levita di Cristo, canta il santo Vangelo. Predica al popolo e parla della nascita del re povero e nel nominarlo, lo chiama, per tenerezza d'amore, il “bimbo di Bethlehem”. Un cavaliere, virtuoso e sincero, che aveva lasciato la milizia secolaresca e si era legato di grande familiarità all'uomo di Dio, il signor Giovanni di Greccio, affermò di aver veduto, dentro la mangiatoia, un bellissimo fanciullino addormentato, che il beato Francesco, stringendolo con ambedue le braccia, sembrava destare dal sonno. Questa visione del devoto cavaliere è resa credibile dalla santità del testimone, ma viene comprovata anche dalla verità che essa indica e confermata dai miracoli da cui fu accompagnata. Infatti l'esempio di Francesco, riproposto al mondo, ha ottenuto l'effetto di ridestare la fede di Cristo nei cuori intorpiditi; e il fieno della mangiatoia, conservato dalla gente, aveva il potere di risanare le bestie ammalate e di scacciare varie altre malattie. Così Dio glorifica in tutto il suo servo e mostra l'efficacia della santa orazione con l'eloquenza probante dei miracoli.


Urna con le ossa di Giovanni Velita, signore di Greccio, conservata all'interno della Grotta di Greccio

mercoledì 20 dicembre 2023

I vescovi e gli altri. Siamo di fronte a dichiarazioni formali di scisma? Prime reazioni alla Dichiarazione “Fiducia Supplicans” sulla benedizione aliturgica delle coppie irregolari

P. James Martin dà la sua "benedizione" (si fa per dire) ad una coppia omosessuale a Manhattan. Fonte: The New York Times

Con la pubblicazione della Dichiarazione Fiducia Supplicans del 18.12.2023, che abbiamo commentato ieri (il nostro commento, ripreso da Il Pensiero cattolico, è stato, a sua volta, rilanciato anche dal blog Stilum Curiae del giornalista M. Tosatti), non si sono fatte attendere delle chiare prese di posizione da parte di singoli vescovi o conferenze episcopali (per una rassegna generale, cfr. L. Coppen, ‘Fiducia supplicans’: Who’s saying what?, in The Pillar, 19.12.2023; in traduzione italiana, Dichiarazione «Fiducia supplicans» sul senso pastorale delle benedizioni: chi dice cosa?, in blog Messa in latino, 20.12.2023. Per un’analisi generale del documento, cfr. E. A. Allen, Vatican’s doctrinal czar parses details for enabling same-sex blessings, in Catholic Herald, 18.12.2023; Vatican appears to endorse couples in ‘irregular situations’ receiving blessings that do not ‘validate their status’, ivi. Per un esame canonistico della dichiarazione, cfr. L. Knuffke, Prominent canon lawyer Fr. Murray excoriates new Vatican doc endorsing ‘blessings’ of gay couples, in Lifesitenews, 20.12.2023).

Certo, formalmente, la dottrina non sembra sia stata intaccata. Ciò che sarebbe cambiato, con questo documento, è la prassi pastorale. Fiducia Supplicans insiste con decisione sulla distinzione tra dare una benedizione a una coppia omosessuale e benedire la loro relazione. Certo, chiunque può chiedere una benedizione a un sacerdote; questo non è mai stato in discussione. Quando, però, due persone chiederanno ad un sacerdote di impartire loro una benedizione come coppia, come potrà la Chiesa evitare l'impressione che il sacerdote, in quanto rappresentante della fede cattolica, benedica la loro unione? Senza contare che la benedizione in parola debba essere impartita senza «degli abiti, gesti o parole propri di un matrimonio» (n. 39). La benedizione dovrebbe essere spontanea e non impartita nella forma rituale propria della preghiera liturgica. Ma sicuramente le coppie che si avvicineranno – ammesso che ce ne saranno – a richiedere la benedizione, senz’altro vorranno, in un certo qual modo, solennizzare quel momento – evidentemente importante per loro – con la partecipazione di amici, parenti, e magari anche con in sottofondo la marcia nuziale di Mendelssohn. La Dichiarazione rimette ai pastori la libertà di decidere come rispondere alle richieste delle coppie. Li avverte, nondimeno, di non fare affidamento sugli “schemi dottrinali o disciplinari” («La Chiesa, inoltre, deve rifuggire dall’appoggiare la sua prassi pastorale alla fissità di alcuni schemi dottrinali o disciplinari […]»: n. 25). Insomma, una sorta di invito ad eludere la dottrina, per evitare qualsiasi spiacevolezza che possa sorgere dalla condanna da parte della Chiesa di atti non conformi alla legge divina. Il Dicastero per la Dottrina della Fede, c’è da pensare, permette (incoraggia?), in questo modo, il clero a mantenere una sorta di purezza rituale, affermando che non ha trattato l'unione omosessuale come un matrimonio, mentre agli occhi del mondo ha fatto esattamente questo (così P. Lawler, Vatican’s homosexual ‘blessings’ document invites priests to fudge both doctrine and practiceivi, 19.12.2023).  

Così abbiamo la Conferenza Episcopale Austriaca, tramite il suo Presidente, mons. Franz Lackner, che ha dichiarato, in buona sostanza, che non vi sono più ostacoli e giustificazioni a che i sacerdoti rifiutino di benedire le coppie omosessuali. "Credo che la Chiesa riconosca che una relazione tra due [persone] dello stesso sesso non è del tutto priva di verità: c'è amore, c'è fedeltà, ci sono anche difficoltà condivise e vissute nella fedeltà. Anche questo dovrebbe essere riconosciuto", ha affermato detto in un'intervista alla TV pubblica austriaca ORF (cfr. A. Wailzer, Head of Austrian Bishops’ Conference says priests cannot say ‘no’ to blessing homosexual couples anymore, ivi).

Divisa appare, invece, la conferenza episcopale statunitense, sebbene la maggioranza dei vescovi USA abbia espresso la propria adesione del documento vaticano (cfr. M. Haynes, Most American bishops are going along with Pope Francis’ ‘blessings’ for homosexual couples, ivi; Id., Cardinal Cupich praises Vatican text on ‘blessing’ same-sex couples: ‘Step forward’ for the Church, ivi, 20.12.2023Lifesitenews, Bishop Eleganti explains in response to new document why homosexual ‘couples’ cannot be blessed, iviM. J. O’Loughlin, Benedizione: reazioni negli Stati Uniti, in Settimana News, 20.12.2023).

In seno al gruppo dei vescovi USA, tuttavia, non sono mancate significative prese di distanza da Fiducia Supplicans: a parte, infatti, quella pressoché immediata dell’ex vescovo di Tyler, mons. Strickland (v. Bishop Strickland urges bishops to say 'no' to Francis' 'blessings' for gay couples, in Lifesitenews, 18.12.2023; S. Kokx, Bishop Strickland urges bishops to say ‘no’ to Francis’ ‘blessings’ of homosexual couples, ivi), abbiamo chi ha cercato di conciliare la nuova Dichiarazione con la Tradizione cattolica, come è nel caso del vescovo di Worcester, mons. R. McManus, il quale ha dichiarato – come si legge nella nota della sua diocesi – che «Fiducia supplicans, issued by the Dicastery for the Doctrine of the Faith and approved by Pope Francis, has reaffirmed that the Church does not have the power to impart a liturgical blessing on irregular or same-sex couples or to bless their union» e che potrebbe essere offerta «a type of blessing […] on anyone to invoke God’s help and mercy in their lives if the individuals seek to be guided by a greater understanding of God’s plan for love and truth. These blessings are offered for the people themselves, not their union» (Bishop's Statement on blessing same sex couples, 18.12.2023). Inutile dire che il presidente USA Biden abbia accolto favorevolmente il provvedimento vaticano (E. MangiaracinaJoe Biden welcomes Pope Francis’ decision to allow blessings for homosexual ‘couples’, in Lifesitenewsvi, 20.12.2023.).

I vescovi eterodossi tedeschi, fautori del sinodo scismatico germanico, a mezzo del Presidente della Conferenza Episcopale Tedesca, il vescovo Georg Bätzing, hanno – manco a dirlo – esultato, giudicando il documento vaticano molto positivamente (Bischöfe begrüßen Vatikan-Erklärung zur Segnung homosexueller Paare, in Katolisch.de, 18.12.2023). Alcuni, come il vescovo di Amburgo, Stefan Heße, «richtiges Weihnachtsgeschenk», cioè “vero regalo di Natale” (cfr. A. Wailzer, Heterodox German bishops laud new Vatican document on gay ‘blessings’ as a ‘real Christmas present’, in Lifesitenews, 18.12.2023). Altri prelati, di provata fede ratzingeriana, hanno espresso gratitudine nei confronti del Dicastero vaticano e di Francesco, perché, vietando espressamente liturgie e rituali di tali benedizioni, ciò potrebbe frenare – in Germania – uno sviluppo che rischierebbe di far allontanare la Chiesa tedesca dalla Chiesa universale (così Oster: Neuerung von Vatikan-Erklärung liegt in Verständnis von Segen, in Katholish.de, 20.12.2023). C’è anche chi, sempre in Germania, ha ravvisato nella benedizione delle coppie irregolari una sorta di benedizione di “seconda classe”, che, nondimeno, innescherà nella Chiesa un cambiamento culturale, una Kulturkampf (Nach Vatikan-Erklärung: Schüller erwartet "Kulturkampf" in der Kirche, ivi). Non sono mancate, per la verità, in Germania, delle critiche al documento, perché troppo timido nelle sue aperture: si afferma, infatti, che la Dichiarazione, sebbene rappresenti un Neuausrichtung der Kirche, un nuovo orientamento per la Chiesa, e crei spazi di libertà prima impensati, soprattutto alla luce degli esempi citati nel documento, che potrebbero essere interpretati in modo diverso in loco nel rispettivo contesto, nondimeno il documento propone anche tagli, giudicati – secondo l’autore – molto dolorosi, per le coppie interessate, come quello che impedisce la benedizione in occasione di un matrimonio civile e ciò a causa dei timori vaticani nei confronti dei suoi critici conservatori (C. P. Hartmann, Alte Lehre und neue Möglichkeiten: Die Segenserklärung des Vatikan, ivi). Nondimeno, questa Dichiarazione ben s’inquadra nella svolta teologica che Francesco ha voluto dare al Dicastero vaticano guidato da poco più di tre mesi da Férnandez (così F. Neumann, Was hinter der Transparenzoffensive des Glaubensdikasteriums steckt, ivi, 19.12.2023).

Decisamente coraggiose sono, invece, le prese di posizione di altri vescovi.

Tra questi meritano particolare menzione e lode quella dei vescovi del Malawi (v. E. Mangiaracina, Malawi bishops forbid ‘blessings’ of homosexual unions amid confusion over Vatican document, Lifesitenews, 19.12.2023. per la traduzione italiana della dichiarazione dei vescovi del Malawi, rinviamo al blog Messa in latino, 20.12.2023). Il Presidente della Conferenza Episcopale del Malawi, infatti, dopo aver precisato che la Dichiarazione vaticana «NOT about the blessing of same sex unions» ma piuttosto la benedizione degli individui «regardless of their state», ha dichiarato in una nota della Conferenza stessa che: «not licit to impart a blessing on relationships, or partnerships, even stable, that involve sexual activity outside of marriage (i.e., outside the indissoluble union of a man and a woman open in itself to the transmission of life), as is the case of the unions between persons of the same sex».

Di tenore sostanzialmente analogo è la dichiarazione dei vescovi dello Zambia (v. qui), secondo cui: «In order to avoid any pastoral confusion and ambiguity as well as not to break the law of our country which forbids same sex unions and activities, and while listening to our cultural heritage which does not accept same sex relationships, the Conference guides that the Declaration from the Dicastery for the Doctrine of the Faith of December 18th 2023 concerning the blessing of same-sex couples be taken as for further reflection and not for implementation in Zambia» (Pastoral Statement of the Zambia Conference of Catholic Bishops – ZCCB – following the publication of the Declaration “Fiducia Supplicans” by the Dicastery for the Doctrine of the Faith, 20.12.2023. Cfr. African Catholic Bishops Choose Sides - Against Francis' and Tucho's Gay Advocacy, in Rorate Caeli, 20.12.2023. Cfr. L. Knuffke, Zambia bishops latest to forbid ‘blessings’ of homosexual couples, in Lifesitenews, 20.12.2023).

Ai vescovi del Malawi e Zambia, si sono aggiunti quelli del più grande paese africano, la Nigeria, i cui vescovi, in una nota della conferenza episcopale, così hanno concluso: «In conclusion, the Catholic Bishops Conference of Nigeria assures the entire People of God that the teaching of the Catholic Church on marriage remains the same. There is, therefore, no possibility in the Church of blessing of same-sex unions and activities. That would go against God’s law, the teachings of the Church, the laws of our nation, and the cultural sensitivities of our people» (Nigeria, the largest country in Africa — its Bishops adamantly reject Francis’ Gay Declaration, in Rorate caeli, 20.12.2023).

Appare curioso, ma proprio le chiese di "periferia" siano quelle che hanno rigettato maggiormente il documento vaticano, apparendo Francesco sempre più meno ... periferico (Fiducia Supplicans Shatters the Myth of Pope Francis as the "Pope of the Peripheries", ivi).

Più decisa è stata la presa di distanza di Mons. Schneider, vescovo ausiliare di Astana, in Kazakistan (v. Bishop Schneider on blessing 'same-sex unions', in Lifesitenews, 19.12.2023), cui è seguita quella del suo Arcivescovo Metropolita, mons. Tomash Peta, che, in una nota congiunta col suo ausiliare, ha dichiarato: «As successors of the Apostles, and faithful to our solemn oath on the occasion of our episcopal consecration “to preserve the deposit of faith in purity and integrity, according to the tradition always and everywhere observed in the Church since the time of the Apostles”, we exhort and prohibit priests and the faithful of the Archdiocese of Saint Mary in Astana from accepting or performing any form of blessing whatsoever of couples in an irregular situation and same-sex couples. It goes without saying that every sincerely repentant sinner with the firm intention to no longer sin and to put an end to his public sinful situation (such as, e.g., cohabitation outside of a canonically valid marriage, union between people of the same sex) can receive a blessing». Si è aggiunta poi una esplicita richiesta a Francesco perché revochi il documento appena emesso dal Dicastero per la Dottrina della Fede: «With sincere brotherly love, and with due respect, we address Pope Francis, who – by allowing the blessing of couples in an irregular situation and same-sex couples – “does not walk uprightly according to the truth of the Gospel” (see Gal. 2:14), to borrow the words with which Saint Paul the Apostle publicly admonished the first Pope in Antioch. Therefore, in the spirit of episcopal collegiality, we ask Pope Francis to revoke the permission to bless couples in an irregular situation and same-sex couples, so that the Catholic Church may shine clearly as the “pillar and ground of the truth” (1 Tim 3:15) for all those who sincerely seek to know the will of God and, by fulfilling it, to attain eternal life» (cfr. S. Koks, Archbishop Peta, Bishop Schneider ban ‘blessings’ of homosexual couples in Kazakhstan archdiocese, ivi; D. Montagne, Archbishop prohibits priests from ‘performing any form of blessing’ of same-sex couples in response to new Vatican declaration, in Catholic Herald, 19.12.2023Archdiocese of Saint Mary in Astana officially prohibits blessings of same-sex couples, in Rorate caeli, 20.12.2023Trotz Vatikan-Ja: Erzbischof verbietet Segnungen homosexueller Paare, in Katholish.de, 20.12.2023. Per il documento in traduzione italiana, cfr. blog Messa in latino, 20.12.2023. V. anche A. M. Valli, Monsignor Peta e monsignor Schneider vietano nella loro diocesi di applicare “Fiducia supplicans” e chiedono al papa di revocare il documento, in blog Duc in altum, 20.12.2023) Richiesta di revoca, a nostro modo di vedere, alquanto ingenua … .

La Conferenza Episcopale cattolica in Ucraina – l’organismo che rappresenta i cattolici latini nel paese devastato dalla guerra – ha affermato, in una dichiarazione del 19.12, di aver visto nel documento vaticano un «pericolo in termini ambigui che causano interpretazioni divergenti tra i fedeli»: «Ciò che non abbiamo colto nel documento è che il Vangelo chiama i peccatori alla conversione, e senza una chiamata a lasciare la vita peccaminosa delle coppie omosessuali, la benedizione potrebbe sembrare un’approvazione», hanno scritto, pur sottolineando come la dichiarazione sostiene l’insegnamento della Chiesa su matrimonio (cfr. Ukraine Bishops Conference Chooses Sides: Against Francis' Gay Declaration - "There is no blessing for living in sin": "The document does not provide clear distinctions", in Rorate caeli, 20.12.2023).

Molto forte è la dichiarazione della Fraternità San Pio X, tramite il suo Superiore Generale, per il quale «Il linguaggio contorto e i travestimenti sofistici del documento del Dicastero per la Dottrina della Fede non possono nascondere la realtà elementare e ovvia di queste benedizioni: esse non faranno altro che confermare queste unioni nella loro situazione intrinsecamente peccaminosa, e incoraggiare altri a seguirle. Non sarà altro che un surrogato del matrimonio cattolico». Spiega, quindi: «Quando si benedice una coppia, non si benedicono individui isolati: si benedice necessariamente la relazione che li unisce. Non si può redimere una realtà è intrinsecamente fuorviata e scandalosa» (Comunicato del Superiore Generale della FSSPX, in FSSX, 19.12.2023. Cfr. Lifesitenews Staff, ‘Scandalous’: SSPX issues statement on Vatican’s approval of same-sex ‘blessings’, in Lifesitenews, 19.12.2023E. MangiaracinaSSPX superior general: Vatican approval of same-sex blessings ‘accelerates the loss of souls’, ivi, 20.12.2023. Cfr. Anche A. M. Valli, Don Pagliarani (FSSPX) su “Fiducia supplicans”: “Sgomenti per questa ulteriore resa della gerarchia cattolica al mondo”, in blog Duc in altum, 20.12.2023).

Per concludere non si può non segnalare la presa di posizione di don Nicola Bux, che, tramite un tweet pubblicato su X, ha decisamente contestato, in maniera vigorosa, il documento vaticano: «La Sede di Pietro chiede con linguaggio ambiguo, anti evangelico, menzognero e perciò diabolico, di benedire ciò che il Signore maledice. Persino ebrei e musulmani sono scandalizzati. È un attentato alla Rivelazione biblica e una ferita grave all'unità della Chiesa cattolica. Paolo ricorda: è necessario che avvengano le divisioni. Aumenta il divario tra chi segue l'eresia e chi custodisce la fede cattolica trasmessa dagli Apostoli, che la Santa Sede ha smarrita. Preghiamo per la conversione di Pietro».

Molto più articolato è l’intervento del prof. De Mattei, cui rinviamo. Anche lui disapprova il documento vaticano, giungendo a concludere «il semplice sensus fidei ci fa affermare che non è possibile avallare in alcun modo, e meno che mai con una “benedizione”, una relazione viziosa e immorale. Il sacerdote che impartisse tali benedizioni, o un vescovo che le approvasse, commetterebbe un peccato pubblico grave. E, duole dire, che un gravissimo peccato è stato commesso da chi ha promulgato e firmato questa scandalosa dichiarazione» (così R. De Mattei, Quo usque tandem? Il dicastero per la Dottrina della Fede “benedice” il peccato contro natura, in Corrispondenza romana, 20.12.2023. In traduzione inglese in Rorate coeli, 20.12.2023).

In senso nettamente contrario e diametralmente opposto è la posizione di Padre James Martin (cfr. E. Piqué, James Martin: “Es un inmenso paso adelante para la pastoral de la Iglesia hacia el colectivo LGTB”, in La Nacion, 18.12.2023; A Harmon, R. Graham, S. Maslin Nir, Making History on a Tuesday Morning, With the Church’s Blessing, in The New York Times, 19.12.2023). Questo gesuita attivista, nell'ambito della Chiesa, delle istanze LGBT, non ha tardato ad attuare il provvedimento dicasteriale (Lifesitenews, Father James Martin blesses homosexual ‘couple’ at Jesuit residence in New York City, in Lifesitenews, 20.12.2023).

Augustinus Hipponensis