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Monastere Saint Benoit, Brignoles. Immagini tratte da Facebook |
TEMPO DI SETTUAGESIMA
Esposizione dogmatica
Dopo l'entusiastica accoglienza riservata a Cristo a causa della "gloria divina che risplende sul suo volto", la Chiesa ci introduce improvvisamente nelle oscure profondità della caduta dell'uomo. Ora torna a leggere, come nel ciclo del Natale, l'Antico Testamento, per mostrarci tutte le grandi figure che hanno preannunciato l'opera redentrice di Cristo e la cui storia, che prefigura quella di Gesù, è particolarmente adatta a prepararci alla grande festa di Pasqua, in cui celebriamo il suo trionfo.
"Interrogate le Scritture", diceva il nostro Signore, "e vedrete come parlano di Me". Lex grávida Christo, l’Antica Legge è impregnata della preoccupazione per il Messia, perché tutto nel popolo di Dio lo precedeva e lo annunciava. Così, l'Antico Testamento è come un Vangelo anticipato, che illumina con straordinaria chiarezza la storia del Salvatore. Per questo motivo, la Chiesa ama stabilire un continuo parallelismo tra le prime e le ultime pagine della Bibbia. Questo parallelo si estende lungo tutto il periodo di Settuagesima e persino nella Quaresima, e lo ritroviamo chiaramente anche nel Tempo di Pentecoste.
Il quadro seguente, spiegato in dettaglio nelle domeniche successive, ci permetterà di comprendere pienamente quanto detto e ci indicherà come studiare la Settuagesima e la Quaresima per coglierne tutto il significato.
Gesù ripara gli errori commessi da Adamo. Egli è per la Chiesa il vero Noè, cioè il fondatore di un nuovo popolo; è a maggior ragione, rispetto allo stesso Abramo, "il capo del popolo eletto di Dio". È superiore anche a Giacobbe, "il protetto e il benedetto di Dio", migliore di Giuseppe, che rese il bene per il male, e più grande di Mosè, che liberò il suo popolo dalla schiavitù del peccato e lo nutrì con il vero Pane disceso dal cielo. Fondere insieme le storie del popolo di Dio, di Gesù e della Chiesa significa entrare nella mentalità che ha guidato la composizione del Messale Romano, il cui scopo è far partecipare la Chiesa al mistero pasquale, un mistero già annunciato da Israele e poi pienamente realizzato da Gesù Cristo.
Durante il tempo di Settuagesima, la Chiesa si sofferma in particolare sulla considerazione di tre figure che abbiamo appena menzionato. Vediamo la caduta di Adamo (peccato originale) e le tragiche conseguenze della sua colpa (Domenica di Settuagesima). Vediamo anche fino a che punto è giunta la malvagità degli uomini (peccati attuali) e come sia stata punita con un diluvio d'acqua (Domenica di Sessagesima). Infine, contempliamo il sacrificio di Abramo e quello di Melchisedek (Domenica di Quinquagesima), prefigurazione del sacrificio che Dio ha richiesto al proprio Figlio per espiare, con esso, i peccati di tutto il genere umano.
L'affermazione del dogma del peccato originale e il quadro delle sue funeste conseguenze fanno risaltare in Gesù il suo glorioso titolo di Salvatore.
Il Vangelo degli operai della vigna ci ricorda che la Redenzione abbraccia tutti i tempi (Domenica di Settuagesima); il Vangelo del Seminatore, che essa raggiunge tutte le anime (Domenica di Sessagesima); e la guarigione del cieco di Gerico, che segue l'annuncio della Passione, ci mostra i benefici effetti che produce in noi (Domenica di Quinquagesima).
A loro volta, le Epistole di San Paolo, lette in queste tre Domeniche, ci ricordano che la Chiesa deve compiere in questo tempo l'opera del Salvatore, entrando con generosità nell'ascesi purificatrice della penitenza.
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